REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Lavori di Restauro del Convento dei Gesuiti e Chiesa di San Francesco Borgia in Catania
Inviato il 22/11/2021 | Di Clinica Legale
Descrizione
Il progetto monitorato ha per oggetto il restauro del Convento dei Gesuiti e della Chiesa di San Francesco Borgia di Catania.
Il Convento dei Gesuiti e la Chiesa di San Francesco Borgia sono situati in via Crociferi, strada monumentale del centro di Catania e luogo simbolo dell’arte barocca. In poco più di quattrocento metri, infatti, sono presenti ben quattro luoghi di culto di grande valore storico e artistico: oltre al Convento e alla Chiesa già citati, la Chiesa di San Benedetto, collegata al Convento delle suore Benedettine, e la Chiesa di San Giuliano.
Il Convento dei Gesuiti è uno dei più grandi edifici religiosi della città. I Padri Gesuiti, presenti a Catania già dalla metà del XVI secolo, ne avviarono i lavori di costruzione all’indomani del catastrofico terremoto del 1693. La struttura venne realizzata seguendo un preciso canone dell’ordine religioso che imponeva la netta separazione di tre zone: l’area scholarum, collocata nel primo chiostro e riservata agli studenti; l’area collegii, sviluppata attorno al secondo chiostro e riservata ai monaci; l’area destinata ad attrezzi e depositi, situata nel terzo ed ultimo cortile. La facciata dell’opera, visibile da via Crociferi, si presenta oggi in modo molto diverso dal progetto originale, avendo subito profonde modifiche nel corso dell’Ottocento: si fa riferimento, in particolare, alla costruzione di un terzo piano, che ha alterato il delicato rapporto con il secondo ordine della Chiesa adiacente; alla creazione del portale e della balconata, che hanno sostituito una serie omogenea di finestre e, infine, all’abbassamento del livello della strada di circa un metro. L’area scholarum venne realizzata con il contributo di più progettisti: il primo ordine, che con i suoi archi a tutto sesto poggianti su colonne richiama le architetture del Cinquecento, dall’arch. Alonzo Di Benedetto; gli archi spezzati posti al di sopra, che ricordano l’architettura barocca in modo più incisivo, sono opera dell’arch. Francesco Battaglia. Il centro del cortile è decorato con dei disegni geometrici in cui si alternano la pietra calcarea bianca proveniente da Siracusa e il nero della pietra lavica. Il loggiato, probabilmente opera del Vaccarini, conduce al secondo cortile, caratterizzato invece da uno stile più austero. Con l’espulsione dei Gesuiti dal regno di Sicilia del 1767, il Convento fu assunto al demanio borbonico e destinato alla pubblica utilità, divenendo prima “Casa di Educazione della Bassa Gente”, poi “Regio Ospizio di Beneficenza”, quindi “Casa di rieducazione per minorenni” e infine, tra il 1968 e il 2009, sede dell’Istituto statale d’Arte.
La Chiesa attigua, intitolata a San Francesco Borgia, venne eretta tra il 1701 e il 1736. La facciata, realizzata dall’arch. Angelo Italia, presenta un doppio ordine di colonne binate con al centro un imponente portale. Nel timpano spezzato che lo sormonta si possono distinguere San Francesco e, al suo fianco, due figure che rappresentano, rispettivamente, la Pace e la Giustizia. Ai lati, invece, sono collocate le statue di alcuni dei più importanti Santi appartenenti all’ordine dei Gesuiti: Francesco Saverio, Ignazio di Loyola (fondatore della Compagnia di Gesù), Stanislao Kostka e Luigi Gonzaga. L’interno della Chiesa, attribuito all’arch. Alonzo di Benedetto, ha una pianta basilicale a croce latina ed è suddiviso in tre navate da una doppia fila di colonne binate realizzate dai maestri trapanesi con l’impiego di un marmo locale. Nelle navate laterali sono collocati altari barocchi con colonne tortili e marmi policromi e, nell’estremità del transetto, le cappelle dei Santi Ignazio e Francesco Saverio. Al termine della navata centrale, la cancellata dell’abside – anch’essa opera degli artigiani trapanesi – segna l’inizio di un coro semicircolare. La cupola è decorata dagli stucchi di Giuseppe Serpotta, che incorniciano i pennacchi affrescati da Olivio Sozzi con le allegorie dei quattro continenti raggiunti dall’opera di evangelizzazione dei Gesuiti: Asia, Africa, America e Oceania.
Nel 2002 il Convento e la Chiesa sono stati inseriti tra i siti considerati “Patrimonio dell’umanità” dall’UNESCO e dal 2016 rientrano tra gli attrattori del patrimonio Regionale di riconosciuta rilevanza strategica per i contesti territoriali di riferimento dei siti UNESCO.
Il progetto è stato approvato con D.D.G. n. 180 del 23/05/2012 e successivo D.D.G. n. 328 del 01/08/2013 e prevede la realizzazione di un intervento di restauro attraverso l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione edilizia e consolidamento statico, sistemazione e rinnovamento funzionale delle due strutture. L’appalto per la progettazione e l’esecuzione dei lavori è stato bandito con procedura aperta ai sensi dell’art. 53, c. 2, lettera b), artt. 81 e 83 del D. Lgs. n. 163 del 12 aprile 2006 e ss.mm.ii, come recepito dalla legge regionale n. 12 del 12 luglio 2011 e del relativo Regolamento di cui al D.P. Reg. 31 gennaio 2012 n. 13.
L’intervento, promosso originariamente nell’ambito della legge 31/12/91 n. 433, recante Disposizioni per la ricostruzione e rinascita per le zone colpite degli eventi sismici del dicembre 1990 nelle provincie di Catania, Ragusa e Siracusa e confluito, da ultimo, nel Programma Operativo Regionale 2014-2020, è tutt’ora in corso. Il finanziamento ammonta in totale ad euro 4.307.875,63 ed i pagamenti effettuati ad euro 2.695.238,98, di cui il 70% costituiti da risorse coesione.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
I lavori di ristrutturazione edilizia, consolidamento statico, sistemazione e rinnovamento funzionale delle due strutture sono stati avviati il 29/06/2015. Nel Convento l’intervento ha interessato soltanto il primo chiostro: da un sopralluogo effettuato in data 27/01/2022 risulta che i lavori più gravosi – messa in sicurezza, consolidamento strutturale, sistemazione delle coperture, rinnovamento degli impianti elettrici e antincendio – sono stati completati. Rimangono da ultimare la pavimentazione di alcune sezioni del chiostro, l’installazione degli infissi interni e la predisposizione di un ascensore. Al febbraio 2020 è stato portato a termine circa l’80% dei lavori, la cui conclusione può essere stimata entro la fine dell’anno corrente.
Risultati
Intervento utile ma presenta problemi - Ha avuto alcuni risultati positivi ed è tutto sommato utile, anche se presenta anche aspetti negativiAllo stato attuale non è possibile fornire un giudizio definitivo sul progetto poiché l’intervento è ancora in corso. Cionondimeno, il restauro del Convento dei Gesuiti e della Chiesa di San Francesco Borgia può essere valutato positivamente, soprattutto alla luce del valore storico e culturale del sito, essendo stata l’intera via Crociferi dichiarata “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco. I lavori ad oggi completati appaiono eseguiti a regola d’arte e una volta ultimati restituiranno il dovuto lustro al complesso monumentale. Pregevole, inoltre, la scelta di destinarne gli spazi, rinnovati nella struttura e nell’aspetto, alla Biblioteca Regionale Universitaria, con emeroteca ed esposizione dei beni culturali presenti nel sito.
Punti di debolezza
Il principale ostacolo riscontrato nella realizzazione del progetto è rappresentato dalla fragilità strutturale dell’edificio del Convento dei Gesuiti, che ha comportato un significativo rallentamento dell’intervento programmato. La situazione era ulteriormente aggravata da un diffuso degrado degli ambienti imputabile, principalmente, a due ragioni: l’utilizzo del sito per finalità non conformi alla sua vocazione originaria e, sia pure in minor misura, gli atti vandalici. Da segnalare, in particolare, quelli che hanno danneggiato la facciata del Convento pochi giorni dopo la rimozione dei ponteggi.
Punti di forza
Il principale punto di forza del progetto è la scelta di intervenire su due beni di rilievo storico e artistico collocati nel centro storico della città: via Crociferi, patrimonio Unesco e luogo simbolo del barocco siciliano. Come rilevato anche dalla Soprintendente ai beni culturali e ambientali di Catania, il complesso monumentale, sia pure danneggiato, è una struttura dal grande valore che deve essere restituita alla collettività. A testimoniare l’importanza dell’intervento basti rilevare che l’apertura al pubblico del Convento, a seguito del restauro, ne consentirà la piena fruizione dopo oltre cinquant’anni.
Rischi
Il rischio principale per il futuro del progetto è che il Convento e la Chiesa, una volta ultimato l’intervento, non vengano adeguatamente valorizzati, come sovente accade ai beni culturali del territorio siciliano. Il pericolo sembra sussistere soprattutto per quello che concerne il Convento, trattandosi di una struttura amplissima: solo una parte, infatti, verrà destinata alla Biblioteca Regionale Universitaria, che ne garantirà la fruizione. Ci si chiede, allora, se anche gli altri ambienti saranno fruibili oppure se, nonostante il restauro, verranno chiusi al pubblico. Un secondo rischio è rappresentato dagli scarsi controlli esercitati sull’area, che lasciano spazio al vandalismo. Emblematico è quanto accaduto alla facciata del Convento: completato il rifacimento, pochi giorni dopo la rimozione dei ponteggi è stata danneggiata, rendendo necessario un nuovo intervento.
Soluzioni e Idee
Alla luce dell’analisi condotta e dei rischi riscontrati è possibile proporre alcuni suggerimenti. Innanzitutto, una volta ultimati i lavori – o meglio, in prossimità del loro completamento – sarebbe opportuno promuovere un’adeguata campagna informativa così da assicurare ampia conoscenza dell’apertura. Trattandosi di siti di grande valore storico e artistico si potrebbe dare vita a forme di partenariato con l’Università attraverso l’istituzione di tirocini formativi rivolti agli studenti. Ulteriore valorizzazione potrebbe pervenire dall’inserimento del Convento e della Chiesa all’interno di circuiti culturali rivolti alla cittadinanza e ai turisti: non solo per promuoverne la visita, ma anche per consentire l’organizzazione di eventi e attività culturali al fine di fornire un contributo attivo alla vita culturale della città. Infine, per impedire o quantomeno limitare nuovi atti vandalici e garantire, nel complesso, più sicurezza, sarebbe opportuno installare delle telecamere di sorveglianza, come fatto in altre “zone sensibili” della città.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
I soggetti intervistati sono: l’arch. Irene Donatella Aprile, Responsabile unico del procedimento e attuale Soprintendente dei beni culturali e ambientali di Catania; l’arch. Giuseppe Sciacca, Direttore dei lavori del progetto di restauro.
Domande principali
- All'arch. Irene Donatella Aprile: A quale attività saranno destinati gli edifici una volta ultimato il restauro? Che genere di servizi verranno prestati?
- All'arch. Giuseppe Sciacca: Quanto ritiene sia stato realizzato rispetto all’intervento programmato? Quali problemi hanno rallentato la realizzazione di quanto atteso?
Risposte principali
- L’arch. Irene Donatella Aprile, RUP e Sopraintendente ai beni culturali, chiarisce che il Convento dei Gesuiti è destinato ad ospitare la Biblioteca Regionale Universitaria. Gli spazi dovrebbero essere organizzati secondo la seguente ripartizione: il piano terra della prima corte sarà utilizzato per l’organizzazione di congressi ed eventi e per l’esposizione di beni librari, con un possibile bookshop; nel primo piano verranno collocati gli uffici amministrativi; nel secondo piano, invece, troveranno posto i depositi e un punto ristoro con vista sul chiostro, favorita dalle grandi finestre. Un’ampia sala del secondo piano sarà destinata alla consultazione dei volumi e all’emeroteca. La Chiesa San Francesco Borgia, collegata al Convento attraverso uno passaggio situato nel portico, rimarrà adibita al culto – non essendo sconsacrata – ed ospiterà un’esposizione permanente dei beni di valore storico e artistico ivi presenti.
- L’arch. Giuseppe Sciacca, Direttore dei lavori di restauro, spiega che la ristrutturazione del Convento è stata avviata nel 2015. L’edificio, acquisito dalla Regione nel 1995, aveva ospitato l’Istituto d’arte sino al 2009, anno in cui il crollo della copertura ne ha imposto la chiusura. Pertanto, negli anni successivi, gli interventi si sono concentrati sulla necessità di rendere fruibili e funzionali gli ambienti del primo chiostro: la messa in sicurezza della struttura, il rifacimento delle coperture e il rinnovamento degli impianti elettrici e antincendio hanno assorbito la maggior parte del tempo. Si stima di aver realizzato circa l’80% del progetto, rimanendo da ultimare soltanto la pavimentazione di alcune sezioni del chiostro, l’installazione degli infissi interni e la predisposizione di un ascensore. Tra i problemi che ne hanno rallentato la realizzazione si possono segnalare, in particolare, quelli di natura tecnica derivanti dalla fragilità strutturale dell’edificio, che hanno richiesto un complesso intervento di consolidamento. I lavori dovrebbero concludersi entro l’anno.