REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Casa rifugio o Centro antiviolenza?!
Inviato il 15/02/2022 | Di Pink Rebuild Team
| @PinkRebuildTeam
Descrizione
Il progetto monitorato riguarda la rifunzionalizzazione di un immobile sequestrato alla criminalità sito in Via Consolare antica a Capo d’Orlando (ME) da adibire a centro per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e dei loro figli, CUP: C16B18001820006. Il Comune di Capo d’Orlando rientra nelle aree ad alta esclusione sociale e a basso tasso di legalità. Il decreto di sequestro del bene risale al 10 luglio 2018 e il bene, insieme ad altri sequestrati, è stato consegnato al Sindaco del Comune di Capo d’Orlando nel 2019. Il costo pubblico del progetto è di € 1.284.000,00 (risorse coesione), rientranti nella programmazione 2014-2020 FESR FSE legalità. La superficie oggetto d'intervento non è di 913 mq così come riportato su Open Coesione, perché i 72 mq del primo piano dell’immobile sono stati restituiti dal tribunale a un familiare al quale erano intestati. Lo stato di avanzamento del progetto risulta in corso su Open coesione ma in realtà i lavori non sono iniziati. Il progetto ha subito un cambio di destinazione d’uso, non sarà più una casa rifugio ad indirizzo segreto, a seguito della riduzione dei metri quadri utilizzabili per la rifunzionalizzazione che non consentono di realizzare una casa rifugio secondo i parametri stabiliti dal Decreto del Presidente della Regione 31 marzo 2015. Il progetto esecutivo definitivo, approvato a metà febbraio, prevede la ristrutturazione di un’unità abitativa posta al piano terra di circa 98 mq con annessi pertinenziali, un giardino retrostante e un’area con dei capannoni abusivi che saranno demoliti per fare spazio a luoghi ricreativi per i figli delle donne che hanno subito violenza. La planimetria del progetto prevede 102 mq di zona ricreativa, 22 mq adibiti a dispensa, 22 mq per i bagni, 22 mq area accoglienza; 10 mq per assistenza sanitaria, 10 mq per un punto di ascolto e 268 mq di area esterna destinata a orto didattico.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
Il progetto monitorato su Opencoesione risulta in corso, nella realtà il progetto non è ancora in fase attuativa così come abbiamo potuto constatare con la visita di monitoraggio e con le interviste al Sindaco dott. Franco Ingrillì e al RUP arch. Mario Sidoti. Il RUP ci ha spiegato che il ritardo è legato all’attesa del nuovo prezzario regionale del mese di gennaio 2022. Le PA sono tenute a rispettare il prezzario regionale che rappresenta un parametro di riferimento ai fini del calcolo finale della base d'asta, e uno strumento di supporto alle stazioni appaltanti ed agli operatori del settore per la quantificazione dei costi degli interventi delle opere pubbliche. Pertanto, il progetto esecutivo definitivo è stato approvato a metà febbraio e per metà marzo 2022 ci sarà la gara di appalto. Il progetto ha subito una modifica della destinazione d’uso, non sarà una casa rifugio ad indirizzo segreto ma un centro antiviolenza, il RUP e il Sindaco ci hanno spiegato che la superficie dell’immobile è inferiore a quella prevista dal Decreto Presidente della Regione 31 marzo 2015 per le case rifugio.
Risultati
Non è stato possibile valutare l’efficacia dell’intervento - Es. il progetto non ha ancora prodotto risultati valutabiliPunti di debolezza
Con il cambio di destinazione d’uso del bene che da casa rifugio diventa centro antiviolenza si crea un doppione sul territorio, in quanto a Capo d’Orlando già opera un centro antiviolenza, l’Associazione Pink Project che copre un territorio molto vasto che si estende per circa 160 Km tra il Comune di San Piero Patti in provincia di Messina e il Comune di Bagheria in provincia di Palermo. Sarebbe stato più opportuno realizzare un secondo centro antiviolenza nella zona al confine tra la provincia di Messina e quella di Palermo che risulta scoperta. Inoltre, il progetto doveva essere già concluso invece ancora non è entrato in fase esecutiva.
Punti di forza
Punto di forza del progetto è senza dubbio Il contenuto simbolico che assume un intervento che “ricava il bene dal male”, da un bene appartenuto a chi non ha rispettato la legge e ha esercitato violenza, a una struttura destinata ad offrire sostegno e consulenza alle donne vittime di violenza e ai/alle loro figli/e minori di età, oltre che la tutela e promozione delle pari opportunità per tutti.
Rischi
Il rischio per il futuro del progetto è che ci saranno due centri antiviolenza nello stesso Comune lasciando così il resto del territorio occidentale della provincia di Messina scoperto.
Soluzioni e Idee
Per i futuri interventi sui beni sequestrati e destinati al Comune di Capo d’Orlando, proponiamo di cogliere l’opportunità dell’avviso pubblico dell’Agenzia per la coesione territoriale prorogato al 31 marzo 2022 che stanzia 300 milioni di euro, grazie al PNRR, per la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Il progetto della casa rifugio, in beni confiscati alla criminalità organizzata, finalizzato al reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e dei figli delle stesse, può essere una grande opportunità per ricostruire la vita di donne e bambini. Riconvertire un bene confiscato alla criminalità in una casa rifugio ha in sé un grande significato, non solo perché in Sicilia sono appena 5 le strutture di questo tipo, a fronte dei molti casi di violenza di genere, ma anche per dare un tetto alle donne vittime di violenza e ai loro figli.
Risultati e impatto del monitoraggio
Diffusione dei risultati
- Eventi territoriali organizzati dai team
- Blog/Sito web del Team
- Interviste ai media
Connessioni
- Sindaco, Comune di Capo d'Orlando
- RUP, Comune di Capo d'Orlando
- Presidente centro antiviolenza, Associazione Pink Project
- Giornalista, Gazzetta del Sud
- Supporto al monitoraggio civico, Europe Direct Nord-est Sicilia
- Associazione culturale, Associazione
- Coreferente Libera Sicilia, Associazione LIBERA
- Giornalista, Antenna del Mediterraneo
- Giornalista, 98zero
Contatti con i media
- TV Locali
- Giornali Locali
- Blog o altre news outlet online
Contatti con le Pubbliche Amministrazioni per discutere i risultati del Monitoraggio
- Risposte generiche
Descrizione del caso
Pensiamo che il nostro monitoraggio civico sia servito, a far conoscere alla Comunità locale il progetto monitorato e a porre all'attenzione dei Media locali il progetto che è in ritardo. Le promesse fatte dall'amministrazione pubblica beneficiaria del progetto non sono state mantenute. Abbiamo sentito telefonicamente il RUP, con il quale avevamo concordato di visionare il progetto dopo la pubblicazione del bando di gara, ma ad oggi non è stato pubblicato alcun bando. La risposta del RUP in data 3 maggio è stata che il progetto attende il nulla osta del Ministero dell'Interno. Lo stesso RUP in videoconferenza il 28 febbraio ci aveva assicurato che la gara sarebbe stata espletata nel giro di un mese.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con altre tipologie di persone
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
- Intervista con i referenti politici
Abbiamo intervistato i soggetti portatori di interesse del progetto, il Sindaco dott. Franco Ingrillì, il RUP arch. Mario Sidoti Migliore e il Valutatore del progetto dott. Carlo Giuffrè (Sistema informativo ERA del Ministero dell’Interno).
Per capire meglio il fenomeno della violenza di genere sul nostro territorio e per verificare l’esigenza di una casa rifugio, abbiamo posto delle domande alla dott.ssa Deborah Bontempo del centro antiviolenza Pink Project di Capo d’Orlando.
Per approfondire il tema dei beni confiscati alla criminalità ci siamo rivolti al coreferente LIBERA Sicilia dott.ssa Tiziana Tracuzzi e al dott. Francesco Citarda, Presidente della Cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra.
Domande principali
Il progetto è in ritardo, perché?
Cosa ha impedito di raggiungere i risultati preventivati?
Risposte principali
Il progetto è in ritardo a causa delle carenze tecniche degli uffici comunali (un solo ingegnere) e perché bisognava attendere la pubblicazione del nuovo prezzario regionale prima di approvare il progetto esecutivo definito.
La modifica della destinazione d’uso, da casa rifugio a centro antiviolenza, è stata determinata dalla superficie dell’immobile non rispondente agli standard dettati dal Decreto del Presidente della Regione siciliana del 31 marzo 2015.