REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Fiume Potenza: il progetto per la sicurezza.

Inviato il 2/03/2022 | Di Team ecosystem

Descrizione

CONTESTO
Il progetto inizialmente scelto dal team “Ecosystem”, relativo alle opere di manutenzione straordinaria del fiume Potenza nel Comune di Macerata, si è rivelato essere problematico per il mancato inizio dei lavori. Nel timore di non poter monitorare i progressi in opera il Team ha individuato un altro progetto, riferito comunque al fiume Potenza. Ricevuto dal Team ASOC il consenso a variare, il lavoro di monitoraggio è stato orientato sul progetto avviato dalla Regione Marche e attualmente in fase di completamento, che prevede un sistema di interventi rivolti alla mitigazione e alla riduzione del rischio idraulico presente nel tratto del fiume Potenza che va dalla foce alla località Molino dei Gatti, nei Comuni di Porto Recanati, Recanati e Potenza Picena. I territori limitrofi al corso d’acqua nel tratto oggetto di progettazione sono perimetrati dal Piano stralcio di Assetto Idrogeologico con riferimento specifico al rischio esondazione molto elevato. Per la realizzazione dell’intervento sono stati individuati e resi disponibili sia i fondi del Commissario straordinario per gli interventi di mitigazione del rischio Idrogeologico per una somma totale di € 1.200.000,00, sia i fondi comunitari POR FESR Regione Marche per un importo di € 700.000,00 per rispondere all'obiettivo specifico: Riduzione del rischio idrogeologico e di erosione costiera (RA 5.1 AdP), puntando dunque alla valorizzazione del territorio.

Descrizione: CODICE PROGETTO: 45212 - POR/FESR 2014-2020 ASSE 5 AZIONE 15.2.1 - RIDUZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO DEL FIUME POTENZA DALLA FOCE A VILLA POTENZA DI MACERATA -FIUME POTENZA-TRATTO 1 DALLA FOCE A MOLINO GATTI NEI COMUNI DI POTENZA PICENA E RECANATI.
POR FESR regione Marche
Obiettivo tematico: promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi.
Priorità d'investimento selezionata: promuovere investimenti destinati a far fronte a rischi specifici, garantire la resilienza alle catastrofi e sviluppare sistemi di gestione delle catastrofi.
Motivazione della scelta: necessità di contrastare la progressiva erosione costiera e ridurre la percentuale di territorio a rischio idrogeologico. Con gli interventi programmati si intende operare, di concerto con RFI, su un tratto di costa in cui il fenomeno di erosione è particolarmente critico e nei fiumi che hanno la foce nei centri abitati i quali, a causa dei cambiamenti climatici, esondano creando problemi alla popolazione e alle aree industriali. Si intende anche intervenire con progetti pilota, sulle aste fluviali delle aree colpite dal sisma.

Gli obiettivi del Team, connessi al monitoraggio, sono quelli di conoscere nel dettaglio l’intervento che si sta realizzando per acquisire consapevolezza delle politiche regionali e della coerenza dell’impiego di spesa rispetto alle decisioni prese; verificare se effettivamente i lavori andranno a contenere le esondazioni e se gli abitanti potranno vivere in sicurezza attribuendo maggiore valore al territorio.
Gli strumenti attraverso i quali il Team ha teso raggiungere gli obiettivi sono:
• studio delle relazioni e dei rilievi effettuati dai progettisti;
• ricerca, analisi e uso di dati statistici attingendo dalle fonti ISTAT e ISPRA;
• intervista ai responsabili della regione in relazioni a punti specifici della progettazione;
• uscita sul territorio per una visita nei luoghi oggetto di intervento.
Il Fiume Potenza nasce alle pendici del monte Vermenone a quota di 800 m.s.l.m., il bacino complessivo ha un’estensione di circa 760 km2, per una lunghezza dell’asta principale di circa 88 Km con un’altitudine media di circa 430 m s.l.m. Dal punto di vista orografico si possono distinguere due porzioni principali: la fascia appenninica, delimitata dalle dorsali carbonatiche e carbonatico-marnose, e la fascia collinare, pedappenninica, che va a degradare fino al litorale. Nel corso del tempo il fiume ha alimentato situazioni di rischio.
Prima che la Regione intervenisse l'alveo risultava ridotto rispetto all’area demaniale disponibile per la presenza di barre vegetate, anche con alberature di alto fusto che hanno comportato una perdita di consistenti porzioni di sezione idraulica utile per il deflusso idrico. La presenza di attraversamenti infrastrutturali con pile in alveo hanno inoltre diminuito la sezione fluviale e questo ha rappresentato un gravissimo elemento di pericolosità, in quanto ha comportato un aumento della velocità del flusso della corrente, in particolare nei casi di intense precipitazioni autunnali e invernali, quando il fiume Potenza può essere soggetto a piene improvvise. Un alveo avente una sezione così ridotta andava ad aggravare le condizioni di rischio esistenti determinando erosioni spondali, anche alla base di versanti in frana e danneggiamenti alle opere idrauliche di difesa presenti.
Un’ulteriore criticità era rappresentata dalle interruzioni e dai dissesti dei corpi arginali e delle opere di difesa spondale esistenti in quanto questi rappresentano un importantissimo presidio idraulico a protezione degli abitati posti nella pianura alluvionale del fiume Potenza. Queste problematiche sono sorte a causa di errori compiuti intorno al 1400, quando i Benedettini spostarono sul versante di destra il corso del fiume a 8 km alla foce, facendolo arrivare ai piedi dei colli recanatesi. Con il tempo gli argini sono stati distrutti, tra il 1999 e il 2000 ne sono venuti a mancare 4 e le conseguenze sono state le inondazioni nella valle del Potenza.
Il progetto di contenimento delle acque in esame è stato realizzando attraverso tre piste di intervento:
- rinforzare in alcuni punti l’argine con infissione di palancole;
- allargare l’alveo, laddove le dimensioni erano ridotte, per contenere le esondazioni;
-tagliare la vegetazione, senza estirpare l’apparato radicale, allo scopo di ridurre l’erosione in prossimità di strade e ponti.
Per la messa in opera degli interventi è stato necessario interloquire con i privati. Il rapporto si è svolto attraverso un accordo bonario, cioè non si è proceduto a forzature legislative o normative. Nell’interazione con i proprietari è stata ricordata la sovranità dell’argine riconosciuta dal codice civile e quindi il ripristino di quella continuità che è venuta a mancare con la realizzazione delle opere antropiche, quali l’accesso al ponte della Barchetta che ha abbassato la quota arginale, l’accesso ai fabbricati residenziali a valle e la stessa autostrada che ha creato un varco sullo stesso argine. Per quanto riguarda l’autostrada si è fatta carico la società autostrade in prima persona in quanto era in corso di esecuzione la terza corsia, quindi hanno ripristinato la continuità arginale secondo le prescrizioni operative del progettista. Nelle proprietà private è intervenuta la ditta appaltatrice dei lavori previo accordo con le parti. E’ stato fatto il rialzo stradale con misto granulare inerte, il binder e l’asfalto, creando così quella continuità che era venuta a mancare. Non sono mancate le problematiche come le proteste dei cacciatori per il taglio delle querce, sedi di nidificazione. Tutto ciò non ha però impedito o rallentato il decorso dell’intervento.
Monitoraggio
Nel percorso di monitoraggio è stato essenziale per il Team Ecosystem incontrare gli Enti di supporto. Lo Europe Direct Unione Montana Marca di Camerino, attraverso una serie di incontri in presenza e a distanza con le responsabili, le dott.sse. Valentina Secondini, Roberta Magherini e Vanessa Tomassini, ha aperto alla conoscenza dei fondi europei diretti e indiretti, ha dedicato ampio spazio all’analisi dei fondi strutturali e alle possibili implicazioni di supporto per gli investimenti sui territori. L’ISTAT, in un incontro con la responsabile territoriale dott.ssa Chiara Capogrossi, ha guidato il Team nella consultazione del sito rispetto alle richieste della ricerca, per poter individuare i dati statistici opportuni a sostenere correttamente le ipotesi di osservazione attraverso l’uso dei dati secondari. I dati estrapolati dalle fonti ISTAT e ISPRA, analizzati e rielaborati hanno permesso di indagare sulla situazione in cui si trovano l’Italia e, nello specifico, la regione Marche in relazione al rischio di frane, alluvioni ed esondazioni che versano sulla popolazione e gli edifici. Un ulteriore incontro con l’ing. Simone Poeta, funzionario responsabile della Regione Marche, l'ing. Vincenzo Marzialetti progettista e l'architetto Giannicola Domizi, direttore dei lavori, ha reso possibile ottenere i dati primari necessari a cogliere gli aspetti tecnici inerenti la realizzazione dell’opera e tutti gli aspetti formali che l’hanno resa possibile.

Cosa abbiamo scoperto

Avanzamento

Gli interventi effettuati sono stati notevoli:
• sistemazione della foce;
• taglio alberature su corpo arginale;
• infissione palancole;
• rinforzo argine esistente;
• trasporto a discarica o altro sito autorizzato;
• scavi in alveo;
• adeguamento quota della strada di accesso al ponte della barchetta;
• adeguamento quota della strada comunale di via santa maria in potenza;
• ripristino della continuita’ arginale mediante chiusura del varco dovuto al viadotto della a14;
• ripristino della continuita’ arginale in prossimita’ di un accesso carrabile ad aso abitativo;
• sistemazione gabbionata lesionata a monte della strada ss16;
• sistemazione di difesa longitudinale in massi calcarei.
E' stato inoltre attivato il sistema di monitoraggio del livello delle acque attraverso l'uso di telecamere posizionate in punti strategici lungo la SS16 e orientate sulle aste altimetriche, nonché la possibilità di accedere facilmente alle immagini dal cellulare con una app.
Rimane fuori dal progetto, poiché è stata richiesta la modifica con variante successiva, la continuità a valle verso la zona tra la strada statale 16 e il camping Paradise, in quanto delle problematiche operative con l’ASTEA non rendevano possibile ripristinare l’argine nella forma progettuale. Si sta aspettando che il Comune di Porto Recanati faccia la procedura espropriativa e la completi, così che si possa procedere alla realizzazione degli ultimi 30 metri.

Risultati

Intervento molto utile ed efficace - Gli aspetti positivi prevalgono ed è giudicato complessivamente efficace dal punto di vista dell'utente finale

Il progetto non è del tutto concluso, ma i risultati positivi si sono già riscontrati durante la piena dell'11 dicembre del 2021, in quanto non sono seguite segnalazioni da coloro che abitano lungo le sponde e il software utilizzato per il monitoraggio ha consentito di verificare la solidità dei lavori eseguiti. Un altro elemento positivo riscontrato dai cittadini è stata l'opera di bonifica e di sistemazione della vegetazione che ha comportato una riduzione nella presenza di insetti. E' stato dunque raggiunto l'obiettivo di ripristino della condizione di sicurezza idraulica del corso d'acqua in considerazione della delocalizzazione artificiosamente operata nel 1400. Più un corso d’acqua è naturale e più la velocità tende a limitarsi.

Punti di debolezza

I problemi di incomprensione manifestati dai cittadini proprio nel primo giorno di apertura del cantiere evidenziano, forse, una campagna informativa non del tutto efficace.

Punti di forza

Il punto di forza principale è quello di aver ripristinato la condizione di sicurezza idraulica del corso d'acqua in considerazione della delocalizzazione artificiosamente operata nel 1400 che ha portato il corso a valle, mentre con gli interventi effettuati l'alveo è stato ripristinato nella sua sede naturale. Più un corso d’acqua è naturale e più la velocità tende a limitarsi, quindi il flusso e regolare. Esiste una diversa dinamicità su quelli che sono i coefficienti di sicurezza che incidono fortemente sulle sponde e sull’erosione.
Altro aspetto positivo è aver salvaguardato le querce secolari, quindi essere intervenuti con un cantiere leggero evitando il taglio indiscriminato di piante. Significativi, inoltre, sono stati gli accordi raggiunti con i proprietari delle aree private e con la Società Autostrade per i lavori di rinforzo delle opere antropiche.

Rischi

Il rischio maggiore è che non seguano nel tempo interventi di manutenzione ordinaria.

Soluzioni e Idee

Sarebbe opportuno istituire un Comitato "Fiume Potenza", aperto a tutti coloro che abitano o lavorano lungo il fiume per fungere da presidio di controllo per segnalazioni o interazioni di vario genere con i progettisti.

Risultati e impatto del monitoraggio

Diffusione dei risultati

  • Twitter
  • Facebook
  • Instagram
  • Eventi territoriali organizzati dai team
  • Interviste ai media

Connessioni

  • organizzatore, Festa dell'Europa
  • co-organizzatore, Festa dell'Europa

Contatti con i media

  • TV Locali
  • Giornali Locali
  • Altro

Contatti con le Pubbliche Amministrazioni per discutere i risultati del Monitoraggio

  • Problema risolto

Descrizione del caso

Durante i due incontri avuti con i funzionari della Regione Marche abbiamo registrato una generale sorpresa e soddisfazione per il fatto che una classe di studenti abbia studiato la documentazione progettuale e abbia poi espresso la volontà di verificare in luogo le opere realizzate. L'ingegnere progettista ci ha fatto notare che tutto il loro lavoro viene visionato solo in occasioni particolari quando ci sono problemi o bisogna fare dei controlli. In particolar modo nel secondo incontro si è riscontrata una maggiore disponibilità nel dedicare tempo ad illustrare le azioni di monitoraggio al progetto individuate in corso d'opera e un'attenzione a valutare con i ragazzi e le ragazze le possibili ricadute. Un altro impatto positivo lo abbiamo riscontrato nel fatto che l'intervista che ci è stat fatta dal TgR Marche ci ha dato l'occasione per farci conoscere anche all’esterno della scuola.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)

1) ing. Vincenzo Marzialetti – Dirigente Settore Genio Civile Marche Sud, Progettista;
2) arch. Giannicola Domizi – Funzionario tecnico Settore Genio Civile Marche Sud, Direttore dei lavori;
3) dott.ssa Roberta Tognetti - Funzionaria amministrativa-contabile Settore Genio Civile Marche Sud;
4) ing. Simone Poeta – Funzionario tecnico Dipartimento Infrastrutture, Territorio e Protezione Civile;

Domande principali

Le seguenti domande sono state poste durante l'uscita e sono considerate principali in quanto fanno riferimenti a due punti fondamentali: strategia costruttiva e ricaduta culturale:
1) Durante l’infissione delle palancole si sono verificati dei problemi dato il loro spessore e la composizione del sottosuolo? (Domanda rivolta al Direttore dei lavori)
2) Quanto è importante far conoscere questi argomenti alle nuove generazioni affinché possano occuparsi in futuro delle problematiche fluviali che potrebbero sorgere? (Domanda rivolta all'ingegnere progettista)

Risposte principali

1) No, non ci sono state grosse problematiche proprio per lo studio che è stato fatto preliminarmente sulla tipologia di materiale dell’argine e della costituzione; poi essendo un argine molto vetusto, realizzato in modo artigianale dai monaci Benedettini nel 1400, automaticamente non c’è stata una grossa compattazione, se non quella del tempo. Le moderne tecnologie di infissione hanno fatto sì che non ci fossero grosse problematiche, se non le interferenze causate dall’apparato radicale che ci hanno portato ad avere delle precauzioni maggiori a ridosso delle querce secolari che abbiamo tutelato. (Risposta data del Direttore dei lavori)
2) E’ importante conoscere queste problematiche perché potrebbero verificarsi situazioni di urgenza nei ricambi fluviali, che appunto sono problematiche conseguenti al mancato lavoro di manutenzione periodico. L’abbandono dei corsi d’acqua anche da parte dei fondisti va a peggiorare l'area, quindi porta ad un maggior lavoro, ad intervenire in tempo sui territori, ad avere una conoscenza più ampia e capire anche quali sono i problemi nel costruire zone residenziali o zone industriali a ridosso dei corsi d’acqua, con tutti i rischi che ne conseguono per gli abitanti e per i territori circostanti. (Risposta data dall'ingegnere progettista).