REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
ABITARE UDINE: QUARTIERE SAN DOMENICO 2030 COMUNITÀ AL PLURALE” Intervento di Riqualificazione e Rigenerazione Urbana del complesso immobiliare di edilizia residenziale pubblica
Inviato il 18/01/2023 | Di Elena Canciani
| @elenacanciani3, Linkedin: linkedin.com/in/elenacanciani
Cosa abbiamo scoperto
Obiettivi del progetto Tweet
Si tratta di un progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana di un quartiere popolare di edilizia residenziale pubblica sito nel Comune di Udine in Regione Friuli Venezia - Giulia.
Nella Relazione di sintesi si legge che obiettivo del Comune è rendere »il nuovo quartiere San Domenico un polo di rigenerazione urbana per l’intero ambito ovest di Udine. » e che »l' intervento di rigenerazione urbana affronta sia la questione urbanistico-edilizia, ma soprattutto intende promuovere una maggiore integrazione ed interconnessione dell’ambito di intervento con il suo contesto di riferimento. Una integrazione sia rispetto al sistema degli spazi verdi urbani e con la rete ecologico ambientale e del paesaggio; sia con il sistema della mobilità ciclabile. Inoltre l’intervento, grazie all’apporto collaborativo del mondo del privato sociale e dell’associazionismo, sarà orientato anche ad affrontare i temi di natura socio-assistenziale e dell’integrazione dei cittadini che si trovano in situazioni di disagio o difficoltà e per i quali sono necessarie forme di accompagnamento e sostegno sociale, attraverso la rete dei soggetti che già operano sul territorio«
Il Comune afferma di voler “restituire alle oltre 160 famiglie attualmente insediate, un patrimonio abitativo (e di servizi) più̀ adeguato alle nuove esigenze abitative e, in particolare, con uno standard edilizio attento ai consumi energetici così da ridurre i costi di manutenzione e gestione a carico delle famiglie e degli enti gestori.
Da ultimo il comune fa richiamo esplicito alla Comunità sostenendo che “l’intera operazione intende rinnovare e ripensare, in un’ottica contemporanea, un’i dea di comunità. In relazione al concetto di comunità - il comune spiega - si intende lavorare su tre direzioni:
»In primo luogo, sull’idea di una comunità accogliente, votata a integrare attorno alle circa 160 famiglie attualmente insediate un nuovo nucleo abitativo che alimenti la composizione sociale immaginando la possibilità di forme abitative orientate alle nuove e attuali esigenze della popolazione siano essi giovani coppie, giovani imprenditori attraverso la soluzione di case-bottega, oppure anziani attraverso nuove forme abitative di co-housing assistito.
In secondo luogo, sull’idea di una comunità solidale, ovvero incentrata su una fitta relazione di scambi che alimentino i servizi già esistenti messi a disposizione da soggetti pubblici e del privato sociale (la scuola primaria, la Comunità Piergiorgio Onlus, la chiesa di San Domenico, Fondazione Casa dell’Immacolata di don Emilio De Roja, Anteas Regione FVG ODV) nella realizzazione di orti urbani e la concessione in gestione a diverse fasce di soggetti tra cui: famiglie, anziani, associazioni e scuole. Il progetto è un’occasione per ripensare al ruolo delle aree verdi pubbliche oggi sottoutilizzate, o ai negozi di vicinato che oggi sono quanto mai importanti nello specifico per quella fascia di popolazione anziana che necessita di beni di prima necessità nelle immediate prossimità della loro abitazione. Il progetto proposto è stata anche un’occasione per pensare all’istituzione di un Punto Integrato Sociosanitario (PIS) pubblico, che vuol mantenere al centro la persona con l’unitarietà dei suoi bisogni e la globalità della risposta, la sinergia degli operatori (medici di famiglia, assistenti sociali, psicologi, infermieri). Un punto che vada a sostegno della fascia di popolazione più fragile e che si integri con i servizi che già vengono offerti dalla Comunità Piergiorgio la quale si occupa nello specifico di soggetti con disabilità.
Infine, in terzo luogo, è possibile immaginare una comunità “energetica, ovvero una comunità che costruisce la sua futura identità anche sulla possibilità di abitare spazi domestici e utilizzare servizi costruiti in maniera sostenibile (ad esempio puntando a azzerare la CO2 prodotta dal cantiere), spazi che producano energia (ad esempio con pannelli fotovoltaici che producano più energia di quanta ne necessitino le attività del quartiere) o con impianti orientati al geotermico o ancora con la possibilità di utilizzare, per il consumo diretto, un ampio spazio comunitario autogestito destinato ad orto urbano."
Il progetto ha trovato iniziale finanziamento nel Programma Innovativo nazionale per la Qualità dell'Abitare (Art. 1 Commi 437 e seguenti, Legge N.160 del 27/12/2019) di cui si riporta di seguito il link: https://qualitabitare.mit.gov.it/login, che si poneva l'obiettivo di riqualificare e incrementare il patrimonio di residenziale sociale, rigenerare il tessuto socio-economico, incrementare l'accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici, migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini. Gli edifici interessati dall'intervento sono di proprietà del Comune di Udine e gestiti dall'ATER (azienda territoriale per l'edilizia residenziale). Il beneficiario, Comune di Udine, ha approvato l' Intervento di Riqualificazione e Rigenerazione Urbana del complesso immobiliare di edilizia residenziale pubblica denominato San Domenico, con Delibera di Giunta Comunale n.65 del 12.03.2021. Il progetto aveva un valore complessivo di 25.000.000,00 (quota contributo Ministero€ 15.000.000,00, quota carico comune €8.200.000,00, quota carico ATER € 1.800.000,00) e 10 anni di durata con avvio a marzo 2021 e conclusione a marzo 2031.
Nel progetto, il Comune descriveva la seguente fotografia del quartiere al 2021: n.164 famiglie, n.164 appartamenti, mq 8834 verde pubblico, mq orti: 0, mq 17850 costruito, mq 11824 suolo permeabile, Mq negozi: 0, mq servizi:0, classe energetica: G e prospettava al 2031 la seguente situazione: n. 180 famiglie, n.178 appartamenti, n. 9392 mq verde pubblico, n.1068 mq orti, n.mq 17600 costruito, n.mq 12396 suolo permeabile, mq 502 negozi, mq 498 servizi, classe energetica: A.
Da rilevazione condotta personalmente a marzo 2023, quindi prima dell'avvio materiale del progetto di costruzione, risultano attive a San Domenico le seguenti attività e servizi: parrucchiera, bar, fotografo, pizzeria, studio olistico, studio di consulenza coltivatori diretti, una toelettatura per cani.
Il progetto è importante perchè interviene con risorse rilevanti, 15 milioni di euro, su un quartiere della periferia udinese che, dall'analisi che ne fa il Comune beneficiario, è abitato per lo più da una popolazione “adulta” spesso composta da famiglie formate da uno o due componenti" con presenza di soggetti vulnerabili.
Attività previste
In concreto oltre la ridefinizione dell'intervento per essere inserito nel PNRR, nell'anno 2022 era previsto il trasferimento di n.80 famiglie che risiedevano in 74 appartamenti che dovevano essere demoliti per costruirne 112 nuovi.
A metà dicembre 2021, dopo che gli inquilini hanno ricevuto dal comune la lettera che li informava dell'intervento e delle tempistiche di avvio dei traslochi, è stato costituito il Comitato dei residenti per avere delle risposte dall'amministrazione comunale che non aveva mai presentato in una pubblica assemblea con i residenti e gli inquilini del quartiere l'intervento, l'11 gennaio 2022 ha preso avvio l'attività del punto di ascolto voluto dall'amministrazione comunale per raccogliere i bisogni delle famiglie interessate dal trasloco.
Il processo di trasloco è stato avviato al 20 luglio 2022 ed è terminato il 31 marzo 2023 sono state spostate n.62 famiglie, i cui componenti hanno un'età media di +65 anni, nei quartieri di Chiavris, San Rocco, Rizzi, Paderno che non sono limitrofi a San Domenico come si leggeva nel progetto iniziale.
Le persone trasferite hanno dovuto incorrere in spese per l'adattamento degli appartamenti "transitori" che l'amministrazione comunale ha promesso di risarcire sulla base di una nota spese da consegnare entro la fine di maggio 2023, la fase di rimborso ha preso avvio con la ricezione dalla parte delle famiglie di una nota dell'ATER di Udine. Da verifiche informali si riscontra che non tutte le 62 famiglie trasferite hanno presentato richiesta di rimborso mantenendo a loro carico i costi di adattamento sostenuti. In tale senso si evidenzia come, considerate le caratteristiche delle famiglie, vale a dire soggetti fragili e in largo numero in età avanzata, la mancanza di supporto nel luogo dove sono stati trasferiti potrebbe essere stata determinante nella rinuncia alla richiesta del rimborso visto che a San Domenico le stesse persone potevano godere del supporto della rete associativa anche nel disbrigo delle pratiche burocratiche vedi progetto IDA (http://www.piergiorgio.org/files/19_01_12_13.pdf)
Gli inquilini riuniti in assemblea il 1 febbraio 2023, a cui ho preso parte come osservatore, hanno riferito di forti criticità legate al trasloco ed all'adeguamento e pulizia degli immobili ricevuti e alla difficoltà di ottenere da ATER gli adattamenti richiesti in tempi brevi.
La presentazione dell'aggiornamento degli interventi a seguito dell'inserimento del progetto all'interno del PNRR con la riduzione degli importi del progetto con 15 milioni di € a carico del Ministero delle Infrastrutture, € 1,5 milioni di € a carico del comune di Udine e la fissazione del termine di conclusione dell'intervento al 15 marzo 2026, così come approvata nel verbale di deliberazione di giunta comunale di Udine n. 470 del 30 novembre 2021, è stata fatta alle sole Associazioni ad inizio 2023 ma il progetto aggiornato non è stato mai diffuso dal Comune di Udine nella durata del presente report (31 marzo 2023).
Dai documenti pubblici si desume che al finanziamento del Comune si unisce l'intervento di ATER negli stabili siti in via Eritrea 5-7 di proprietà del Comune di Udine e ceduti ad ATER un intervento di demolizione di 3 fabbricati per 28 alloggi e costruzione di un fabbricato per 39 alloggi PROV0000025497 per un importo pari a € 7.4ata:58.858,82 - fa parte del Piano nazionale complementare al PNRR - Intervento Sicuro, verde e sociale. Di tale intervento non è mai stata organizzata presentazione pubblica
Entro il 31 marzo 2023 per i Progetti Pinqua doveva essere completata la fase di affidamento dei contratti ai sensi del cronoprogramma definito nel CID sottoscritto dall'Italia con la Commissione europea a dicembre 2021.
Il comune ha sottoscritto il 14 marzo 2022 la Convenzione n_3657_convenzione_comune_di_udine_id_191_UDINE con il Ministero delle Infrastrutture.
In parallelo nel periodo gennaio - febbraio 2022 il Comitato dei residenti ha svolto delle interviste volte a comprendere la reazione degli inquilini interessati dall'intervento al progetto proposto dal Comune e la propensione a rientrare nelle proprie case una volta che l'intervento è completato ossia dopo un tempo stimato di 3 anni; tali interviste hanno coinvolto 92 nuclei familiari e si è potuto riscontrare che vi sia una decisa propensione a non considerare l’opera, così come proposta necessaria o utile e che la gran parte degli intervistati non vuole trasferirsi e nel caso intende rientrare nel quartiere a progetto ultimato.
Con l'insediamento della nuova amministrazione comunale, dopo la vittoria delle elezioni tenutesi ad aprile 2023, si attende la condivisione pubblica del progetto definitivo.
Origine del progetto
Il progetto (CUP: C28I21000160001) è stato approvato nel contesto del Programma innovativo della qualità dell'abitare (PINQuA) LEGGE 27 dicembre
2019, n. 160 legge di Bilancio 2020 e finanziato attraverso la Missione 5 "Inclusione e Coesione" Componente 2-Investimento 2.3 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (D.M. 7 ottobre 2021 n. 383 https://bit.ly/3HehqoB). Il progetto è stato approvato dal beneficiario, comune di Udine, con Delibera di Giunta Comunale n.65 del 12.03.2021.
Il Comune ha coinvolto nella definizione del progetto le Associazioni del territorio con cui è stato sottoscritto un protocollo. Il progetto - nelle sue versioni iniziale e rimodulato - non è mai stato presentato ai cittadini in un'assemblea plenaria ma è stato presentato alle associazioni con slide che non sono state diffuse. Ai cittadini incontrati singolarmente al punto di ascolto da ATER e dall'amministrazione comunale è stato chiesto di esprimere i bisogni in termini di appartamento transitorio e sono state fatte delle proposte di soluzioni abitative, non si sono rinvenuti verbali di tali incontri individuali ai quali non era presente il comitato dei residenti. Il Comitato dei residenti ha organizzato incontri di condivisione con i residenti e gli inquilini e si è fatto carico, insieme alla Parrocchia di San Domenico, di supportare i traslochi con aiuti di disbrigo burocratico, supporto nelle pulizie, sostegno morale alle persone anziane nell'affrontare questo momento.
Sul progetto il documentarista Nicola Pinton ha preparato un documentario in cui sono raccolte le interviste delle persone interessate ai traslochi e le foto, video delle giornate di trasloco.
Soggetti Beneficiari
Sono interessati dal progetto i residenti del quartiere di edilizia residenziale pubblica di San Domenico a Udine, nella fattispecie si tratta dopo la rimodulazione nel progetto per l'inserimento nel programma PINQUA, di 80 nuclei familiari così presentati dal comune di Udine nella Relazione di sintesi accompagnatoria della Delibera n.65/2021 "
Analisi tipologica degli alloggi
La relazione di accompagnamento alla Delibera della Giunta comunale riporta la seguente analisi delle caratteristiche demografiche della popolazione residente nel quartiere San Domenico, spiegando che è stata condotta utilizzando i dati in possesso al Comune di Udine (Ufficio Anagrafe) e relativi al 31.12.2019.
La popolazione interessata dall'intervento di riqualificazione e oggetto dell'indagine risulta composta da poco più di 300 unità suddivisa in 153 famiglie.
La classe d’età più rappresentativa è quella che va da 40-64 anni (35%) e da 65 e+anni (35%) che rappresentano insieme il 70% degli abitanti. Interessante è la disaggregazione dei componenti delle famiglie: il 47% delle stesse è composta da un componente, mentre le famiglie formate
da due componenti rappresenta il 29%. Ciò porta a stabilire che il 76% delle famiglie del quartiere è costituito da massimo due componenti.
Anche la tipologia anagrafica delle famiglie consente di connotare maggiormente la popolazione indagata: quasi il 60% del totale delle famiglie è composta da un componente compreso in una classe di età dai 65e + anni. Questo prima disamina dei dati ci permette di tratteggiare la popolazione del quartiere San Domenico come una popolazione “adulta” spesso composta da famiglie formate da uno o due componenti."
Nel quartiere di San Domenico, nel tempo accanto alle famiglie con redditi ridotti si sono trovate famiglie vulnerabili che hanno trovato nella coesione e aiuto reciproco il sostegno e la possibilità di condurre una vita serena.
Contesto
Il beneficiario comune di Udine ha riferito in un intervista da me realizzata il 10 marzo 2023 di aver scelto di concentrare l’intervento finanziato dal programma Pinqua nel quartiere di San Domenico perché era l’unico quartiere in cui il comune di Udine disponeva di così ampi spazi di sua proprietà, si evidenzia che il Comune di Udine era proprietario anche dell'area in cui è realizzato l'intervento di ATER Udine finanziato con il Programma Sicuro, Verde e Sociale, successivamente ceduto ad ATER a settembre 2022.
Avanzamento
Il Ministero MIMS ha relazionato sull'attuazione dell'intervento PNRR_ M5C2 – Investimento 2.3: Programma innovativo della qualità dell’abitare – PINQuA , a dicembre 2021 in occasione della prima Relazione sul PNRR accompagnatoria alla richiesta della I rata alla Commissione Europea (link al documento: https://italiadomani.gov.it/it/strumenti/documenti/archivio-documenti.html?orderby=%40jcr%3Acontent%2Fdate&sort=desc&category=Relazioni%20al%20Parlamento%20sullo%20stato%20di%20attuazione), la successiva relazione disponibile descrittiva nello specifico dell'intervento risale a marzo 2022 (di seguito il link:https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-04/Rapporto_Pinqua_web.pdf) l'ultima relazione del MIMS sull'intervento è inserita nella seconda relazione PNRR riferita allo stato avanzamento lavori a giugno 2022 pubblicata ad ottobre 2022(di seguito il link: https://www.italiadomani.gov.it/content/dam/sogei-ng/documenti/Seconda%20Relazione%20PNRR%20Parlamento%20_Sezione_II.pdf).
Per le attività realizzate dal 1 luglio 2022 ad oggi mancano i dati descrittivi del Ministero delle Infrastrutture relativi al monitoraggio del progetto, tuttavia il Ministero competente rappresenta criticità oggettive legate al rincaro dei materiali e problemi di gestione amministrativa dell'intervento. Dai dati diffusi da ANCI nazionale si apprende che molti progetti PINQUA sono rimasti esclusi dal Fondo Opere Indifferibili avendo bandito le gare prima del 18 maggio 2022; per questo ANCI ha proposto un emendamento al DL 13/2023 sul PNRR per sanare questa esclusione. Tale previsione è stata accolta in sede di conversione del Decreto Legge.
Per quanto attiene il Comune di Udine non sono stati diffusi dati sullo stato di avanzamento ed al 31 marzo 2023 non era stata presentata al pubblico e diffusa la revisione del progetto fatta a seguito del suo finanziamento attraverso il PNRR.
Risultati
Non concluso
Punti di debolezza
Ciò che non ho trovato adeguato è la mancata cura del processo partecipativo e del confronto pubblico da parte dell'amministrazione comunale necessario in un progetto di rigenerazione urbana di un'area vulnerabile.
Mi pare un elemento grave in un progetto che, considerati gli obiettivi del programma di investire in progetti di edilizia sociale e rigenerazione urbana per rendere attrattivi per l’abitare quei luoghi oggi disposti ai margini delle città, sia in senso fisico sia sociale, doveva garantire la centralità dei bisogni ed aspettative delle persone attraverso un processo partecipativo strutturato nel tempo. Il progetto infatti è stato finanziato da un Programma - PINQUA - che si propone di realizzare un modello di “abitare sociale integrato”, riprogettando non solo le abitazioni, ma anche gli spazi a disposizione della città nella prospettiva della “smart city”, fondata su tre principi base: vivibilità, funzionalità e sostenibilità. Il richiamo della smart city nei suoi elementi costitutivi di smart governance e smart people impone un passaggio da una logica di governo ad una logica di governance multilivello con l'attivazione di un percorso di co-decisione tra amministrazione e cittadini per pianificare interventi che effettivamente migliorino la qualità della vita degli inquilini e residenti attuali e non mirino esclusivamente a riqualificare i luoghi per i residenti futuri.
Mi preoccupa il fatto che non ho avuto modo di comprendere nel corso dell'intervista con l'amministrazione comunale effettuata il 10 marzo 2023, se sarà assicurato un affitto sostenibile per il rientro nelle loro abitazioni delle 62 famiglie trasferite una volta concluso l'intervento; tale quesito deve trovare immediata risposta visto che è noto che il valore dell'affitto dipende anche dalle caratteristiche dell'immobile che a fine intervento saranno di certo migliori si pensi, tra tutti, al passaggio della classe energetica delle case da G ad A.
Se gli inquilini non potessero rientrare perchè non se lo possono permettere per ragioni economiche verrebbe disatteso l'obiettivo stesso del Programma PINQUA vale a dire migliorare la coesione sociale e la qualita'
della vita dei cittadini.
In merito sottolineo il parere della Corte dei conti nella relazione di marzo 2023 sull'intervento PINQUA nel contesto del PNRR: "Le unità abitative realizzate dovrebbero garantire un accesso calmierato, in funzione dei canoni di edilizia sociale previsti a livello locale, a numerosi nuclei familiari. La stima di progetto è di un risparmio mensile medio per abitazione in termini di canone di locazione rispetto ai prezzi di mercato pari a circa 479 euro per nucleo familiare."
Punti di forza
Valuto positivamente che il comune di Udine ed ATER abbiano deciso di riqualificare in termini di efficienza energetica, accessibilità e sostenibilità ambientale il quartiere di San Domenico che, come riferito da numerosi residenti nel corso degli incontri pubblici a cui ho preso parte come osservatore, da tempo non riceveva risposte alle criticità e degrado presenti.
Rischi
Il rischio è che le n.62 famiglie trasferite non abbiamo la possibilità di rientrare nelle loro case perchè una volta riqualificate presentano un valore di affitto non sostenibile. Oltre a questo c'è il rischio che aumentando il numero delle case si immetta nel quartiere un numero elevato di famiglie che cambino in modo permanente il quartiere stesso. E' inoltre preoccupante il percorso dei nuclei familiari trasferiti (considerata l'età e la presenza di soggetti fragili)in diversi quartieri della città se non saranno seguiti nel loro percorso di inserimento dai servizi sociali del Comune. La mancanza di un processo partecipativo attivato dal Comune nel passato se non sostituita nel presente e nel futuro da un percorso strutturato porterà ad un intervento che non risponde ai bisogni dei cittadini e quindi non realizza gli obiettivi del Programma PINQUA che lo ha finanziato.
Soluzioni e Idee
Strutturare un percorso di partecipazione con un cronoprogramma definito e degli strumenti adeguati quali a titolo di esempio: il forum istituito dal MASE per raccogliere il contributo della società civile (https://www.mase.gov.it/pagina/il-contributo-della-societa-civile-il-forum-come-funziona-il-forum) e il progetto https://www.anci.it/coprogetta/ per il coinvolgimento del terzo settore, per strutturare la Partecipazione nel quartiere nella fase di sviluppo dei progetti coinvolgendo i residenti, gli inquilini e se possibile anche i nuclei transitoriamente trasferiti per co-realizzare l'intervento e renderlo rispondente ai bisogni delle persone.
Consiglio anche di creare una rete di scambio di buone pratiche e lezioni apprese con gli altri 151 progetti ordinari Pinqua finanziati dal PNRR nel territorio italiano tra i quali si evidenziano realtà che hanno saputo strutturare la partecipazione (nota bene per sapere l'elenco dei progetti Pinqua finanziati si precisa che il decreto direttoriale n. 17524 del 29 dicembre 2021 e il d.d. n. 804 del 20 gennaio 2022 hanno rispettivamente individuato gli elenchi delle proposte “Pilota” e delle proposte “ordinarie” ammesse a finanziamento),
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con altre tipologie di persone
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
- Intervista con i referenti politici
Sono state intervistate:
Rosanna Bulfoni, per la Parrocchia di San Domenico
Simona Longhitano, tra i fondatori del Comitato dei residenti
Rita Nassimbeni, Presidente associazione ANTEAS
Aldo Galante, Presidente Comunità Piergiorgio
Vittorino Boem, Presidente Casa dell'Immacolata
Assessore del comune di Udine (Soggetto attuatore del progetto), Giulia Manzan (amministrazione in carica fino al 31 marzo 2023)
Dirigente Comune di Udine Cristina Croppo
Domande principali
1. punti di forza e debolezza del progetto
2. ruolo dell'organizzazione nel progetto e Impatti attesi
Risposte principali
Intervista n.1, gennaio 2023
Per la Parrocchia di San Domenico, Rosanna Bulfoni
1. punti di forza e debolezza del progetto
FORZA un punto di forza è rappresentato sicuramente dalla riqualificazione del quartiere che porterà sia una miglior qualità della vita dei cittadini che una migliore qualità del contesto.
Un altro punto di forza è costituito dal fatto che gli attuali abitanti del Quartiere che conoscono sia il progetto che la storia del quartiere potranno fungere da punto di riferimento e appoggio per le nuove persone che verranno ad abitarci dopo la riqualificazione.
DEBOLEZZA la mancanza di condivisione e di comunicazione delle idee e delle finalità del progetto da parte dell’Amministrazione comunale. La mancata possibilità degli inquilini destinatari dell’intervento di poter condividere le intenzioni con il Comune aveva e poter rappresentare i loro bisogni prima che il progetto venisse elaborato e candidato all’Avviso del Programma PINQUA.
Un ulteriore punto di debolezza è rappresentato dall’insensibilità mostrata dall’amministrazione comunale in termini di riconoscimento delle PERSONE che portano avanti la storia e rappresentano le RADICI di San Domenico.
In ultimo un fattore di debolezza è costituito dal fatto che il progetto prevede la chiusura del nuovo abitato verso via della Faula, luogo che da sempre ha ospitato il BAR del quartiere, la cartoleria, il fotografo mentre ora il quartiere sarà separato da via della Faula da una “Muraglia” per svilupparsi verso l'interno, verso la parrocchia , "limitando lo sguardo” del quartiere verso la città di Udine.
Va osservato che la rimodulazione del progetto volta al finanziamento dello stesso nel contesto del Programma PINQUA ha cambiato un po' il risultato finale dell’intervento.
2. Impatti attesi
Secondo quanto l’amministrazione comunale ha spiegato negli incontri con le associazioni quanto ci si aspetta è che i futuri “nuovi inquilini” possano prendere come punto di riferimento il sistema di accoglienza sociale, basato sulla rete delle persone e delle associazioni, che negli ultimi anni ha qualificato il quartiere di San Domenico. Ciò che si vuole evidenziare è che è stato molto faticoso mettere in piedi questo sistema di relazioni e di servizi che c'è oggi nel quartiere di San Domenico e quindi ci aspettiamo di non dover ricominciare tutto da capo ma al contrario vorremmo essere sostenuti e valorizzati per quanto fatto.
Intervista n.2, gennaio 2023
Per il Comitato dei residenti, Simona Longhitano
1. punti di forza e debolezza del progetto
FORZA Un punto di forza è costituito sicuramente dalla creazione della comunità energetica e il beneficio che questo intervento di riqualificazione può dare non solo alle case coinvolte direttamente ma anche al quartiere nel suo complesso.
Un importante punto di forza che è venuto meno a causa delle rimodulazione dell’intervento dopo la partecipazione all’avviso PINQUA, è rappresentato invece dalla caratterizzazione che si voleva dare alla case riqualificate che potevano essere: loft, spazi di cohousing, case per famiglie numerose, ecc e questo avrebbe influito anche sulla tipologia di famiglie che potevano venire ad abitare nel quartiere rappresentando quindi un'ipotesi di cambiamento della composizione sociale di San Domenico.
DEBOLEZZA
Una debolezza del progetto proposto è stata quella di non aver mai preso in considerazione l'idea alternativa alle demolizioni delle case elemento che aggrava la gestione delle persone ed aver fondato tale proposta progettuale su una classificazione delle case che ne attestava l’uniformità in termini di anno di costruzione e condizioni di abitabilità quando nella realtà è dimostrabile che tale uniformità non esiste. Questo ha generato degli attriti anche fra le persone residenti soprattutto dopo la rimodulazione del progetto, quando la demolizione non interessava più tutte le abitazioni ma solo alcune, che tuttavia non corrispondevano a quelle con condizioni di abitabilità peggiori ma ad esempio a palazzine costruite nel 1986(da confermare la data) che presentavano il solo limite di non essere dotate di ascensore elemento che per gli inquilini non costituiva un bisogno.
L'altro punto di debolezza è costituito dal fatto che l’intervento di riqualificazione interessa la parte centrale del quartiere intervallandosi tra palazzine nuove e palazzine vecchie e snaturando anche tutto quel concetto di comunità che si voleva preservare. Questo elemento sarà aggravato nella fase di demolizione degli edifici perché i cantieri saranno invasivi rispetto alla vita del quartiere.
2. Impatti attesi
L’impatto atteso è relativo soprattutto ai servizi che si vuole instaurare nella nuova San Domenico servizi che mi auguro vengano fin dall'inizio definiti con gli abitanti del quartiere in modo che le soluzioni proposte e sviluppate corrispondano a quello di cui il quartiere ha necessità e che sia l'occasione per venire incontro alle mancanze di partecipazione con i cittadini nell'ideare questo progetto.
Intervista n.3, 31 gennaio 2023
Casa Dell’Immacolata – Vittorino Boem, Presidente
Don Emilio - Casa dell' Immacolata (casaimmacolata.org)
1. punti di forza e debolezza del progetto
FORZA
Il progetto è stato colto come un’opportunità dall’organizzazione in quanto si è immaginato potesse essere funzionale ad un miglioramento delle relazioni tra l’organizzazione stessa ed il quartiere. Va osservato che, grazie alla valorizzazione all’interno del progetto presentato dal comune di Udine degli interventi previsti dalla Casa Dell’Immacolata con risorse proprie sulla sua sede, l’organizzazione ha potuto contribuire ad aumentare il punteggio riconosciuto al progetto.
DEBOLEZZA
Il Presidente ha preso atto di un malcontento tra gli inquilini delle case di edilizia residenziale pubblica in particolare sentito dalle persone più anziane (si ricorda che i componenti delle n.80 famiglie interessate dall’intervento presentano per oltre il 50% un’età superiore ai 65 anni) e prive di una rete sociale e ravvisa che sia mancata una regia degli interventi di accompagnamento sociale messi in campo dal servizio sociale e dalle associazioni attive nel quartiere, elemento acuito dalla vulnerabilità di alcuni nuclei familiari e dalla età avanzata del gruppo target.
2. ruolo dell'organizzazione nel progetto, eventuale budget gestito e stato avanzamento attività attribuite nel protocollo sottoscritto con il comune di Udine)
L’organizzazione non gestisce budget all’interno del progetto.
Intervista n.4, 3 febbraio 2023
Comunità Piergiorgio Udine – Galante Aldo, Presidente http://www.piergiorgio.org/
1. punti di forza e debolezza del progetto
FORZA Il progetto rappresenta secondo il presidente della Comunità Piergiorgio uno strumento importante per riqualificare il quartiere e renderlo, al termine dell’intervento, un quartiere attrattivo dove le persone possano vivere in spazi adeguati e sicuri, in case nuove ed accessibili e grazie alle iniziative della rete tra le organizzazioni e associazioni che vi operano possano far parte di una comunità inclusiva.
DEBOLEZZA Il Presidente riconosce che l’intervento ha generato preoccupazione tra gli inquilini e riferisce che lui stesso è intervenuto per favorire l'incontro delle parti, Amministrazione comunale e Comitato di quartiere e trovare un punto d’incontro. Al quesito specifico, volto a sottolineare come la finalità del Programma Pinqua sia anche di miglioramento della coesione sociale e della qualità della vita dei cittadini attuali, il Presidente riconosce l’importanza del dialogo tra cittadini e istituzioni per trovare soluzioni ottimali alle problematiche riscontrate in attuazione (all'interno della comunità c'è stato un incontro tra cittadini, Ater e sindaco
2. ruolo dell'organizzazione nel progetto, eventuale budget gestito e stato avanzamento attività attribuite nel protocollo sottoscritto con il comune di Udine)
La Comunità Piergiorgio ha partecipato al progetto PINQUA con una manifestazioni d'interesse relativa al progetto “Oltre la prossimità” ed interessata dall’intervento di riqualificazione del proprio immobile finanziato dal PINQUA. Rispetto agli interventi di riqualificazione che interessano gli spazi della Comunità Piergiorgio, come sopra descritti, il Presidente sottolinea che lo stesso è stato progettato con il Comune.
Intervista n.5 24 febbraio 2023
ANTEAS, Presidente Rita Nassimbeni
1. punti di forza e debolezza del progetto
FORZA
Per quanto riguarda Anteas, il punto di forza è stato quello di aver pensato di aderire come capofila di soggetti privati (tutte le altre Associazioni del quartiere) alla manifestazione di Interesse per la presentazione di interventi e misure da candidare per la partecipazione del Comune di Udine al PINQuA con la proposta " Abitare Udine : quartiere S. Domenico 2030 " avente come oggetto della proposta la costituzione di un tavolo di quartiere in movimento con l'indicazione della partecipazione finanziaria di € 5.000 a garanzia della buona volontà di impegno come coordinamento e progettazione degli eventuali bisogni espressi dalla comunità. L'impegno di poter dare un senso ai processi partecipativi che negli anni avevamo promosso e che hanno visto diverse iniziative realizzate a scopo di socializzazione e miglioramento della vita della comunità. Per questo l'adesione con l'idea di mettere al primo posto i bisogni delle persone e delle loro fragilità, dare nuova linfa alla qualità dell'abitare in realtà così gravemente degradate, valorizzare e dare un senso ad una edilizia residenziale sociale assieme alla rigenerazione di spazi ed a nuove realtà ambientali e di gestione degli spazi verdi di comunità.
DEBOLEZZA
Dalla firma del 15.02.2021 della manifestazione d'interesse, all'avvio lento e quasi nascosto del progetto, dalla mancanza iniziale di comunicazione e soprattutto di confronto e di analisi sulle proposte, tra le Associazioni aderenti. Ma ben più grave, nonostante la nostra costante richiesta, la mancanza di incontri di conoscenza e di proposte e di valutazione del progetto con i residenti, la cittadinanza e soprattutto con le famiglie coinvolte nel successivo trasferimento. Dopo su nostra proposta si è avviato una fase istituzionale, con più momenti di confronto, comunque ristretta alle sole Associazioni aderenti alla manifestazione d'interesse e necessariamente non discussa e condivisa con i residenti ed i diretti interessati. Quello che mi è pesato maggiormente è stato l'utilizzo improprio della nostra partecipazione al progetto e purtroppo 8la mancanza di ruolo riconosciuto. Incapacità da parte nostra di far presente che il progetto aveva avuto un punteggio di favore anche grazie alla nostra adesione. Vedi indicatori di impatto sociale criterio B 25 punti. Noi eravamo interessati a sviluppare un progetto di welfare urbano e di attivazione e di continuità di processi partecipativi.
2. ruolo dell'organizzazione nel progetto, eventuale budget gestito e stato avanzamento attività attribuite nel protocollo sottoscritto con il comune di Udine)
Il nostro ruolo in questo momento è inesistente o comunque troppo debole, anche se vorremo, nella continuità del progetto, valutare l'importanza della riqualificazione sociale della periferia all'interno della rigenerazione urbana ed attuare la costruzione di un processo partecipato di comunità. Per questo l'indicazione di una cifra minima di partecipazione del valore di € 5000, voleva essere funzionale ad avere la opportunità di inserire una collaborazione professionale a supporto di tutto questo.
3. Impatti attesi
Gli impatti attesi sono legati alla nostra capacità di ricostruire assieme agli attuali residenti quel clima di collaborazione che eravamo riusciti a costruire, momenti di solidarietà e di animazione, valutazione delle modificazioni che stanno avvenendo, compreso l'aiuto per il disagio dei traslochi e l'avvio di nuove residenzialità in quartieri diversi della città per favorire la costruzione di una rete sociale di collegamento tra i quartieri coinvolti. Avvio di ipotesi di nuovi servizi e risposte ai nuovi bisogni. In particolare prepararci ad una valutazione di come si modificherà il quartiere e le nuove residenzialità dopo la trasformazione indotta dal progetto e di come il volontariato ed il terzo settore potranno farsi carico di una nuova comunità solidale, analizzando e valutando gli elementi di progettazione, con l'aiuto di professionisti che possano valorizzare una progettualità di comunità.
Intervista n.6, 10 marzo 2023
NOTA: questa intervista da me restituita a ridosso delle elezioni comunali non ha potuto essere approvata
Assessore del comune di Udine(Soggetto attuatore del progetto), Giulia Manzan
Dirigente Cristina Croppo cristina.croppo@comune.udine.it
Premessa
L’amministrazione comunale di Udine ha scelto di concentrare l’intervento finanziato dal programma Pinqua(Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare istituito nel 2019 attraverso la LEGGE 27 dicembre 2019, n. 160 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022) nel quartiere di San Domenico perché era l’unico quartiere in cui il comune di Udine disponeva di così ampi spazi di sua proprietà.
Nella sua prima stesura il tempo di realizzazione del progetto in coerenza con quanto disposto dalla norma di finanziamento era stato stimato in 10 anni come si deduce dal nome: “ABITARE UDINE: QUARTIERE SAN DOMENICO 2030 COMUNITÀ AL PLURALE”, successivamente l’intervento è entrato a far parte del Piano nazionale Ripresa e Resilienza Missione 5, Componente 2, Investimento 2.3 con una dotazione finanziaria di 2,8 miliardi di euro di prestiti e ha dovuto essere rimodulato per rispettare i requisiti ed il cronoprogramma del PIANO che prevede, per questo Investimento, la data di conclusione a marzo 2026. Questo elemento ha determinato una revisione del progetto iniziale con una riduzione dell’area interessata e delle famiglie di inquilini coinvolte e attualmente non è stato ancora approvato il progetto definitivo.
Il programma PINQUA prevede tra i suoi obiettivi "l'azzeramento del consumo di nuovo suolo mediante interventi di recupero, riqualificazione e densificazione funzionale di aree già urbanizzate ovvero, qualora non edificate, comprese in tessuti urbanistici fortemente consolidati." L’Assessore spiega che la scelta praticata dal Comune di Udine di demolire le case si è resa necessaria perché dal censimento della popolazione residente e della tipologia di appartamenti si è appreso che il quartiere era caratterizzato da appartamenti con ampie metrature (fino a 120Mq) dove vivevano per lo più nuclei di una o due persone.
1. punti di forza del progetto
Un primo elemento di forza secondo l’Assessore è il Partenariato con le associazioni con cui l’amministrazione comunale ha sottoscritto un protocollo di intesa, valorizzato anche in fase di valutazione del progetto,
Un altro elemento è il focus sulla comunità, in relazione al quale l’Assessore spiega che si è inteso lavorare in tre direzioni:
- comunità accogliente, votata a integrare attorno alle famiglie attualmente insediate un nuovo nucleo abitativo che alimenti la composizione sociale immaginando la possibilità di forme abitative orientate alle nuove e attuali esigenze della popolazione siano essi giovani coppie, giovani imprenditori attraverso la soluzione di case-bottega, oppure anziani attraverso nuove forme abitative di co-housing assistito.
- comunità solidale, ovvero incentrata su una fitta relazione di scambi che alimentino i servizi già esistenti messi a disposizione da soggetti pubblici e del privato sociale (la scuola primaria, la Comunità Piergiorgio Onlus, la chiesa di San Domenico, Fondazione Casa dell’Immacolata di don Emilio De Roja, Anteas Regione FVG ODV) nella realizzazione di orti urbani e la concessione in gestione a diverse fasce di soggetti tra cui: famiglie, anziani, associazioni e scuole. Il progetto è un’occasione per ripensare al ruolo delle aree verdi pubbliche oggi sottoutilizzate, o ai negozi di vicinato che oggi sono quanto mai importanti nello specifico per quella fascia di popolazione anziana che necessita di beni di prima necessità nelle immediate prossimità della loro abitazione. Il progetto proposto è stata anche un’occasione per pensare all’istituzione di un Punto Integrato Sociosanitario (PIS) pubblico, che vuol mantenere al centro la persona con l’unitarietà dei suoi bisogni e la globalità della risposta, la sinergia degli operatori (medici di famiglia, assistenti sociali, psicologi, infermieri). Un punto che vada a sostegno della fascia di popolazione più fragile e che si integri con i servizi che già vengono offerti dalla Comunità Piergiorgio la quale si occupa nello specifico di soggetti con disabilità.
- comunità energetica, ovvero una comunità che costruisce la sua futura identità anche sulla possibilità di abitare spazi domestici e utilizzare servizi costruiti in maniera sostenibile (ad esempio puntando a azzerare la CO2 prodotta dal cantiere), spazi che producano energia (ad esempio con pannelli fotovoltaici che producano più energia di quanta ne necessitino le attività del quartiere) o con impianti orientati al geotermico o ancora con la possibilità di utilizzare, per il consumo diretto, un ampio spazio comunitario autogestito destinato ad orto urbano
Un ulteriore punto di forza è stato la scelta di creare un Punto di ascolto, che ha consentito di incontrare ognuna delle famiglie di inquilini interessate dai traslochi per sapere dove volevano essere collocati e quali caratteristiche dovevano avere gli appartamenti.
2. punti di debolezza del progetto
Secondo l’Assessore un punto criticato è stata la mancanza di una presentazione del progetto alla popolazione in forma plenaria, ma tale elemento è da attribuire da un lato alle restrizioni legate alla pandemia Covid 19 e dall’altro dalla scelta dell’amministrazione comunale di raccordarsi, attraverso la sottoscrizione di un protocollo, con le associazioni operanti sul territorio quale intermediario per l’informazione dei cittadini del quartiere.