REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
DISINQUINAMENTO E MESSA IN SICUREZZA FONDALI PORTO INTERNO DI BRINDISI_SENO DI PONENTE

Inviato il 20/03/2023 | Di A fondo nei fondi

Cosa abbiamo scoperto

Obiettivi del progetto

Il progetto monitorato ha a che vedere con la città di Brindisi, il suo porto e l'ambiente dato che insieme a Taranto è una delle aree più inquinate, non solo della Puglia, ma anche di tutta Italia. L'ambiente è uno dei temi principali dell'agenda 2030, come indicato nei Goal 6, 7, 8, 9, 11 e 13 e abbiamo scelto di monitorare il finanziamento DISINQUINAMENTO E MESSA IN SICUREZZA FONDALI PORTO INTERNO DI BRINDISI_SENO DI PONENTE il cui obiettivo è stato quello di valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche rendendole competitive in termini industriali ma anche turistici e soprattutto migliorare la qualità della vita dei residenti.
I fondi sono stati finanziati per il 68% dall'EU, un 20% dalla Regione e il restante 12% dal Fondo di Rotazione (Cofinanziamento Nazionale), per un totale di 34.5523171,33€ iniziato il 13/12/2007 e concluso il 31/12/2013.

Attività previste

Il progetto è tecnicamente concluso. I soggetti interessati al finanziamento sono stati la provincia di Brindisi e l'Autorità Portuale, attuatore e beneficiario del progetto stesso. Il primo progetto nasce nel 2002, perché fino ad allora mancava una una rete di acquedotti nei pressi del porto, che era luogo di scarico delle acque reflue di abitazioni e campagne circostanti. Dopo diversi anni di accumuli di residui, nel fondale si è creato un depositato di melma, provocando cattivo odore e causando disagio nelle aree limitrofe. Ci sono state diverse manifestazioni da parte dei cittadini per il disagio subito così la provincia decise di analizzare e ripulire il fondale del Seno di Ponente mettendo a disposizione 7.350.000€ utilizzati per realizzare l’impianto di trattamento per il dragaggio del fango e per separare le sabbie dai materiali più fini. Questi finanziamenti non sono stati sufficienti perché si è riusciti a pulire solo 30.933,31 m3, per cui si decise di passare la competenza all’autorità portuale nel 2007, che mise a disposizione 28.438.111,61€, stipulando così un secondo contratto con l’azienda che la provincia aveva già scelto per favorire la pulizia del fondale per un totale di 35.788.111,61€ che vennero usati per la rimozione dei primi 50cm di torbida. Infatti, dei lavori previsti, cioè il dragaggio di circa un metro e mezzo di melma, alla fine del progetto, solo 50 cm sono stati eliminati dal fondale, non si è andato oltre per mancanza di finanziamenti e le strutture e capannoni creati ad oc per realizzare l'attività, montate nell'ex S.A.C.A., sono state smantellate dalla ditta appaltatrice.
Una altro obiettivo del progetto è statala valorizzazione e la tutela della biodiversità: l'area dragata, difatti, si trova a pochi km dal Parco Naturale Regionale delle Saline di Punta della Contessa, zona di protezione speciale (ZPS).

Origine del progetto

Sebbene si riportino le date di inizio e fine dei lavori del 31/12/2007 e 31/12/2013 i lavori sono realmente iniziati nel 2009 e terminati il 19/09/2014 con la chiusura della fine dei lavori da parte della ditta appaltatrice il 05/06/2015. La ditta appaltatrice è la ATI Service Spa (mandataria) e la Intercantieri Vittadello (mandante). Il piano di finanziamento prevedeva il risanamento del territorio della provincia di Brindisi approvato con delibera DPR del 23/04/1998. L'autorità portuale di Brindisi, attuatore e beneficiario del sovvenzionamento, in mancanza di una struttura tecnica di supporto ha stipulato una convenzione con delibera n° 191 del 19/7/2000 con la Provincia di Brindisi che avrebbe dovuto finanziare e attuare i lavori di disinquinamento, il progetto è stato infine approvato in prima istanza nel 2003 per un importo di €32.238.758,34. Gli assuntori dei lavoro effettivo di dragaggio del porto del seno di levante, sono stati scelti con gara d'appalto con delibera n° 566 del 7/6/2005. Con decreto presidenziale n° 182 del 12/12/2007 si procedeva al finanziamento, i cui lavori sarebbero iniziati concretamente solo nel 2009.

Soggetti Beneficiari

I benefici tratti dal dragaggio del porto giovano senz'altro ai bambini e ai ragazzi e alle persone che vivono nell'area indicata, un porto pieno di sostanze tossiche ha solo effetti negativi sulla salute e sulla vita sociale. Un obiettivo specifico del progetto era la valorizzazione e la tutela della biodiversità: l'area dragata, difatti, si trova a pochi kilometri a nord dal Parco Naturale Regionale delle Saline di Punta della Contessa, che è un'oasi e zona di protezione speciale (ZPS).
La zona dragata dovrebbe portare soprattutto vantaggi nell'ambito industriale/commerciale in quanto, con un fondale più alto è possibile far entrare navi turistiche e non solo nel porto, a tutto vantaggio della popolazione stessa e in particolare del commercio, in un'ottica di economia circolare ne potrebbero beneficiare anche i soggetti non direttamente interessati.

Contesto

Questo progetto è stato selezionato perché il disinquinamento e la sicurezza del fondale del porto, per pulire la parte di ponente del porto di Brindisi, è molto importante per la popolazione e la sua salute, non solo dell'ambiente. Da varie ricerche si evince che questo è stato uno dei tanti progetti di riqualificazione del porto stesso ma che tutti i finanziamenti ottenuti non hanno raggiunto al 100% lo scopo per cui sono stati erogati.
Sono difatti stati investiti soldi in altri progetti quali:
- PORTO DI BRINDISI - COMPLETAMENTO BANCHINA COSTA MORENA EST € 21.748.207
- (PAC) PORTO DI BRINDISI - COMPLETAMENTO BANCHINA COSTA MORENA EST € 5.330.496
- FORNITURA DEL SERVIZIO ENERGIA E DEI SERVIZI CONNESSI ASL BRINDISI - RETROSPETTIVI APQ PUGLIA € 2.535.602
- COMPLETAMENTO DISINQUINAMENTO E MESSA IN SICUREZZA PORTO INTERNO DI BRINDISI_SENO DI PONENTE SIN-BR € 2.000.000
- CENTRO DI CONTROLLO D'AREA DI BRINDISI - ADEGUAMENTO INFRASTRUTTURE E REALIZZAZIONE CABINA ELETTRICA € 1.739.360

Avanzamento

Il progetto di DISINQUINAMENTO E MESSA IN SICUREZZA FONDALI PORTO INTERNO DI BRINDISI_SENO DI PONENTE si è concluso nel 2013, e sulla base delle informazioni raccolte, non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati. Infatti, nonostante l'utilizzo completo delle risorse finanziarie, sono stati rimossi solo 50cm della melma presente, invece di un metro e mezzo di sabbia inquinata come inizialmente previsto.
Le fonti delle informazioni sono state l'ingegnere Marinella Conte dell'autorità portuale, che ha fornito una copia della relazione del collaudo, del Servizio della messa in sicurezza e mappa del porto di Brindisi, durante un'intervista con due reporter del team. Inoltre, anche l'avvocato Patroni Griffi, intervistato dal team, ha confermato le stesse informazioni.
Pertanto, si può affermare che il progetto non è stato completamente soddisfacente perché non ha raggiunto gli obiettivi prefissati previsti dal finanziamento.

Risultati

Il porto di Brindisi è stato per decenni punto d'arrivo di diverse sostanze tossiche emanate dalle fabbriche della zona.
Diminuire seppur in minima parte la percentuale di inquinamento ha portato indubbiamente un miglioramento di cui tutta la comunità ha potuto beneficiare sia in termini di protezione della salute pubblica che di preservazione dell'ambiente marino nonché di sviluppo economico sostenibile.

Punti di debolezza

Non ci sono punti deboli evidenti da sottolineare, tuttavia emerge la mancanza di fondi sufficienti che avrebbero potuto portare al termine nella sua completezza il progetto, invece è stato realizzato solo in parte. Un altro aspetto che è venuto fuori, analizzando i dati e facendo interviste, è la mancanza di collaborazione e comunicazione efficace tra le parti interessate come la provincia, la capitaneria e anche la regione. Senza fondi e senza collaborazione anche le esperienze migliori non possono continuare. I porto di Brindisi potrebbe essere un punto di forza dell'economia salentina e regionale ma Brindisi come Taranto vengono considerate invece come l'anello debole, l'area che ormai è così inquinata e povera che non si ritiene necessario investire più del minimo necessario.
Infine, a nostro parere, non c'è una visione di insieme che consideri tutti i progetti relativi al porto e non solo, al miglioramento dal punto di vista ambientale ed economico, come un unicum ma, purtroppo, sono a sé stanti. Oltre al porto si dovrebbe pensare a finanziere progetti che riqualifichino anche l'aria della città e collaborare con le imprese presenti sul territorio affinché adottino comportamenti corretti per quanto riguarda la prevenzione.

Punti di forza

In base all'intervista svoltasi tra il nostro team e l'avv. Patroni Griffi, referente per l'autorità portuale Puglia, è possibile individuare alcuni punti di forza del progetto di DISINQUINAMENTO E MESSA IN SICUREZZA FONDALI PORTO INTERNO DI BRINDISI_SENO DI PONENTE. In particolare:
- Il progetto ha permesso di migliorare un'area del porto in precedenza altamente inquinata, portando a benefici che si percepiscono ancora a distanza di diversi anni dalla sua conclusione.
- Il grado di inquinamento è diminuito e continua a rimanere basso rispetto all'inizio dei lavori di dragaggio.
Questi aspetti possono essere valutati come positivi, in quanto dimostrano che il progetto ha avuto un impatto effettivo sull'ambiente e sulla salute pubblica, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei cittadini e dell'ecosistema circostante nonostante gli obiettivi prefissati non siano stati raggiunti al 100%.

Rischi

Il progetto si è già concluso e nonostante non sia stato realizzato nella sua totalità, ha avuto degli effetti positivi di cui tutto il territorio ha potuto beneficiare. In ogni caso, vista la lentezza dei lavori, la mancanza di finanziamenti e una scarsa prevenzione, il rischio maggiore è che tale lavoro risulti vano se non seguito da altre attività simili che aiutino la cittadina brindisina ad uscire dalla zona di "inquinamento" perenne delle acque e dell'aria.

Soluzioni e Idee

Investire ulteriormente nel sistema di monitoraggio, investire maggiori fondi e coinvolgere soprattutto la comunità. La mancanza di comunicazione tra le parti genera conflitti e molte opere non vengono portate a termine o vengono rallentate a causa di tutto ciò. Far sì che il cittadino si senta partecipe ed attivo, far sì che il progetto sia anche "inclusivo" è una marcia in più e porterebbe risultati maggiori rispetto a quelli preventivati. E' altrettanto importante sensibilizzare la cittadinanza brindisina all'importanza di mantenere il porto pulito, per questo abbiamo realizzato un breve cartone animato che provvederemo a presentare in tutti gli istituti comprensivi del capoluogo: https://youtu.be/oHYguFlw9ok

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
  • Intervista con altre tipologie di persone
  • Intervista con i referenti politici

Sono stati contattati e hanno collaborato attivamente:
Avv. Ugo Patroni Griffi: Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale
Ing. Marinella Conte: Autorità Portuale di Brindisi
Sono stati contattati tramite mail e chiamate dirette ma non hanno prodotto alcun risultato:
- Il comune di Brindisi
- ARPA
- Capitaneria di porto
- Polizia marittima
- Autorità portuale
- DE SECO

Domande principali

Domanda 1: Ci sono dati sull’inquinamento del fondale del porto prima del progetto, durante e dopo il progetto? (Avv. Ugo Patroni Griffi: Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale)
Domanda 2: Lei ha parlato di dati riguardo l’inquinamento, ma noi non siamo riusciti a trovarli anche quando abbiamo intervistato una dipendente della capitaneria di porto. Dove e Come potremmo prendere questi dati? (Avv. Ugo Patroni Griffi: Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale)

Risposte principali

Domanda 1: Naturalmente ci sono dei dati, è impossibile portare avanti un progetto di dragaggio senza avere dati precedenti e successivi al dragaggio, ce lo dice la legge. La legge ci dice infatti che bisogna prima sapere la qualità dell’acqua prima ancora di iniziare. Il termine italiano per questo è “carotaggio” e praticamente è usato per prendere campioni nel mare per analizzarli. Sappiamo come utilizzare questi dati perché se l’impatto inquinante non è pesante possiamo utilizzarli in maniera più consona. La qualità della sabbia del porto è sostanzialmente buona. Si potrebbe utilizzare la sabbia, per esempio, per creare nuove strutture come la nuova spiaggia “city beach”. Tuttavia questo è molto raro e non è mai accaduto in altri porti commerciali simili al porto di Brindisi poiché la sabbia è di solito inquinata e si necessita cambiare il suo utilizzo. Per rimediare si può posizionare tutta questa sabbia in grandi contenitori, la “cassa di colmata”, ma qualche volta pure questo non è abbastanza. Perché la sabbia è così tanto inquinata che bisogna purificarla in un processo complicato che tolga e rimuova tutti gli agenti inquinati. E dopo, alla fine del progetto, si hanno nuove informazioni sulla qualità della sabbia.

Domanda 2: Il problema è sapere cosa chiedere bene, forse se avreste fatto le domande giuste, avreste ricevuto le giuste informazioni. Per esempio, voi sapete che per le autorizzazioni come quella della cassa di colmata bisognava prima confermare i dati di qualche anno fa? Quindi si fanno nuove analisi della sabbia per confermarli, infatti è risultato che la qualità della sabbia non è così male. Qualche anno fa la provincia di Brindisi incominciò una grande ricerca e analisi sulla qualità della terra e del mare specificatamente nella zona industriale di Brindisi, ma alla fine questo studio non venne pubblicato e reso disponibile alla popolazione. Questo penso che sia una scelta politica perché, in realtà, la qualità dell’aria e della terra non è male bensì è buona. Abbiamo tantissime informazioni e strutture che monitorano l’aria e vi possono dire che è buona e non inquinata sia nel porto che persino nella zona industriale. Potreste rimanere pure sorpresi perché per esempio la qualità dell’aria qui (in piena città) è peggiore che nella zona industriale. Continuo infatti a pensare che ci siano delle scelte politiche sotto e, in mio opinione, che ci sia anche qualcuno che vuole spaventare le persone sulla qualità dell’ambiente. Qualità che è buona pure migliore di altre città.