REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell’area Le Vallere a Moncalieri
Inviato il 16/05/2023 | Di La Gang del Bosco
Cosa abbiamo scoperto
Obiettivi del progetto Tweet
Il progetto di Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell'Area Le Vallere si inserisce all’interno del progetto resiDenza-resiLienza, presentato dalla Città Metropolitana di Torino, che fa a sua volta parte dei progetti PINQuA, finanziati dai fondi del PNRR.
L’intervento, dal costo di euro 200.000,00, insiste nell’area del vasto parco urbano Le Vallere che si trova alla confluenza del torrente Sangone nel Po, tra Moncalieri e Torino. Si tratta di una Riserva Naturale gestita dalla Regione Piemonte e fruibile dal pubblico. All'interno del Parco si trova Cascina Le Vallere, una delle sedi operative dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese.
Il progetto è di estremo interesse in quanto si concentra su due obiettivi principali: da una parte migliorare la fruizione dei cittadini e la vivibilità del parco, dall’altra proteggere e preservare quella che è a tutti gli effetti una riserva naturale, avvicinando le persone ad un uso della natura nel rispetto di questo bene comune. Nonostante l’intervento abbia certamente delle forti caratteristiche di tutela ambientale, si inserisce nella missione 5 del PNRR, dedicata ad inclusione e coesione sociali. Si introduce così un nuovo modo di concepire la sostenibilità ambientale, basata proprio sull’integrazione tra essere umano e natura e su un uso consapevole del verde pubblico. Gli obiettivi principali sono tre: monitorare l’accesso, via mezzi propri, al parco; potenziare il patrimonio naturale dell’area anche per aumentare l’effetto filtro rispetto alla fonte principale di inquinamento ovvero Corso Trieste; migliorare le condizioni di fruizione del giardino fenologico attraverso l’installazione di una rete di fotocamere digitali che permettono di monitorare l’area da remoto.
Attività previste
Le specifiche attività previste dal progetto sono tre:
1. Automazione dei sistemi di controllo degli accessi e delle uscite dall’area via mezzi privati, per controllare la presenza antropica all’interno del sistema naturale delle Vallere. Solo per gli autoveicoli è previsto il pagamento di un ticket per l’accesso al parcheggio, che sarà controllato da una sbarra all’ingresso, per due motivi principali. Il primo è quello di regolamentare gli ingressi, specie nei fine settimana e nelle giornate di festa primaverili ed estive; l’accesso non controllato è infatti diventato in passato fonte di rischio per i fruitori stessi del parco quando, per i troppi autoveicoli in sosta nel parcheggio, anche l’autoambulanza ha avuto delle difficoltà a prestare soccorso nell’area. Il secondo è invece aumentare la consapevolezza nei cittadini di cosa significa usare un bene comune, che è sì fruibile da tutti, ma che ha costi di mantenimento e di gestione non trascurabili;
2. Potenziamento della funzionalità ecologica della micro area umida all’interno del giardino fenologico C. Allioni delle Vallere, attraverso un aumento della specchiatura d’acqua, la piantumazione di essenze vegetali igrofile e il diradamento selettivo della quinta vegetale di schermatura delle fonti di disturbo provenienti da c.so Trieste;
3. Installazione di una rete di fotocamere digitali per il monitoraggio da remoto della presenza di microfauna intorno all’area umida del giardino fenologico. Le immagini catturate da queste fotocamere, che funzionano come delle fototrappole, verranno poi proiettate all’interno dello spazio destinato a mostre e convegni della cascina Le Vallere principalmente a scopo didattico e di divulgazione scientifica verso bambini e adolescenti. Anche in questo caso l’obiettivo è duplice: sia permettere al pubblico di godere delle ricchezze naturali del Parco, sia proteggere le specie vegetali e animali dell’area da un uso intensivo da parte dei cittadini.
Il cronoprogramma previsto dallo studio di fattibilità del progetto considera distintamente le tre attività. Per quanto riguarda il sistema di controllo dell’utenza delle aree a parcheggio, il tempo di realizzazione previsto è di un anno; per il potenziamento dell’area umida del giardino fenologico sono previste due opzioni: un periodo di 2 mesi nel caso di progettazione interna, un periodo di 4 mesi nel caso di affidamento in forma diretta ad una ditta specializzata; infine, per l’installazione del sistema di webcam è previsto l’affidamento diretto ad una ditta specializzata del settore, per un periodo di realizzazione di 6 mesi.
Origine del progetto
L’intervento di Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell'Area Le Vallere, si inserisce all'interno del progetto resiDenza-resiLienza, presentato dalla Città Metropolitana di Torino con capofila proprio la città di Moncalieri. ResiDenza-ResiLienza fa a sua volta parte del PINQuA, il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare che consiste in una serie di iniziative di rigenerazione urbana e di sviluppo economico sul territorio metropolitano, inerenti la riduzione del disagio abitativo e insediativo. Inizialmente il programma era finanziato con risorse nazionali, successivamente è stato integrato con finanziamenti del PNRR: rientra infatti nella Missione 5 del PNRR, dedicata ad inclusione e coesione sociali.
Il programma "intende stimolare la capacità di resilienza delle città nell’assumere una gestione dello spazio che risulti in grado di rispondere alle nuove necessità delle persone che in esse vivono, rivitalizzando il tessuto sociale nelle aree disagiate e offrendo un nuovo modello di abitare alle fasce più deboli della popolazione urbana" (“PINQuA, Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, progetti e prime evidenze”, rapporto redatto dall’Unità di Missione PNRR del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili in collaborazione con la DIGES; https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-04/Rapporto_Pinqua_web.pdf).
L’intervento di Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell'Area Le Vallere nello specifico è stato presentato dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, che dipende dalla Regione Piemonte e che ha sede operativa all’interno del Parco delle Vallere.
Dati i tempi ristretti per la presentazione del progetto, non è stato avviato nessun processo di coinvolgimento o di consultazione diretta della cittadinanza nella progettazione e nell’attuazione del piano di rigenerazione dell’area.
Soggetti Beneficiari
I beneficiari del progetto sono in generale tutti i fruitori del Parco delle Vallere, frequentato da residenti del Comune di Moncalieri ma non solo. In particolare il punto tre del progetto (relativo all’installazione di una rete di fotocamere digitali per il monitoraggio da remoto della microfauna del giardino fenologico), in quanto immaginato a scopo didattico-educativo, si rivolge ad un pubblico di bambini e adolescenti, che frequentano il parco sia con la famiglia sia attraverso visite organizzate dalle scuole. Il progetto vuole portare questo tipo di utenza il più possibile a contatto con la natura, permettendo a bambini e ragazzi di osservare in tempo reale la fauna che abita il giardino fenologico, senza però disturbarla con la propria presenza.
Contesto
Come già sottolineato, l’intervento si inserisce all’interno di un più ampio progetto che coinvolge vari Comuni della Città Metropolitana di Torino. Gli obiettivi del progetto resiDenza-resiLienza riguardano proprio anche le aree verdi urbane che devono essere “rifunzionalizzate e messe in rete” per garantirne l’accessibilità e la sicurezza. La gestione delle risorse naturali e paesaggistiche dell’ambiente urbano è infatti considerata fondamentale per migliorare la sostenibilità e la resilienza urbana, per affrontare il cambiamento climatico e ridurre la perdita di biodiversità e l’impoverimento degli ecosistemi.
Il Parco delle Vallere su cui il progetto monitorato insiste, si trova nel Comune di Moncalieri, quinto per popolazione nella regione Piemonte (con 56.257 abitanti). Il Parco delle Vallere è un unicum in questa zona in quanto è a tutti gli effetti una riserva naturale, inserita però all’interno di un contesto urbano: l’intervento previsto è infatti di promozione urbanistico-sociale e non ambientale in senso stretto.
All’interno del Parco sono presenti sia i servizi tipici di un parco urbano - come il parcheggio, l’area picnic e l’area giochi, rivolti in particolare alle famiglie - sia aree più naturalistiche - specifiche di una riserva naturale come il peculiare giardino fenologico. Caratteristica del giardino fenologico è la presenza di essenze vegetali con un patrimonio genetico comune ad altre specie presenti in giardini sparsi per l’Europa.
Il progetto si pone come obiettivo ultimo proprio quello di conciliare questi due aspetti del Parco attraverso un finanziamento che ha lo scopo di migliorare sia le condizioni naturalistiche che quelle fruitive di quest’area.
Avanzamento
Stando alle parole di Silvano Costantino, Consigliere del Consiglio Comunale di Moncalieri e del Consiglio della Città Metropolitana di Torino, i tempi per la realizzazione del progetto seguono quelli previsti per gli altri progetti PINQuA della zona. Al momento si sta sviluppando la progettualità esecutiva, entro il 2023 il progetto verrà messo a gara, ovvero verrà presentato il bando per assegnare i lavori; nel 2024 dovrebbero partire effettivamente i lavori che si prevede di ultimare nel 2025. Essendo finanziati con i fondi del PNRR tutti i progetti PINQuA, tra cui quello oggetto del monitoraggio, dovranno essere completati entro il 2026.
Come riferitoci dal Dott. Andrea Insalata, architetto per l’Ente Parco Po Piemontese, i lavori quindi non sono ancora iniziati ma è già stato inserito sotto terra il sistema di cavidotti che servirà a collegare le webcam nel giardino fenologico, in quanto l’Ente è riuscito a sfruttare a suo vantaggio degli scavi fatti in questa zona da altri enti pubblici.
Risultati
Il progetto non è ancora partito ed è molto difficile a priori comprendere quali potranno essere gli effetti sull’area del Parco e sull’utenza finale. Secondo i progettisti, in particolare l’Arch. Andrea Insalata e il Dott. Roberto Damilano, il progetto renderà più sicura la zona del parcheggio del Parco attraverso il controllo degli accessi, eliminando il problema della sosta selvaggia; inoltre favorirà un maggiore coinvolgimento delle scuole e delle famiglie nelle attività didattiche del Parco.
Interrogando i fruitori del Parco abbiamo raccolto alcune opinioni che possono aiutare a comprendere il potenziale impatto del progetto proprio sull’utenza finale. Nessuno di loro era a conoscenza del progetto ma gli è stata fornita una breve spiegazione delle attività previste. Alla domanda “Una volta realizzato il progetto, usufruirà dei servizi proposti?” il 76,5% ha risposto Sì, il 17,6% No, il 5,9% Non so. Alla domanda “Crede che il progetto migliorerà le condizioni del Parco in termini di affluenza, fruizione e sicurezza?” l’81,3% ha risposto Sì, e il 18,8% Non so. Alla domanda invece “Quanto pensa che possa essere efficace il progetto, in una scala da 1 a 10, per gli utenti del Parco?”, la risposta media si aggirava intorno a 7 (35,3%) e 8 (29,4%). (campione di 17 persone, dati raccolti tramite interviste qualitative via Google Form).
Punti di debolezza
Non mancano gli aspetti che già a questo punto della progettazione possono essere valutati negativamente. Il primo su tutti è lo scarso coinvolgimento della cittadinanza all’ideazione e alla progettazione dell’intervento: sempre secondo le interviste che abbiamo potuto svolgere tra i fruitori del Parco, nessuno di loro era a conoscenza del progetto nello specifico, nonostante alcuni fossero residenti a Moncalieri o a Torino, in zone anche molto vicine all’Area delle Vallere. L’88% del campione non si sente coinvolto nel progetto, nonostante molte delle persone intervistate siano apparse interessate una volta conosciute le attività e gli obiettivi previsti dall’intervento.
Punti di forza
Pur ricordando che il progetto è ancora nella sua fase iniziale, è possibile già riscontrare alcuni punti di forza. L’intervento in questione è infatti potenzialmente rivoluzionario nel modo di concepire la fruizione di un parco inserito in un’area urbana. Per la prima volta nel caso dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, sono stati erogati dei fondi per finanziare interventi di miglioramento delle condizioni sia fruitive sia naturalistiche, con lo scopo ben preciso di migliorare il rapporto tra essere umano e natura. Il concetto di sostenibilità è considerato sia dal punto di vista ambientale sia da quello della coesione e dell’inclusione sociale. L’obiettivo è creare consapevolezza nelle persone che vivono il Parco: negli studenti che potranno entrare a contatto, da remoto, con la natura, e negli adulti che accedono al parco tramite automobile privata e che contribuiranno, tramite il pagamento del ticket, proprio alla manutenzione dell’area.
Rischi
Uno dei potenziali rischi per l’attuazione del progetto monitorato riguarda le tempistiche di realizzazione. Il dibattito politico nazionale, in questo momento, riguarda proprio la capacità delle amministrazioni locali di portare a termine i lavori svolti con fondi PNRR entro le date previste, ovvero entro e non oltre il 2026. Il rischio però, in questo caso, sembra essere limitato dalla modesta entità del progetto e del finanziamento (EUR 200.000,00). Inoltre, come detto in precedenza, il lavoro deve ancora iniziare ma ne sono già state gettate le basi, attraverso la costruzione del fondamentale sistema di cavidotti sotterraneo.
Un altro rischio emerso questa volta dalle interviste svolte ai fruitori del Parco, riguarda il controllo degli accessi via automobile. Secondo alcuni intervistati infatti, il parcheggio a pagamento potrebbe disincentivare le persone a fermarsi per lungo tempo nel Parco, o portarle a non frequentarlo affatto, preferendo invece come meta altri parchi urbani nei dintorni dove il parcheggio non prevede il pagamento di un ticket.
Soluzioni e Idee
Il progetto di Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell’area Le Vallere è sicuramente un intervento innovativo, ben accolto dalla popolazione, sebbene scarsamente informata e coinvolta. Interrogando però direttamente i fruitori del Parco, ci si rende conto di come i bisogni e le necessità percepiti da chi vive effettivamente il luogo siano altri, più legati ad una classica definizione di parco urbano. Tra le richieste che abbiamo riscontrato segnaliamo la necessità di costruire dei bagni pubblici all’interno del parco, di introdurre più fontane, di migliorare la manutenzione dei giochi per i più piccoli e aumentarne il numero. Si tratta di una serie di interventi che secondo i cittadini non sarebbero in contrasto con il progetto da realizzare, ma anzi lo andrebbero a completare, rendendo l’esperienza di fruizione del parco più accessibile e adeguata a rispondere a quei bisogni primari che in questo momento trovano uno scarso riscontro nei servizi forniti dal Parco.
Risultati e impatto del monitoraggio
Diffusione dei risultati
Connessioni
- Consigliere, Comune di Moncalieri
Contatti con i media
Contatti con le Pubbliche Amministrazioni per discutere i risultati del Monitoraggio
- Risposte generiche
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con l'Autorità di Gestione del Programma
- Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con i referenti politici
Durante il monitoraggio abbiamo intervistato tre diversi attori fondamentali per il progetto:
1. Silvano Costantino, Consigliere del Consiglio Comunale di Moncalieri e del Consiglio della Città Metropolitana di Torino. Si occupa dei progetti PINQuA del Comune, all’interno dei quali troviamo l’intervento di Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell’area Le Vallere. Il Comune di Moncalieri è capofila del progetto resiDenza-resiLienza, ma l’intervento monitorato non è direttamente di sua responsabilità, bensì dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese.
2. Andrea Insalata, architetto per l’Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese; è colui che ha presentato il progetto di “Miglioramento delle condizioni fruitive e di gestione naturalistica dell’area Le Vallere”.
3. Roberto Damilano, agronomo, funzionario tecnico per l’Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese; è responsabile dell’area tecnica, delle attività di pianificazione, progettazione e gestione agronomico forestale naturalistica, della gestione di strumenti di pianificazione urbanistica e del patrimonio immobiliare.
Domande principali
1. Come si può conciliare l’importanza di far fruire il parco agli abitanti della zona con la necessità di proteggere gli habitat essendo il parco una riserva naturale? (Arch. Andrea Insalata, Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese)
2. Ci sono state delle criticità nell’attuazione di questo progetto? (Arch. Andrea Insalata, e Dott. Roberto Damilano, Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese)
Risposte principali
1. La natura è un bene comune fruibile da tutti ma ha dei costi di mantenimento e di gestione soprattutto in quanto parco urbano per la manutenzione e la pulizia. Anche per dare un significato al bene ambientale bisogna che il fruitore si avvicini in un certo modo, per acquisire una consapevolezza dell’importanza del bene. Oggi questa dimensione in tantissimi parchi urbani non c’è, tant’è che ci sono continui atti di vandalismo e di dispersione di rifiuti. Inoltre il bene naturale è un bene finito e non illimitato, per questo quindi bisogna controllare il numero di fruitori in questi momenti di picco. Una delle tre parti di questo progetto riguarda proprio il controllo degli accessi, la gestione della fruizione, anche per la sicurezza dei fruitori stessi: è necessario che l’accesso dei veicoli sia in qualche modo controllato e regolamentato, attraverso dei sistemi di controllo di accesso e di uscita con anche un pagamento di un ticket, solo per gli autoveicoli, che serve per aumentare il senso di consapevolezza di star fruendo di un bene comune. La seconda parte del progetto è ambientale e riguarda il miglioramento del patrimonio naturale dell’area con una selezione di alcuni arbusti e l'implementazione di alcune specie vegetali per aumentare l’effetto filtro rispetto alla fonte principale di inquinamento ovvero Corso Trieste. Per quanto riguarda la terza attività, anni fa abbiamo realizzato all’interno dell’Area delle Vallere un giardino fenologico, un’area dentro il Parco ad accesso ridotto. La zona si è poi naturalmente rinaturalizzata, ed è andata a crearsi una micro area umida con presenza di anfibi e alcune specie di uccelli. Inoltre, all’interno della Cascina abbiamo uno spazio convegni e mostre che adesso viene utilizzato da scolaresche. Il progetto vuole portare sempre più vicino a questo tipo di utenza la natura con un sistema di monitoraggio attraverso delle telecamere in prossimità di questa area umida. E’ prevista l’installazione di un sistema di telecamere che controllano la zona, collegato con un monitor dentro questi spazi che si trovano nella cascina: prima si fanno vedere le registrazioni di questi video per far notare la presenza della fauna, e poi si portano i bambini sul sito. (Arch. Andrea Insalata, Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese)
2. Non ci sono state particolari criticità, ma mentre redigevo il progetto avevo moltissimi dubbi perché non sapevo se le cose che stavo scrivendo andassero bene o no. La risposta l’ho avuta nel risultato ottenuto: il nostro progetto è arrivato 70esimo in graduatoria su 300 (Arch. Andrea Insalata, Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese)
La criticità sta nel fatto che quelle di cui trattiamo in questo intervento non sono le principali tematiche su cui opera in genere il nostro parco, infatti l’Ente è impegnato su altri fronti relativi ai progetti di PNRR. Il progetto di cui parliamo noi invece è un caso particolare ma interessante, perché rientra nella missione 5 del PNRR, quella sull’inclusione sociale. Negli altri progetti PNRR facciamo degli interventi ad area vasta mentre in questo caso l'importo è piccolo e il progetto è molto puntuale, ma può essere un progetto pilota, la parte che rappresenta il tutto e che fa capire l’importanza di queste isole di naturalità dentro i tessuti urbani. (Dott. Roberto Damilano, Ente di gestione delle Aree protette del Po Piemontese)