REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
DISTRETTO CAMPANO DELL'AUDIOVISIVO - POLO DEL DIGITALE E DELL'ANIMAZIONE CREATIVA

Inviato il 14/03/2024 | Di SPOTLIGHT STUDIOS | @spotlightfermi

Cosa abbiamo scoperto

Obiettivi del progetto

Il progetto Distretto Campano dell’Audiovisivo - Polo Digitale dell’Animazione Creativa rappresenta una grande iniziativa per consolidare e potenziare il settore audiovisivo nella nostra regione. In particolare, esso mira a sostenere lo sviluppo delle imprese nel settore dell'animazione creativa e a promuovere la crescita economica per realizzare un vero e proprio polo, un'iniziativa strategica volta a sviluppare l'industria dell'animazione in Campania. Questo rappresenta un centro di eccellenza che promuove la creatività e l'innovazione nel settore dell'animazione, abbracciando le nuove tecnologie digitali. Obiettivo dichiarato: creare un hub che catalizzi talenti, imprese e risorse, promuovendo la crescita e la competitività nel campo dell'animazione creativa. Dopo Cinecittà il Polo campano si candida ad essere il secondo in Italia per numero di produzioni e addetti impiegati. La gestione è affidata alla Film Commission Campania (fondazione in house della Campania) che ha chiuso il 2023 con numeri record finanziando ben 58 prodotti audiovisivi.

Attività previste

Il progetto intende realizzare un sistema di spazi e dotazioni infrastrutturali a servizio del comparto audiovisivo della Campania, finalizzato a sostenere ed incentivare questo settore, rilevante per lo sviluppo economico e produttivo, con lo scopo di attrarre progetti televisivi e cinematografici nazionali ed internazionali e potenziare l’industria multimediale e audiovisiva locale (cinema, televisione, pubblicità). Infine contribuire alla formazione di nuove professionalità.
L’hub occuperà un’area di 10.000 mq situata nel parco San Laise, ex collegio Ciano, già sede del comando NATO per il Sud Europa a Bagnoli. Il progetto prevede la realizzazione di:
● Cineporto: spazi temporanei per il lavoro delle produzioni in fase di realizzazione, rispondenti agli standard tecnico-qualitativi dell’industria audiovisiva internazionale (uffici di produzione, sale casting, sartorie, laboratori).
● Incubatore: spazio dedicato all’insediamento di imprese regionali dell’audiovisivo in ambiti e servizi differenziati, in una logica di integrazione verticale e orizzontale volta a rafforzare la capacità produttiva e competitiva del settore audiovisivo della Campania.
● Polo del digitale e dell’animazione creativa: hub tecnologico avanzato per completare la filiera produttiva locale e sollecitare attività di ricerca e sperimentazione nei settori ad alto contenuto di innovazione del comparto audiovisivo.
● Formazione: aggiornamento professionale e corsi di formazione di base e avanzata secondo il modello del training on the job in tutti i segmenti della filiera produttiva insediati presso il Distretto.
● Centro Studi per la Mediateca del territorio e della società: progetto di Public History per ricostruire, attraverso gli archivi, anche privati e familiari, la storia sociale recente del territorio, partendo dalla memoria del Parco San Laise e del particolare patrimonio identitario del quartiere di Bagnoli.

Origine del progetto

Finanziato attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), settennato 21-27, con un finanziamento pari a €3.700.000,00, più €60.000 di fondi privati, il progetto "Distretto Campano dell'Audiovisivo - Polo Digitale dell'Animazione Creativa", con soggetto programmatore la Regione Campania e beneficiario Fondazione Film Commission Regione Campania (FCRC), nasce da un Protocollo di Intesa del luglio 2019 tra la Regione Campania, la FCRC e la Fondazione Banco di Napoli (oggi Fondazione Campania Welfare), finanziato originariamente con risorse del POC 2014/2020 (per euro 1.500.000,00), ha ottenuto successivamente (luglio 2020) un secondo finanziamento pari ad euro 1.000.000,00. A febbraio 2021 è stata pubblicata su Soresa un bando di gara per la progettazione e l’esecuzione dei lavori del Distretto Campano dell’Audiovisivo (adeguamento funzionale dell’immobile denominato “Edificio D”, sito in Napoli all’interno del parco San Laise). A luglio 2021 gli esiti della gara d’appalto che vedono un raggruppamento di imprese costituito in ATI aggiudicarsi l’appalto (Sodema-Euroelektra S.r.l. e Di Girolamo Engineering S.r.l.). A maggio 2022 il progetto riceve il finanziamento del Fondo Sviluppo e Coesione per un totale complessivo di euro 4.200.000,00, che integra e sostituisce gli importi già stanziati. A luglio 2022 si insedia il cantiere e oggi, dopo un lungo periodo di interlocuzione con la Soprintendenza di Napoli, i lavori sono ripartiti. Dal portale di OpenCoesione, ad oggi, i pagamenti risultano effettuati al 33% con fine prevista 30/06/2024.

Soggetti Beneficiari

Dalla realizzazione del progetto, molti sono i vantaggi che ne deriveranno. Innanzitutto, un vantaggio di tipo economico e produttivo dovuto ad una maggiore occupabilità visti i molteplici profili professionali che potranno essere impiegati nel Distretto Campano. Inoltre, questo finanziamento costituirà un attrattore per progetti televisivi e cinematografici, nazionali ed internazionali e ne gioverebbe l’intera comunità del territorio perché la produzione cinematografica costituisce un potente mezzo di crescita culturale.

Contesto

L’immobile dove sorgerà il Distretto Campano dell’Audiovisivo si trova a Bagnoli, quartiere di Napoli affacciato sul mare. Prima della Seconda Guerra Mondiale, era sede del Collegio “Costanzo Ciano” che fu fondato dal Governo fascista nel 1929, con lo scopo di essere un grande orfanotrofio, un luogo per intervenire sull’indigenza dei fanciulli. Non solo un luogo per occuparsi dei bambini ma anche per introdurli nel mondo del lavoro. Durante la seconda Guerra Mondiale questo complesso di edifici divenne il comando dell’esercizio nazista, dopo la guerra vi si insediò l’esercito americano. Con la nascita della NATO, successiva al secondo dopoguerra, quest’area divenne il Comando della forza NATO del Sud Europa. In particolare, nell’edificio che diventerà sede del Distretto Campano dell’Audiovisivo, e che prima era un dormitorio femminile, si insediò l’esercito statunitense. Proprio nell’Edificio D venivano svolte le attività d’ufficio, mentre le attività tattiche e di difesa venivano realizzate in una serie di tunnel, situati sotto la collina. Si tratta di tunnel che furono realizzati prima della guerra come ricovero antiaereo per i bambini. Fuori dal perimetro del parco San Laise, vi era l’alloggio dei militari, mentre nell’area intorno sorgevano campi da rugby, tennis, basket, supermercati, infermeria, scuole, che venivano frequentate dai figli dei familiari dei militari. Successivamente in questa zona nacque il carcere minorile di Nisida. Proprio a Bagnoli, subito dopo gli anni ‘30, sorse una delle più grandi acciaierie d’Europa, l’Italsider, che ha dato lavoro fino a 25 000 persone, uno dei luoghi di lavoro più importanti del Mezzogiorno. Negli anni ‘90, questa industria è stata chiusa per motivi “economici”, in quanto il processo produttivo non era più conveniente, ciò ha provocato grandi problemi, anche sociali, procurando disoccupazione e un incremento della delinquenza, rendendo il quartiere poco sicuro. Ma Bagnoli è ancora un quartiere operoso, che ha saputo rimboccarsi le maniche. In questo grande cratere dei Campi Flegrei (Fuorigrotta, Bagnoli e Agnano), ci sono contenuti attrattivi da sempre: lo stadio, il palazzetto dello sport, i ristoranti, le attività balneari, la piscina olimpionica “Scandone”, l’Edenlandia, primo parco divertimenti tematico d’Italia, nato negli anni ‘70 e la Mostra (delle colonie) d’Oltremare nata durante il fascismo, un insediamento moderno ed importantissimo pari solo alla Fiera di Milano e alla Fiera del Levante di Bari

Avanzamento

Intervistando gli stakeholders del progetto, abbiamo potuto constatare che, durante la sua esecuzione, il progetto ha subito una battuta d’arresto in quanto, avendo la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli dichiarato l’immobile monumento storico, in quanto espressione del movimento artistico razionalista, occorre che la committenza rispetti numerosi vincoli architettonici volti alla conservazione dell’architettura originale e utilizzi materiali di pregio storico. Le parti coinvolte nel progetto (Regione Campania, Fondazione Film Commission Campania e Soprintendenza del Comune di Napoli) sono tuttavia riuscite a raggiungere un compromesso, pertanto con il finanziamento ottenuto sarà adeguato lo spazio funzionale del piano terra dove saranno allocate tutte le attività previste dal progetto, mentre con successivi finanziamenti, si adegueranno anche gli spazi funzionali degli altri piani.

Risultati

Dalla visita di monitoraggio svolta nell’Edificio D siamo riusciti a renderci conto del vero stato di avanzamento del progetto. I lavori sono ricominciati e sono già ben visibili le ampie stanze che verranno utilizzate per la creazione dei laboratori di co-working, degli uffici di produzione, delle sartorie, delle sale casting e degli uffici di produzione.

Punti di debolezza

Il fatto che il progetto abbia subito un rallentamento rappresenta senz’altro un punto di debolezza. Certo non è facile contemperare esigenze fra loro contrapposte, come la richiesta della Soprintendenza di Napoli di veder rispettati tutti i vincoli architettonici e l’aspettativa di FCRC di veder realizzato il progetto nei tempi previsti. Noi, cittadini monitoranti, auspichiamo che al più presto i diversi soggetti in campo riescano a trovare una mediazione che riesca a conciliare le contrapposte esigenze.

Punti di forza

Se da un lato le richieste avanzate dalla Soprintendenza di Napoli hanno rallentato i lavori, dall’altro l’adeguamento funzionale degli spazi, nel rispetto dei vincoli architettonici, aumenterà il valore intrinseco del bene stesso, andando a costituire un insieme di edifici dal grande valore storico. Nel futuro altri edifici dell’ex Comando NATO saranno utilizzati per ampliare il progetto, costruendo un cinema-teatro dedicato all’educazione all’immagine e, laddove era allocata l’officina meccanica dei mezzi militari nascerà un edificio destinato alla realizzazione delle scenografie. Nello stesso tempo il Distretto Campano diventerà un Polo attrattivo di investimenti nel campo dell’audiovisivo (con produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali) e dell’animazione creativa, divenendo una seconda Cinecittà.

Rischi

I possibili rischi futuri dipendono dalla volontà politica, sia a livello regionale che nazionale, di portare a compimento il progetto originale. Noi ci auguriamo che l’attuale blocco dei Fondi di Coesione, che in questi anni hanno contribuito a sostenere le politiche di coesione sociale, non si ripercuota in futuro su questi progetti che hanno il merito di promuovere lo sviluppo dei territori più svantaggiati.

Soluzioni e Idee

La Fondazione Film Commission Regione Campania rappresenta già un centro di eccellenza, il secondo in Italia, dopo Cinecittà, per numero di produzioni e addetti impiegati, che ha chiuso il 2023 con numeri record finanziando ben 58 prodotti audiovisivi. I futuri progetti televisivi e cinematografici, nazionali ed internazionali e le infrastrutture a corredo che nasceranno dalla realizzazione del Distretto Campano dell’Audiovisivo – Polo del Digitale e dell’Animazione, fungeranno da catalizzatore di talenti, imprese e risorse, promuovendo la creatività, la competitività e l'innovazione nel settore dell'animazione, abbracciando le nuove tecnologie digitali. Una prospettiva che noi scorgiamo in questo progetto, avendo visitato il quartiere di Bagnoli che in seguito al processo di de-industrializzazione ha subito una forte crisi, è quella delle nuove professioni che saranno richieste quando il Distretto Campano dell'Audiovisivo funzionerà a pieno regime; pertanto, nell'ottica dell'Orientamento, le scuole del territorio, conoscendo questa realtà, potrebbero puntare sulla formazione di queste nuove figure professionali. Infine, la maggiore produzione cinematografica potrebbe incentivare il c.d. cineturismo, attraendo turisti che amano visitare i set dove vengono girati i film, e promuovere anche piccoli borghi del territorio campano, autentici gioielli architettonici ancora da scoprire, al fine di valorizzare l’intero territorio della regione.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con l'Autorità di Gestione del Programma
  • Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
  • Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
  • Intervista con altre tipologie di persone
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
  • Intervista con i referenti politici

1) Dott. Giovanni Criscuolo: Funzionario Direzione generale per le politiche culturali e il turismo Regione Campania;
2) Dott.ssa Rosanna Romano: Dirigente Generale per le politiche culturali e il turismo Regione Campania;
3) Dott. Maurizio Gemma: RUP del progetto e direttore Fondazione Film Commission Campania;
4) Avv. Francesco Pastore: Responsabile dell'area amministrativa FCRC.
5) Cittadini del quartiere di Bagnoli

Domande principali

1) Dott. Criscuolo: Come pensa che questo progetto possa avere un riscontro positivo, sia da un punto di vista economico che culturale per il nostro territorio?
2) Dott. Criscuolo: Pensando alla pianificazione, considera che questo intervento abbia avuto un impatto significativo? In quali circostanze sarebbe stato più vantaggioso?

1) Dott.ssa Rosanna Romano: osservando i risultati ottenuti, quali miglioramenti a livello di policy ritiene opportuno introdurre? Rifarebbe l'intervento nello stesso modo o se ne avesse la possibilità, cambierebbe qualcosa?
2) Dott.ssa Rosanna Romano: In questi giorni abbiamo sentito più volte parlare del blocco, da parte del governo, dei fondi di coesione per le regioni del Sud Italia: questo fatto che ripercussione potrebbe avere sul completamento del Polo di Bagnoli? Ne risentirà tutto il comparto dell’audiovisivo campano e tutto l’indotto, perfino le eccellenze come il Giffoni Film Festival?
1) Dott. Maurizio Gemma: Cosa fanno le Film Commission?
2) Dott. Maurizio Gemma: Quali sono stati gli impatti socio-economici più significativi derivanti dalla trasformazione di Bagnoli nel corso del tempo?
1) Avv. Francesco Pastore: Quali erano all'inizio le previsioni e le aspettative riguardo alla realizzazione dell'opera, e quanto è stato impegnato economicamente per l'implementazione del progetto? Inoltre, quali difficoltà di carattere amministrativo avete affrontato e come le avete superate?
2) Avv. Francesco Pastore: Sappiamo che la filiera dell’industria del cinema in Campania costituisce una risorsa strategica che offre lavoro a imprese, professionisti, maestranze e crea un grande indotto per la filiera turistica. Ora, non teme che con il blocco dei fondi di coesione questo sistema possa essere a rischio? Cosa potrebbe accadere al Polo di Bagnoli?
1) Cittadini: Siete a conoscenza del fatto che a Bagnoli, dove prima sorgeva l’ex base NATO, sta per nascere una nuova Cinecittà? Se si, come pensate possa influire da un punto di vista di vista economico e sociale?

Risposte principali

1) Dott. Criscuolo: Da un punto di vista culturale, avremmo la possibilità di restituire alla città un bene storico che è stato negato per molti anni. Oltre a questo, l’impresa cinematografica garantisce risultati dal punto di vista della comunicazione dell’immagine, della cultura del territorio e della sua storia di conseguenza avremmo senz’altro un grosso riscontro da questo punto di vista. Basti pensare a tutte le opere cinematografiche che la Campania è stata in grado di realizzare, e le produzioni che è stata in grado di attirare. Sono molte di più di quelle che hanno avuto maggiore rilevanza, ci sono anche molte attività che riguardano il documentario, per esempio è stata recentemente realizzato un’opera chiamata Didalò. Stiamo cercando di dare sostegno a questa, che è una grossa risorsa del Territorio Campano dal punto di vista produttivo, sperando di riuscire quanto prima a rendere disponibili degli spazi dove possano trovare posto queste aziende.
2) Dott. Criscuolo: Dal punto di vista della pianificazione, la pianificazione di quest’intervento viene da lontano, nel senso che la Regione Campania si è impegnata dal punto di vista del sostegno all’industria cinematografica già nel 2016, quando venne approvata la legge cinema Campania. Questa legge cercava di dare un sostegno organico all’industria cinematografica, non solo per quanto riguarda la produzione ,ma anche agli esercizi cinematografici. Con l’andare avanti nell’ambito del sostegno alla produzione, ci si è resi conto che l’industria cinematografica campana soffriva di un gap strutturale dovuto all’assenza di determinate professionalità o strutture dedicate all’industria cinematografica sul territorio. Al tempo stesso però, si dimostrava al centro di un grosso fermento , infatti sono state realizzate moltissime opere qui in Campania. È indiscutibile che la regione abbia una forte attrattiva verso il cinema, dovuta anche al fatto di poter girare in ambienti permanentemente soleggiati, che sembra poco ma non lo è. Quando si programma di realizzare un’opera, si fa una pianificazione, che prevede che in un determinato lasso di tempo ,bisogna girare una determinata scena, e da questo punto di vista la regione Campania risulta essere una garanzia per quanto riguarda ambientazioni culturali e storiche. Ritornando alla questione della pianificazione, è certo che il progetto ha avuto dei problemi dal punto di vista del rispetto dei tempi di realizzazione dovuti alla circostanza che si tratta di effettuare un restauro su un bene che è soggetto a vincoli, logicamente noi stiamo cercando di riuscir a dare una prima fruibilità dell’intervento, rispettando il termine che si era posto da programma, ovvero 30 giugno 2024. Crediamo di riuscire a realizzare l’apertura del Cineporto, inteso come primi spazi da rendere fruibili nel settore, già da Giugno.
1) Dott.ssa Rosanna Romano: Noi ci siamo dati un obiettivo molto sfidante, perché abbiamo investito in termini di opere, lavori e riqualificazione, un‘area di fatto abbandonata nella ex base NATO, che gli Americani hanno lasciato, in quanto hanno preferito ricostruire daccapo a Marcianise e non investire in termini di lavoro in quel territorio. Dobbiamo considerare, però, che quest'area è gestita da una Fondazione benefica, cioè la Welfare, ex fondazione banco Napoli per l’infanzia, che è fondamentalmente in proventi, i quali si rivolgono ai ragazzi a rischio. Insomma noi abbiamo cercato di contemperare entrambe le esigenze, ovvero di porci un obiettivo e un investimento sfidante per tutta la regione e per tutto il Sud, cioè creare dunque una piccola Cinecittà nel nostro territorio, e poi, di riqualificare un'area, che altrimenti sarebbe diventata o abbandonata o comunque un’area che “rischiava di diventare un po’ commercializzata”. Noi vogliamo fornire un servizio pubblico ai cittadini, al territorio, fornire degli spazi di formazione, costituire la scuola di formazione del cinema e anche fare in modo che le produzioni che verranno, possano inserire al loro interno giovani. Quindi avere un luogo dove c'è la scenografia, dove c'è il teatro digitale, dove ci sono i laboratori, dove ci sono i casting, dove ci sono le sartorie e dove c’è anche la scuola di formazione, tutto ciò concentrato in un unico luogo, diventa un vero e proprio polo produttivo; pertanto sicuramente lo rifarei se ne avessi la possibilità. È faticoso però, molto faticoso, perché quando si iniziano dei lavori in zone che sono “non sistematizzate”, dal punto di vista delle autorizzazioni edilizie, si presentano tante divergenze e opinioni diverse con la Sovrintendenza, la quale riteneva di farci intervenire in un modo piuttosto che in un altro, ovviamente questo ci ha rallentato. Noi, nonostante ciò, non ci siamo mai fermati e demoralizzati, perché il nostro bene più grande, era il risultato che potevamo portare alla nostra città e al nostro territorio. Di conseguenza non ci siamo fermati neanche davanti a difficoltà, che ci sembravano insormontabili o anche davanti alla stessa pandemia; dove tutti gli investimenti ci sembravano un salto nel buio. Infatti ci chiedevamo cosa sarebbe accaduto, dove saremmo andati, se saremmo riusciti e se si sarebbero fatte altre produzioni, e invece abbiamo resistito, ragion per cui altre produzioni sono state realizzate. Abbiamo, inoltre, aggiunto dei finanziamenti legati alle produzioni, quindi sapete che finanziamo fiction e prodotti che guardate, per esempio : Mare Fuori, i bastardi di Pizzofalcone, il commissario Ricciardi, Mina Settembre e l’Amica Geniale. Queste sono state proprio le soddisfazioni più grandi, perché sarebbero state produzioni che si sarebbero potute realizzare. Poi voi sapete, le fiction in set si possono realizzare dove si vuole, compreso Cinecittà, che li ricostruisce, però, se si trova anche un borgo o un centro storico, che è simile a Napoli e che possiede un finanziamento, naturalmente la produzione procede, e quindi abbiamo resistito anche su questo aspetto.
2) Dott.ssa Rosanna Romano: Certo, questa situazione del Ministero ci sta mettendo in grave sofferenza e anche in grande preoccupazione, perché questo problema dei ritardi dell'assegnazione dei fondi, ritarda anche la programmazione, la spesa e la certificazione. Noi dobbiamo programmare, ma dobbiamo liquidare e dobbiamo anche dimostrare di aver speso, e ciò ritarda tutto. Ovviamente possono presentarsi anche degli ostacoli, come quello delle autorizzazioni, che però siamo riusciti a superare. Chiaramente il problema è proprio questo, cioè la tempistica e un rispetto dei tempi, i quali non sono solo nostri, ma anche di chi ci deve dare le risorse, e dunque se questi ultimi riuscissero a rispettare i tempi stabiliti, anche noi potremmo farcela a mantenere i nostri impegni. Inoltre sostengo che tra istituzioni dovrebbe essere sempre così: non dovremmo mai arrivare al punto di scontrarci su questi diritti già acquisiti.
1) Dott. Maurizio Gemma: L'audiovisivo, nel mondo, è un comparto molto evoluto; in America lo fanno dai primi anni Quaranta e nella loro economia industriale rappresenta uno dei segmenti più importanti: dopo l'acciaio e le automobili viene l'audiovisivo, appunto. Da noi purtroppo è un comparto minore, meno evoluto. Per noi sul podio c'è l'enogastronomia, seguita dalla moda e molto altro a seguire, prima di intercettarlo come voce industriale di rilievo. Pensate a quanto lavoro può muovere un'impresa simile in contesti come gli Stati Uniti. Le grandi produzioni hollywoodiane già negli anni Sessanta cominciano a uscire dagli studi di posa e lo fanno per due ragioni di base: motivi tecnologici ed economici. La guerra aveva prosciugato le casse, per cui la produzione audiovisiva doveva uscire dagli studi per cercare nuovi luoghi e nuove storie più coinvolgenti, che però andavano finanziate. L'aspettò più complicato della filiera audiovisiva non è tanto quello creativo, ma quello economico, e le due cose devono essere estremamente connesse. La genesi delle Film Commission in giro per il mondo ha la stessa matrice comune dappertutto. Una volta fuori dagli studi, il cinema americano iniziò a invadere i territori, con una media di cinquecento lavoratori per troupe. Non si aspettavano una simile mole di lavoro e così tanti servizi da movimentare. Gli americani capirono quanto l'implemento delle attività avesse odore d'affari anche perché, oltre ai servizi, occorrevano attrezzature aggiuntive, costumi, assicurazioni. Stabilirono che per ogni dollaro speso in attività audiovisive ne ritornassero indietro sei, considerandone solo la ricaduta automatica, a cui andava sempre aggiunto un ulteriore incasso. Loro capirono subito che l'enorme fattore economico muoveva un gigante fattore occupazionale. E poi, terzo fattore, c'era e c'è tuttora il piano promozionale, che di fatto ha generato Film Commission a livello internazionale. I luoghi e le geografie iniziavano a chiedere la scena e a voler parlare di sé per far nascere nuove tendenze di viaggio e turismo. In Europa le prime Film Commission arrivano negli anni Ottanta, in Italia nei pieni Novanta. L'Italia si è anche resa protagonista della prima legge di tutela dell'audiovisivo a livello europeo.
2) Dott. Maurizio Gemma: Dove sorgerà il Distretto Campano dell'Audiovisivo, vi era il Collegio “Costanzo Ciano”. Questo fu fondato dal governo fascista nel 1929 e nacque con lo scopo di essere un grande orfanotrofio, un luogo per intervenire sull’indigenza dei fanciulli, per occuparsi dei bambini e per introdurli nel mondo del lavoro, poiché all’epoca il culto della forma fisica, dell’atletismo, era un contenuto molto presente nelle politiche dell’epoca. Durante la seconda Guerra mondiale questo complesso di edifici diviene il comando dell’esercizio nazista, quindi viene interrotta l’attività a favore dei bambini e si insedia l’esercito nazista che interviene modificando alcuni edifici a servizio delle attività militari. Dopodiché, con la fine della guerra, si insedia in quest’area l’esercito americano. Con la nascita della NATO, successiva al secondo dopoguerra, quest’area diviene la sua prima sede e diviene il comando della forza NATO del sud Europa e in particolare, nell’edificio che prima era un dormitorio femminile, dove sorgerà il Distretto Campano, si insedia l’esercito statunitense. Qui vengono svolte le attività d’ufficio, mentre le attività tattiche e di difesa vengono svolte in una serie di tunnel, situati sotto la collina. Sono tunnel che furono realizzati prima della guerra come ricovero antiaereo per i bambini. Nella piazza principale di quest’area ci sono quattro edifici che sono sormontati da un edificio rettangolare che era il comando NATO. Fuori dal perimetro di questo parco, vi era l’alloggio dei militari, mentre nell’area intorno sorgevano campi da rugby, tennis, basket, supermercati, infermeria, scuole, che venivano frequentate dai figli dei familiari dei militari; è inoltre presente una piscina che all’epoca era già in funzione prima per il Collegio, poi per la base NATO. Successivamente in questa zona viene insediato il carcere minorile. In quella baia (Nisida), subito dopo gli anni ‘30, sorse la più grande acciaieria d’Europa, l’Italsider, che ha dato lavoro fino a 25 000 persone, che è stato uno dei luoghi di lavoro più importanti del nostro Mezzogiorno, poi questa industria è stata chiusa per motivi “economici” poiché il processo produttivo non era più conveniente. Questo ha provocato grandi problemi, anche sociali, procurando disoccupazione e anche un incremento della delinquenza, rendendo il quartiere poco sicuro. Bagnoli è un quartiere operoso, in cui si è sviluppato anche il turismo. In questo grande cratere, Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano (Campi Flegrei), ci sono contenuti attrattivi da sempre: stadio, palazzetto dello sport, ristoranti, attività balneari, piscina olimpionica “Scandone”, l’Edenlandia, primo parco divertimenti tematico d’Italia, nato negli anni ‘70. Durante l’epoca del fascismo nasce la Mostra (delle colonie) d’Oltremare che era un insediamento moderno ed importantissimo. All’epoca c’erano soltanto tre siti in Italia:la Fiera di Milano, la Mostra d’Oltremare e la Fiera del Levante di Bari.
1) Avv. Francesco Pastore: : Indipendentemente dai dati pubblicati su OpenCoesione, che non sono dati aggiornati, si può notare una lentezza di una trasmissione di dati dalla Regione al sito ministeriale.
I dati non seguono l’evoluzione del procedimento, che è più veloce di quello che può comunicare la Regione al Ministero. Riguardo al costo di questo progetto, non so quale aspetto vi possa più interessare, si potrebbe parlare all’infinito di questa cosa.
Innanzitutto questo edificio non è di nostra proprietà, abbiamo dovuto cercare quale struttura possedesse i requisiti più idonei per quello che dovevamo fare. Poiché devi far coincidere quello che hai in testa con quello che hai a disposizione, e ovviamente devi fare delle scelte e devi cercare di rendere la cosa fattibile economicamente e amministrativamente parlando.
L’edificio scelto aveva comunque bisogno di alcuni lavori, questo significa che c’è un iter amministrativo per averlo in concessione dall’Ente.
Ci siamo impattati con un evento imprevisto, cioè l’approvazione del piano urbanistico della zona (PUA), che non era stato adottato dal comune di Napoli. Alcuni lavori che volevamo fare diventano non più attuabili. Questo piano urbanistico prevedeva che questa zona con questi edifici avesse una finalità turistica per la collettività, con annesso recupero dell’impianto originale esistente, pertanto, i nuovi nullaosta per chi voleva lavorare su questi edifici avevano un paletto in più. La Soprintendenza richiede che, indipendentemente da quello che il privato vuole, l’impianto debba ritornare a quello che era in epoca fascista, perché espressione dell’arte razionalista. Di conseguenza, oltre a pensare a quello che si intendeva realizzare con x risorse è necessario stanziare ulteriori risorse per farlo tornare com’era prima. Per esempio, durante la permanenza del Comando NATO, furono costruite scale di emergenza all’esterno dell’edificio. Ora, per ripristinare lo status quo ante la Soprintendenza ci ha chiesto di rimuovere le scale esterne e ricostruirle all’interno. Tutto ciò, ha reso molto più complicato l'iter del progetto. Alla fine si è trovato un compromesso, modernizzare solo il piano terra, rinunciando, per ora, al resto del progetto in modo tale da bypassare il problema delle scale, rimandando quindi a futuri finanziamenti il completamento dei piani superiori. Il progetto si porterà a termine sicuramente per la fin dell’anno perché non ci sono problemi di liquidità e trasferimento di fondi oppure problemi tecnici con l’impresa.
2) Avv. Francesco Pastore: : I nostri sono fondi già approvati, i quattro milioni non sono a rischio, lo sarebbero se avessimo voluto continuare l’adeguamento funzionale degli spazi, ma questi sono già stanziati, sono fondi CIPES, approvati da un altro Ente. C’è solo il rischio che non ci vengano finanziati i restanti quindici milioni richiesti. Dai dodici milioni, che in precedenza erano necessari per completare il tutto, ora sono necessari ulteriori finanziamenti pari a diciassette milioni di euro.
1) Cittadini del quartiere di Bagnoli:
Risposta barista
Si sono a conoscenza del progetto, lo stiamo aspettando da tanto tempo e credo possa essere utile per i cittadini di Bagnoli
Risposta professoressa
No, non ne ero a conoscenza, ma spero possa contribuire all’economia di questo quartiere, che ne avrebbe bisogno
Risposta edicolante
Si, sono anni che lo Stato ci aveva promesso un intervento per recuperare la zona dell’ex base NATO. Speriamo sia prontamente realizzata poiché, avrà sicuramente un valore positivo per la cittadinanza.