REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
RIFORESTAZIONE AREE PERIFLUVIALI LUNGO L'ASTA DEL PO

Inviato il 15/03/2024 | Di Gruppo di monitoraggio (Università degli Studi di Torino): Di Grazia Alessia, Grimaldi Simone, Messina Elena, Passudetti Andrea, Rizza Simone, Salvatore Noemi

Cosa abbiamo scoperto

Obiettivi del progetto

Il progetto monitorato mira a riqualificare l’ambito perifluviale mediante l’impianto di specie afferenti alla vegetazione naturale per incrementare le funzionalità ecologiche dell’ambiente golenale. E’ prevista la messa a dimora di 72.000 esemplari fra alberi ed arbusti tipici dell’ambiente fluviale, nonché la loro cura e manutenzione per i successivi 5 anni, durante i quali verranno eseguiti irrigazioni di soccorso, sostituzione delle fallanze e contrasto alle specie infestanti e invadenti, per favorire la costituzione di una formazione boschiva climatica.
Si tratta di aree accomunate dal medesimo contesto vegetazionale ed ecosistemico; gli interventi previsti sono finalizzati alla eradicazione delle specie alloctone invasive, predisposizione del suolo al nuovo impianto, messa a dimora di specie autoctone arboree e arbustive in coerenza biogeografica ed ecologica con il sito, cura e manutenzione dell’impianto per i 5 anni successivi.

Attività previste

La fine del progetto era prevista per il 30 giugno 2026, ma è stato concluso in anticipo, il 18 febbraio 2024.

Le attività prevedono:
- l’eradicazione delle specie alloctone invasive;
- la predisposizione del suolo al nuovo impianto di specie autoctone;
- la messa a dimora di specie autoctone e arbustive in coerenza biogeografica ed ecologica con il sito;
- la cura e la manutenzione dell’impianto per i 5 anni successivi.
L’ultimo punto risulta molto interessante poiché, in generale, con i fondi PNRR non si prevede di finanziare una manutenzione regolare, ma solo l’attuazione del progetto, quindi, il fatto che ciò venga inserito negli interventi previsti all’interno del bilancio di questi fondi è un dato interessante.
In particolar modo, la zona era stata invasa da una canna infestante, che è stato necessario eradicare perché estremamente dannosa per l’ecosistema autoctono. È stato poi ripulito il suolo e successivamente, nel corretto periodo di piantumazione, sono stati messi a dimora 72.000 esemplari tipici dell’ambiente perifluviale. In particolar modo sono stati piantati: 1.397 Acer campestre L.; 2.706 Ainus glutinosa (L) Gaertn.; 2619 Carpinus betulus L.; 1.572 Cornus sanguinea L.; 698 Corylus avellana L.; 1.397 Crategus monogyna Jacq; 698 Euonymus europaeus L.; 2.496 Fraxinus Excelsior; 5.412 Populus alba L.; 12.447 Populus nigra L. subsp nigra; 524 Prunus avium L.; 1.623 Prunus Padus; 1.746 Quercus cerris L.; 3.493 Quercus robur L. subsp. Robur; 1.082 Rhamnus Frangula; 14.612 Salix alba L.; 5.412 Salix Eleagnos; 8.118 Salix purpurea L. subsp. Purpurea; 873 Tilia cordata Mill.; 1.432 Ulmus minor Mill. subsp. minor; 1.222 Viburnum opulus L.

Il territorio coinvolto comprende 54 ettari di terreno compreso tra i comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po e Verolengo.

Origine del progetto

La Città metropolitana di Torino ha partecipato al bando di progettazione per gli interventi di riforestazione previsti dal Decreto del 9/10/2020. I 5 progetti proposti sono stati tutti approvati con Decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 9 luglio 2021. Ne avevano anche parlato, il 14 ottobre 2021, al Salone del Libro, nell'incontro dal titolo "W gli alberi!", Gabriele Bovo, Dirigente della Direzione Sistemi Naturali della CMTO insieme a Jacopo Chiara, Gian Michele Cirulli, Stefania Grella, Simone Mangili e Riccardo Porcellana.
Con il decreto della Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare del MiTe n. 198 del 19/08/2022, la Città metropolitana di Torino è risultata beneficiaria di un contributo di € 2.257.497,00 destinato ad interventi di forestazione in ambito perifluviale del fiume Po – tratto torinese, su una superficie complessiva di 54,27 ettari che comprendono aree non contigue nei Comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po e Verolengo.

Soggetti Beneficiari

I beneficiari sono tutti i cittadini dei comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po e Verolengo.

Contesto

Il progetto si estende lungo il fiume Po, coinvolgendo i comuni di Brusasco, Cavagnolo, Lauriano, San Sebastiano da Po e Verolengo, tutti parte del Parco Naturale del Po Piemontese, istituito nel 2019. In passato, queste zone erano protette da diverse entità gestionali, ma la legge regionale del 2019 le ha unificate sotto un'unica area protetta.
L'ambiente fluviale offre caratteristiche uniche, con ampie aree golenali e tratti abbandonati dal corso principale del fiume chiamati lanche, ideali per specie legate agli ambienti umidi. Tuttavia, al di fuori di queste zone, l'interferenza antropica è evidente, con pioppeti estesi, campi coltivati e terreni abbandonati che coprono il 60% del territorio, limitando la presenza di vegetazione naturale.
Le sfide ambientali includono la minaccia di specie vegetali esotiche invasive come Sycios angulatus e Buddleja davidii, che possono disturbare l'ecosistema locale. La creazione del Parco Naturale del Po Piemontese mira a consolidare la protezione di queste aree, preservando la loro biodiversità e i loro habitat naturali.
La convergenza tra i fiumi Po e Dora Baltea è cruciale nel sistema delle aree protette del Po torinese, rappresentando un punto chiave per la conservazione dell'ecosistema fluviale. Quest'area ricca di diversità biologica e paesaggistica è un importante patrimonio naturale che richiede una gestione attenta e sostenibile per garantirne la conservazione a lungo termine e il benessere delle comunità locali.

Avanzamento

Nell'intervista avvenuta con i rispettivi sindaci è emerso che il progetto, iniziato nel 2021, con l'obiettivo e la stima di essere portato a termine entro il 2026, è stato concluso in anticipo, ossia nell'inverno del 2024.

Risultati

È stato reso noto durante il colloquio con i sindaci di Brusasco e Cavagnolo che la conclusione anticipata ed efficace ha permesso ai due comuni di ottenere ulteriori fondi svincolati provenienti dal PNRR per lo svolgimento di un secondo progetto. Il nuovo progetto andrebbe a completare l’obiettivo di riforestazione dei territori fluviali sulla riva del Po iniziato con il primo, coinvolgendo di nuovo gli stessi comuni. Le specie piantate sono state accuratamente selezionate per valorizzare l’aspetto naturalistico dell’ecosistema, tra cui querce, pioppi e aceri.
Altra peculiarità riguarda l’aspetto manutentivo: dal momento che il progetto prevede una manutenzione continuativa per i primi cinque anni dopo la conclusione, si conta anche sull’assegnazione ad aziende locali dei lavori (ad esempio, per ciò che riguarda il taglio dell’erba).

Punti di debolezza

Dal confronto con i sindaci è emerso chiaramente che un punto di debolezza riscontrato è la scarsa presenza di informazioni esaustive circa tempistiche di svolgimento dell’opera e obiettivi prefissati sulle pagine web di alcuni dei comuni interessati dall’intervento. Tuttavia, sono stati individuati e analizzati altri siti dei rimanenti comuni coinvolti, molto più precisi e dettagliati. Altro punto di debolezza potrebbe essere la mancata collaborazione di certi enti locali che in maniera più o meno importante ostacolano l’operato dei sindaci. Infatti, questi ultimi spesso si ritrovano a dover far fronte in maniera autonoma alle richieste dei cittadini.

Punti di forza

Il primo punto di forza è proprio l’estirpazione di specie invasive a favore della piantumazione di specie autoctone, aspetto legato alla volontà di espandere le aree verdi a disposizione della comunità.
In conseguenza a quanto appena detto è presente un secondo punto di forza, che riguarda il miglioramento esponenziale della qualità dell’aria dovuto proprio alla piantumazione di nuove specie arboree.

Rischi

Dato il contesto in il progetto opera, ossia comuni rurali, è da considerare come rischio futuro la scarsa collaborazione di determinati enti locali. Ciò potrebbe ostacolare l'operato dei sindaci, i quali si ritroverebbero a far fronte in maniera autonoma alle richieste dei cittadini.

Soluzioni e Idee

Per poter valorizzare ulteriormente il territorio e sfruttare al meglio le modifiche effettuate dai fondi PNRR, si potrebbe pensare di portare avanti collaborazioni tra i comuni, realizzare aree gioco dedicate ai bambini con scivoli, altalene e altri elementi ludici e/o organizzare eventi mirati ad incentivare le comunità interessate all’utilizzo degli spazi riforestati per attività ricreative/sportive.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con i referenti politici

Le persone intervistate sono: Giulio Bosso, sindaco di Brusasco e Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo.

Domande principali

Le principali due domande poste agli intervistati sono state:
1) Quando è iniziato il progetto e quando è stato concluso?
2) La fine del progetto è solo preservare la biodiversità e contribuire alla riduzione dell'inquinamento o c'è anche un fine sociale come la valorizzazione del territorio?

Risposte principali

Le principali due risposte degli intervistati sono state:
1) Il sindaco di Brusasco, Giulio Bosso, ha affermato che il progetto è iniziato con i primi stanziamenti di fondi PNRR, ossia nel 2021. E' stato portato a termine a febbraio 2024.
2) Il sindaco di Cavagnolo, Andrea Gavazza, ha evidenziato che, considerando che si parla di aree marginali, c'è anche la componente di valorizzare la fruibilità degli spazi; per esempio, sono stati costruiti e predisposti tavoli e sedie al fine di permettere alla popolazione di utilizzare tale area a scopo ricreativo.