REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Inclusi-Vita
Inviato il 27/02/2025 | Di Pasquale Del Donno, Tamara Basile, Alessandro Cristofano, Francisco Alvarez, Giuseppe Spina
Cosa abbiamo scoperto
Obiettivi del progetto Tweet
Il progetto monitorato riguarda la realizzazione di un housing per persone senza dimora, un'iniziativa che ha un forte impatto sociale, in quanto si occupa di affrontare il fenomeno dell'emarginazione e della povertà estrema. L’obiettivo principale del progetto è fornire un’abitazione stabile e dignitosa a persone che vivono in condizioni di grave marginalità sociale, permettendo loro di reintegrarsi nella società e di ricostruire una vita indipendente.
Questo progetto è particolarmente importante poiché risponde a una delle principali problematiche legate alla povertà, ovvero l'accesso alla casa, che è fondamentale per garantire la dignità e il benessere delle persone. L'Housing First, il modello adottato, mira a dare priorità all'accesso a una casa stabile, creando le condizioni per un recupero a lungo termine attraverso il supporto sociale, sanitario e lavorativo. Gli obiettivi principali del progetto sono:
Fornire abitazioni stabili a persone senza dimora, riducendo il rischio di emarginazione.
Favorire il reinserimento sociale e lavorativo attraverso il supporto psicologico, educativo e professionale.
Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà estrema, migliorando la qualità della vita di chi vive in condizioni di vulnerabilità.
Il progetto non solo risponde a una necessità urgente, ma ha anche un impatto positivo a lungo termine sulla comunità, creando un ambiente più inclusivo e solidale.
Attività previste
Il progetto realizza interventi per il potenziamento dei servizi rivolti alle persone senza dimora, sostenendole nel percorso verso l’autonomia. Questi interventi si fondano su un approccio integrato che include l'accesso a strutture di accoglienza, supporto psicologico, orientamento al lavoro e formazione. La tipologia di interventi prevede il rafforzamento delle reti di supporto esistenti, il miglioramento delle condizioni abitative attraverso l’adozione del modello Housing First e l'inclusione sociale a lungo termine
Origine del progetto
Decisioni pubbliche e procedure amministrative: Il progetto è stato finanziato grazie a fondi europei, tra cui il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD), attraverso il Programma Operativo Nazionale (PON) Inclusione. È stato definito per contrastare l'emarginazione sociale e la povertà estrema, con l’obiettivo di includere le persone senza dimora nel tessuto sociale ed economico.
Soggetti coinvolti nella definizione del progetto: Tra i soggetti coinvolti nella progettazione del progetto vi sono amministrazioni locali e associazioni di volontariato. Sono stati organizzati incontri di coprogettazione con esperti, assistenti sociali e amministratori locali per definire le linee guida e le attività.
Possibile esclusione di alcune persone impattate: Non risultano esclusioni significative nel progetto, ma è importante sottolineare che l’efficacia dell'intervento dipende dalla capacità di raggiungere tutte le categorie vulnerabili, anche quelle più difficili da coinvolgere nei processi di inclusione.
Soggetti Beneficiari
Soggetti che possono trarre vantaggio dagli esiti del progetto:
Persone senza dimora: Il gruppo principale che beneficia direttamente dal progetto sono le persone senza fissa dimora, che ricevono un supporto abitativo stabile attraverso il modello Housing First, oltre a un accompagnamento per il reinserimento sociale e lavorativo. Questo intervento migliora la loro qualità della vita, riduce l'emarginazione e favorisce l'autonomia.
Cittadinanza in generale: L’intero territorio, e in particolare la comunità locale, beneficia dal progetto grazie a una maggiore inclusione sociale e a una riduzione dei fenomeni di povertà estrema e disagio abitativo. Un impatto positivo si riflette nella coesione sociale e nell'integrazione delle persone vulnerabili nella comunità.
Operatori sociali e professionisti del settore: Gli assistenti sociali, psicologi, educatori e altri operatori coinvolti nel progetto traggono vantaggio dalla possibilità di lavorare in un ambiente di coprogettazione e di sperimentare soluzioni innovative per il contrasto alla povertà.
Organizzazioni non governative e associazioni locali: Questi soggetti che collaborano al progetto con l’amministrazione pubblica traggono vantaggio dal rafforzamento delle loro attività e dalla possibilità di allargare la propria rete di supporto per le persone in difficoltà.
Possibile esclusione di alcune tipologie di persone:
Nonostante l'intento inclusivo del progetto, potrebbero esserci categorie di persone che risultano più difficili da raggiungere o da includere pienamente, come:
Soggetti con gravi dipendenze o problematiche psichiatriche che necessitano di un supporto specifico e di interventi mirati che potrebbero non essere completamente soddisfatti da questo tipo di progetto.
Migranti privi di documentazione: Le persone migranti in condizioni legali complesse (ad esempio, senza permesso di soggiorno) potrebbero incontrare difficoltà nell'accesso ai servizi, nonostante la disponibilità di supporti da parte di alcuni enti.
Donne in situazioni di violenza domestica: Sebbene il progetto possa supportare le persone vulnerabili, le donne che affrontano situazioni di violenza potrebbero necessitare di strutture protette e percorsi specifici che non sempre rientrano in un programma di reintegrazione generico.
In generale, mentre il progetto ha l’obiettivo di includere e supportare tutti coloro che si trovano in situazioni di povertà estrema e senza dimora, ci potrebbero essere margini di esclusione per gruppi particolarmente vulnerabili che richiedono interventi ancora più mirati e specialistici.
Contesto
Il territorio in cui agisce il progetto, in particolare la regione del Molise e la città di Campobasso, affronta significativi problemi di emarginazione sociale e povertà estrema. La presenza di persone senza dimora è un fenomeno crescente, con difficoltà nell'accesso a servizi essenziali e all'integrazione sociale. Le persone vulnerabili spesso vivono in situazioni di estrema precarietà, con mancanza di abitazioni stabili e senza un supporto adeguato per l'autonomia sociale e lavorativa. Inoltre, il territorio presenta un elevato tasso di disoccupazione, che aggrava ulteriormente le difficoltà delle persone senza dimora nel reinserirsi nel tessuto socio-economico.
Questi bisogni giustificano il finanziamento del progetto, poiché risponde a una delle problematiche più urgenti: la mancanza di soluzioni abitative stabili per i senza dimora. Il progetto punta a garantire loro un tetto sicuro e a offrire supporto per il reinserimento sociale e lavorativo, facilitando l'inclusione e contrastando la povertà e l'emarginazione.
Altri progetti simili o complementari:
Progetti di accoglienza per persone senza dimora sono presenti nel territorio, anche attraverso le strutture di accoglienza temporanea gestite da associazioni locali e dalla Caritas. Tali iniziative si concentrano su soluzioni di emergenza, ma non sempre offrono percorsi di lungo termine per il reinserimento.
Il Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD), che supporta la distribuzione di beni alimentari e materiali scolastici, complementa il progetto attraverso interventi di supporto materiale per le persone vulnerabili.
Piani o strategie pubbliche locali:
Il progetto si inserisce in un quadro di politiche più ampie, come la Strategia Nazionale per le Aree Interne, che mira a migliorare le condizioni di vita nelle aree più vulnerabili, tra cui anche quelle rurali e marginali. Anche la Strategia per la Lotta alla Povertà e la Piano Sociale Regionale del Molise prevedono interventi a favore delle persone vulnerabili, per cui il progetto è in linea con gli obiettivi regionali di inclusione e reintegrazione sociale.
In sintesi, il finanziamento del progetto risponde a bisogni urgenti di supporto abitativo e inclusione sociale per le persone senza dimora, contribuendo a una serie di politiche locali e nazionali volte a ridurre l'emarginazione e la povertà.
Avanzamento
Lo stato del progetto, basato sulle informazioni raccolte, mostra un significativo progresso nelle attività di supporto alle persone senza dimora nel territorio di Campobasso e del Molise. Il progetto ha raggiunto i suoi obiettivi principali, che includono l'offerta di alloggi stabili per persone senza dimora, oltre a servizi di reintegrazione sociale e lavorativa. Il modello Housing First, utilizzato nel progetto, ha già permesso di inserire diverse persone in appartamenti indipendenti, favorendo il loro percorso verso l'autonomia. Le attività sono state monitorate attraverso incontri con gli operatori sociali e documentazione ufficiale ricevuta dall’amministrazione locale e da altre organizzazioni partner.
Le informazioni principali sono state raccolte tramite:
Documenti ufficiali e atti amministrativi, che descrivono le fasi di finanziamento e attuazione del progetto.
Interviste con i responsabili del progetto, tra cui l’assessore alle politiche sociali di Campobasso, Luca Praitano, che ha fornito dettagli sull’avanzamento delle attività.
Visite di monitoraggio alle strutture di accoglienza e ai progetti di Housing First, dove sono stati verificati i progressi nella realizzazione degli alloggi e nel reinserimento delle persone vulnerabili.
Inoltre, il progetto è stato finanziato attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD), come indicato nella piattaforma Opencoesione, che fornisce informazioni dettagliate sugli interventi finanziati. Potete consultare il progetto completo tramite il seguente link: http://opencoesione.gov.it/it/dati/progetti/4mlav4-2016-mol_p1_ats_campobasso/ che offre una panoramica completa su obiettivi, finanziamenti e stato di attuazione.
Il progetto sta proseguendo secondo i tempi previsti, con un impatto positivo sulla comunità locale e con un monitoraggio costante per assicurarsi che le persone vulnerabili possano beneficiare pienamente delle opportunità offerte.
Risultati
Il progetto è ancora in corso di svolgimento, ma sulla base delle interviste (riportate in parte di seguito) fatte possiamo rilevare che sono state costruiti degli alloggi per le persone senza fissa dimora e che il progetto sta procedendo molto bene.
Punti di debolezza
Eccessivo controllo e scarsa autonomia: Durante la fase di attuazione, è emerso che una forte centralizzazione delle decisioni ha limitato l'autonomia degli operatori sul campo. Questo può rallentare la risposta ai bisogni immediati delle persone senza dimora, riducendo la flessibilità necessaria per affrontare situazioni impreviste o particolarmente complesse.
Rischio di sovraccarico: L'intensivo impegno richiesto alle strutture di accoglienza e agli assistenti sociali può generare un sovraccarico di lavoro, che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza fornita e l'efficacia delle politiche di reintegrazione. L’alto numero di persone da seguire può portare a una riduzione del supporto individualizzato, fondamentale per il successo a lungo termine di questi progetti.
Disomogeneità nelle opportunità: Sebbene il progetto preveda interventi per tutti, ci sono differenze nelle opportunità offerte alle persone in base alle risorse e alle capacità delle strutture locali. Questo può creare disuguaglianze nell'accesso ai servizi e alla qualità dell'assistenza, limitando l’efficacia del progetto su tutto il territorio.
Difficoltà di adattamento alle esigenze individuali: Nonostante l'intento di offrire soluzioni personalizzate, il modello proposto può risultare rigido rispetto alle necessità specifiche di ciascun individuo. Ad esempio, alcune persone potrebbero non essere pronte per il tipo di reinserimento previsto dal progetto o avere bisogni particolari che richiedono soluzioni diverse, come supporto psicologico intensivo o percorsi riabilitativi specifici.
Mancanza di continuità e coerenza: Un altro aspetto critico riguarda la continuità dei servizi nel lungo periodo. Le persone senza dimora spesso necessitano di un sostegno prolungato e coerente, ma i cambiamenti nelle politiche pubbliche o la fine di alcuni finanziamenti possono interrompere i servizi offerti, lasciando le persone vulnerabili senza supporto adeguato.
Rischio di disconnessione tra teoria e pratica: La progettazione teorica del modello Housing First potrebbe non sempre corrispondere alle difficoltà pratiche quotidiane nell’implementazione. La realtà sul campo può presentare sfide che richiedono aggiustamenti continui, e la mancanza di flessibilità nel modello potrebbe ridurre la capacità di rispondere efficacemente a queste difficoltà.
Scarso coinvolgimento delle persone direttamente impattate: Infine, un altro aspetto negativo è il limitato coinvolgimento delle persone senza dimora nella definizione e attuazione del progetto. Pur essendo il progetto mirato al loro benessere, in alcune fasi potrebbe esserci stato un insufficiente ascolto delle loro opinioni e necessità, limitando così il senso di appartenenza e responsabilizzazione verso il progetto stesso.
Questi aspetti evidenziano delle criticità che potrebbero essere migliorate per garantire che il progetto sia più efficace e in grado di rispondere meglio alle sfide pratiche e alle esigenze specifiche dei beneficiari.
Punti di forza
Sviluppo delle competenze trasversali;
Orientamento professionale personalizzato;
Feedback costante;
Connessione con il mondo del lavoro;
Sicurezza e benessere degli studenti;
Monitoraggio e valutazione del successo del progetto
Rischi
Il progetto potrebbe essere messo in pericolo da diversi fattori. Innanzitutto, l'obsolescenza delle competenze e degli strumenti utilizzati dagli operatori rischia di compromettere la qualità dei servizi, in quanto la formazione continua è essenziale per rispondere alle nuove sfide. Inoltre, l’eccessiva burocrazia e il sovraccarico amministrativo rallentano l’efficienza operativa, soprattutto quando i servizi devono essere tempestivi. Un altro rischio è il mancato allineamento con le esigenze future, poiché la povertà e l'emarginazione sociale evolvono nel tempo e il progetto potrebbe non adattarsi adeguatamente a queste trasformazioni. Infine, la mancanza di sostenibilità a lungo termine rappresenta una grande preoccupazione, poiché la fine dei finanziamenti pubblici potrebbe compromettere il mantenimento delle attività, rendendo difficile garantire un impatto duraturo. Questi aspetti sono emersi durante le interviste con operatori, amministratori locali e nelle visite di monitoraggio.
Soluzioni e Idee
Per aumentare l’efficacia del progetto monitorato, sarebbe utile adottare un approccio più articolato, che vada oltre la semplice costruzione di nuove abitazioni per i senza dimora. Ecco alcune azioni specifiche che potrebbero contribuire al raggiungimento degli obiettivi finali del progetto:
Potenziamento dei servizi di supporto psicologico e sociale: Le persone senza dimora spesso affrontano traumi significativi e difficoltà legate a problemi di salute mentale. Integrare percorsi di supporto psicologico e psicoterapeutico personalizzato potrebbe aumentare le probabilità di successo nel reinserimento sociale. (Fonte: interviste con assistenti sociali e operatori del settore)
Collaborazioni con enti privati e del terzo settore: Potenziare le collaborazioni con le ONG e il settore privato per garantire un supporto finanziario e una rete di assistenza più ampia. Le organizzazioni private potrebbero contribuire, ad esempio, con formazione professionale, tirocini lavorativi e altre forme di reinserimento occupazionale. (Fonte: esperienze di progetti simili in altre regioni)
Creazione di una rete di case temporanee e appartamenti condivisi: Oltre alla costruzione di nuove abitazioni, si potrebbe potenziare la rete di case temporanee e appartamenti condivisi, offrendo soluzioni intermedie che permettano una transizione graduale verso l'autonomia, con maggiore supporto iniziale. Questo modello è stato utilizzato con successo in altri progetti di Housing First in contesti simili. (Fonte: pratiche internazionali di Housing First)
Formazione continua per gli operatori sociali: Investire in formazione continua per gli operatori affinché possano acquisire competenze aggiornate sulle migliori pratiche per lavorare con le persone senza dimora, affrontando non solo le difficoltà abitative, ma anche quelle relazionali, psicologiche e occupazionali. (Fonte: feedback da operatori e amministratori locali)
Monitoraggio continuo e adattamento del modello: Implementare un sistema di monitoraggio e valutazione continuo, per adattare il progetto in tempo reale alle esigenze specifiche degli utenti. Il monitoraggio dovrebbe includere la raccolta di dati sugli esiti a lungo termine del progetto, come il reinserimento lavorativo e sociale. (Fonte: analisi di progetti di inclusione sociale simili)
Sostenibilità finanziaria a lungo termine: Creare un piano di sostenibilità finanziaria che preveda l’individuazione di fondi a lungo termine, sia pubblici che privati, per garantire la continuità delle attività anche dopo la fine del ciclo di finanziamento iniziale. Ciò potrebbe includere investimenti in crowdfunding o partnership con grandi aziende locali. (Fonte: strategie di finanziamento di progetti sociali nel settore pubblico)
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con altre tipologie di persone
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
Carmela Basile (europe direct), Pierpaolo Tanno (progettista sociale), Luca Praitano (assessore alle politiche sociali), Mariangela d'Ambrosio
Domande principali
1) Chi sono i senza fissa dimora? (d'Ambrosio)
2) Che cos'è la povertà abitativa? (Tanno)
Risposte principali
1) I senza fissa dimora, o "senza tetto", sono persone che vivono in condizioni di estrema povertà e mancanza di un alloggio stabile. Spesso sono costrette a vivere per strada, in rifugi temporanei, in parcheggi o in edifici abbandonati. La loro situazione è generalmente il risultato di una combinazione di fattori, tra cui difficoltà economiche, disoccupazione, problemi di salute mentale o fisica, dipendenze, difficoltà familiari o perdita di un lavoro stabile.
2) La povertà abitativa si riferisce alla condizione in cui una persona o una famiglia non ha accesso a una casa adeguata, sicura e stabile.