REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
EX CONVENTO DELLA MADDALENA *VIA SANT'ALESSANDRO 39*RAZIONALIZZAZIONE DEL COMPENDIO DENOMINATO EX CONVENTO DELLA MADDALENA (BGD0031), DA DESTINARE A NUOVI UFFICI GIUDIZIARI DEL POLO DELLA GIUSTIZIA DI BERGAMO.
Inviato il 10/04/2025 | Di Chiara Poletti, Sara Omercic, Gregorio Morelli, Alessia Avanzi, Giulia Cantini, Emanuele Belloli
Cosa abbiamo scoperto
Obiettivi del progetto Tweet
Con il restauro del complesso di oltre 2000 metri quadrati in via Sant'Alessandro, 39 a Bergamo che ospiterà gli uffici del Tribunale si punta alla creazione di nuovi spazi per gli uffici giudiziari, ad un miglioramento delle prestazioni energetiche, alla riduzione delle emissioni, al risparmio idrico e all'installazione di sistemi per il recupero delle acque meteoriche. Fatte salve le migliorie logistiche e ambientali, si punta alla conservazione di un luogo che da tempo è patrimonio storico architettonico nel cuore di Bergamo.
Attività previste
Il progetto prevede la riqualificazione del complesso, con superficie di circa 2000 metri quadrati, e il reperimento di spazi idonei per la funzione giudiziaria e la restituzione di evidenza pubblica a un immobile di valore storico. Sin dal 2019 e con la conseguente crisi Covid si parlava di una “sede disagiata” con carenza di organico amministrativo. Il progetto prevede dei vincoli, non vi saranno demolizione di alcun tipo di muri ma solamente una cauta ricostruzione, essendo il luogo oggetto di interesse non semplice da gestire e caratterizzato da spazi molto grandi o molto piccoli. Viste le altezze compatibili, verranno ricavati ulteriori uffici anche nel sottotetto mai utilizzato e nella parte periferica meno alta ci saranno locali tecnici come gli impianti. L’architettura e gli affreschi verranno preservati trattandosi di un edificio sottoposto a vincolo da parte della Sovrintendenza.
Per rendere accessibile il complesso andranno realizzati un ascensore e una nuova scala; inoltre, tutti gli impianti verranno rifatti da zero. Le richieste del Tribunale di interventi aggiuntivi, come la realizzazione di un parcheggio interrato, già esistente nella parte moderna, e un piano ulteriore non sono state accettate. Al piano terra è previsto uno spazio polifunzionale da poter utilizzare alternativamente come aula per le udienze (è prevista anche l’attigua camera di consiglio), o anche come spazio per conferenze e convegni.
Gli interventi del progetto comprendono, in sintesi, il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio di seguito riportati:
- Interventi strutturali e di consolidamento (prima metà 2025): consolidamento delle murature e dei solai, con particolare attenzione alle criticità strutturali dell'immobile e salvaguardia dei caratteri storici e architettonici del complesso.
- Restauro architettonico e impiantistico (seconda metà 2025): risanamento conservativo delle superfici e degli elementi architettonici di pregio, adeguamento degli impianti tecnologici per garantire efficienza energetica e funzionalità.
- Allestimento degli spazi interni (fine 2025): realizzazione di una nuova aula giudiziaria e delle postazioni di lavoro.
- Collaudo e consegna (inizio 2026): verifica finale delle opere eseguite e collaudo tecnico-amministrativo, consegna degli spazi riqualificati per l'attivazione dei nuovi uffici giudiziari.
La compagine di progettisti include la Archnos srl di Torre del Greco e la Abacus srl di Paciano, Perugia, oltre a vari architetti specializzati nel restauro di monumenti storici. Ad eseguire i lavori saranno il Consorzio stabile Fenix scarl di Bologna e il Consorzio stabile Conpat scarl di Roma, che ha affidato i lavori per gli impianti alla Ge.Di group di Altamura, Bari.
Al termine dei lavori avranno luce le nuove 60 postazioni di lavoro per Giudici di Pace, il personale ammnistrativo, gli uffici giudiziari in ambiente confortabile e green previste sui tre piani ed una sala al piano terra.
Il restauro tiene ovviamente conto dell’aspetto ambientale dei criteri minimi (CAM) ed è prevista l’analisi del ciclo di vita dei materiali sostitutivi o integrativi dei componenti edilizi e l’utilizzo di materiali riciclati o recuperati in ottemperanza al DM 23 giugno 2022, cioè al decreto che fissa i criteri ambientali minimi per la progettazione, i lavori e l’affidamento congiunto di progettazione e lavori.
Tutto il processo è stato impostato con l’utilizzo del BIM-Building Information Modeling, con forte attenzione ai temi del restauro e della sostenibilità, garantendo il raggiungimento di tutte le milestones connesse all’attuazione del PNRR.
I lavori sono iniziati il 17/10/2024 e avranno la durata di 432 giorni con termine a dicembre del 2025 e successivo collaudo entro marzo 2026, cercando di rientrare nel termine ultimo di giugno 2026.
Origine del progetto
Il progetto è stato attivato tramite un finanziamento pari a 7,8 milioni di euro, di cui 4 milioni del PNRR, 3,5 milioni del Ministero della Giustizia e 300 mila euro del Fondo FOI (Fondo Opere Indifferibili) del Ministero dell’Economia. L'avvio del progetto è stato annunciato tramite comunicato stampa dell'Agenzia del Demanio il 17 ottobre 2024 a seguito di varie approvazioni di studi di fattibilità tecnica, economica, ambientale e progettistica. Rientra nella Missione 2 del PNRR, in particolare la componente 3 si pone, in primo luogo, l'obiettivo di migliorare l'efficienza e la sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con interventi riguardanti in particolare scuole e cittadelle giudiziarie, in secondo luogo, l'introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l'edilizia sociale, ed infine, lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento efficienti.
Soggetti Beneficiari
I soggetti che avranno vantaggio dai risultati del progetto sono gli ufficiali giudiziari, l'UNEP (Ufficio Notificazioni, Esecuzioni e Protesti), gli uffici del giudice di Pace ma conseguente a ciò anche i cittadini in virtù dell'auspicato efficientamento dal punto di vista logistico e burocratico delle pratiche giudiziarie dato dalla miglior coordinazione tra le varie sedi del Tribunale che consentiranno una maggior rapidità di svolgimento delle pratiche pendenti. La città di Bergamo beneficerà della presenza di una nuova Cittadella della giustizia.
Contesto
La riqualifica dell’Ex convento della Maddalena, oltre ad avere ragione di miglioramento logistico, vuole anche recuperare un edificio da tempo inutilizzato e riportare alla città una pietra miliare del suo tessuto sociale e artistico. Il convento, costruito nel 1352, nasce come ospedale e viene ampliato nel 1775 su un progetto dell’architetto Costantino Gallizioli. Esso è rimasto nei cuori di molti cittadini che da piccoli utilizzavano questi spazi per fare sport e scuola. Negli anni, tuttavia, lo spazio non è stato più utilizzato se non per degli eventi e mostre culturali. Il complesso è stato oggetto, dal 2017, di diversi progetti di restauro e intesa tra istituzioni che però non sono mai stati realmente implementati, fino a quando il Comune ha dato in permuta l’edificio allo Stato. Un ulteriore aiuto è stato dato dall’onorevole Devis Doris e dai parlamentari bergamaschi che hanno mantenuto viva l’attenzione attraverso le numerose interrogazioni parlamentari sulla questione. Ciò è frutto iniziale dell’impulso di un incontro organizzato nel gennaio del 2020 a Montecitorio alla presenza dell’ex sottosegretario Vittorio Ferraresi, del Presidente del Tribunale De Sapia, della procuratrice Maria Cristina Rota e della Presedente dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo avv. Francesca Pierantoni dove la proposta fu raccolta come “priorità” e diede inizio a un lungo processo. La svolta si ha con la creazione di una sinergia tra Agenzia del Demanio, Ministero della Giustizia, finanziamenti europei, dal Ministero dell’Economia e della Direzione Regionale Lombardia.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo, unitamente alle associazioni forensi Aiaf, Aiga, Apf, Camera Civile, Camera Penale e Nad, sono lieti e a favore del progetto che viene inquadrato come un ulteriore importante passo per la realizzazione della Cittadella della Giustizia a Bergamo.
Con il suo passato storico e il nuovo ruolo funzionale, diventerà un simbolo di integrazione tra passato e presente, grazie a un intervento che unisce rispetto per il patrimonio e modernità.
Le parole di Elena Carnevali sindaco di Bergamo hanno evidenziato la futura disponibilità di aumenti di spazi per il Tribunale, l’opportunità per i giudici di pace e per le funzioni della giustizia e l'intervento conservativo dell’edilizia di pregio che permetterà il recupero delle facciate restituendo bellezza ad un quartiere storico di particolare rilevanza, per ridare vita ad un luogo di fatto abbandonato da tempo.
Al tempo stesso, si evidenziano le parole di Alessandra del Verme, direttore dell’Agenzia del Demanio, che incoraggia a lavorare con un’etica del servizio per rendere ai cittadini degli spazi fruibili, godibili nella loro bellezza, nella loro storia, nella loro memoria e per ricordarsi la loro identità.
Avanzamento
Abbiamo svolto un'osservazione del cantiere dall'esterno notando come effettivamente i lavori siano partiti per tempo ma non ci è stato possibile effettuare un controllo interno per la presenza del cantiere, mezzi pesanti e personale attivo sul luogo. Non si rilevano significativi ritardi secondo il cronoprogramma. Si allegano le foto del cantiere esterno dell'ex convento della Maddalena.
Risultati
Il restauro essendo ancora in fase di avanzamento non ha ancora potuto produrre dei risultati ma dopo un'attenta analisi dei dati e delle testate giornalistiche (in allegato nella sezione come link) possiamo concludere che è coerente con la missione 2 componente 3 del PNRR e che sicuramente migliorerà le attività giudiziarie consentendo un più facile e veloce accesso alle pratiche legali del Tribunale.
Punti di debolezza
L'intervento di ristrutturazione esclude l'ex chiesa del convento, destinata ad essere utilizzata solo per mostre e iniziative culturali e potrebbe limitare il potenziale di valorizzazione dell'intero complesso riducendo l'efficacia dell'operazione di recupero del patrimonio storico. L'inserimento di nuovi uffici giudiziari in un'area già densamente urbanizzata potrebbe comportare problemi legati al traffico, alla sosta e all'accessibilità per gli utenti e operatori. La necessità di rispettare i vincoli architettonici potrebbe ostacolare la creazione di ambienti adeguati. Nonostante l'investimento significativo, il Tribunale soffre cronicamente di carenze del personale, 8 su 21 i giudici previsti, con una scopertura media del 29% e con oltre 10.000 casi pendenti, quindi, anche se il progetto aumenterà l'efficienza negli spazi, alla base vi è una scarsità di personale che andrebbe risanata per poter sfruttare al meglio le opportunità di questo miglioramento.
Punti di forza
Il principale punto di forza è la centralizzazione delle attività giudiziarie facilitando l'accesso per utenti e professionisti e aumentando l'efficacia del servizio alla comunità. In generale, il progetto coniuga la valorizzazione del patrimonio storico con l'efficienza funzionale, la sostenibilità ambientale e l'innovazione tecnologica, rispondendo alle esigenze del sistema giudiziario e della comunità bergamasca.
Rischi
Osservando il cantiere esterno, possiamo presumere l'inizio dei lavori interni e non ancora di quelli esterni delle facciate, non essendo mutate dall'inizio del restauro. I rischi eventuali possono essere collegati a problematiche legate alla stabilità di strutture storiche, eventuali aumenti di costi per interventi non previsti e i tempi stretti, che prevedono come scadenza marzo 2026 e termine ultimo giugno 2026.
Soluzioni e Idee
Il progetto rappresenta un'importante iniziativa per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario locale e valorizzare un edificio storico di pregio; è comunque importante considerare l'implementazione di azioni e interventi complementari. Un miglioramento dei collegamenti di trasporto pubblico, l'installazione di piste ciclabili o stazioni di bike-sharing nei pressi del complesso e l'adeguamento della struttura per l'accesso a persone con disabilità favorirebbero un collegamento efficace con le zone della città e assicurerebbero un facile accesso ai cittadini. Potrebbe essere opportuno prevedere spazi destinati a mostre ed eventi, in collaborazione con musei e associazioni locali per conservare l'importanza storico-artistica del luogo. La cura e la valorizzazione di una o più aree verdi sia all'interno oppure nel chiostro del complesso favorirebbe la qualità dell'ambiente e la condizione emotiva del personale e degli utenti. Infine, l'implementazione di iniziative volte al miglioramento delle condizioni di lavoro come aree relax o sala ricreativa possono aumentare la produttività e la soddisfazione del personale. Da questi spunti si deduce un enorme possibile potenziamento della riuscita del progetto attraverso un approccio integrato che consideri anche aspetti di tipo sociale, ambientale e organizzativo per creare un Polo giudiziario moderno e ben inserito nel contesto urbano e sociale di Bergamo.
Risultati e impatto del monitoraggio
Diffusione dei risultati
Connessioni
Contatti con i media
Contatti con le Pubbliche Amministrazioni per discutere i risultati del Monitoraggio
Non le abbiamo contattate
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con altre tipologie di persone
Sono stati contattati: alcuni referenti dell’Agenzia del Demanio, del Comune di Bergamo, del Tribunale di Bergamo, Giudice di Pace e Ordine degli avvocati di Bergamo, l’Associazione nazionale centri storico-artistici (ANCSA di Bergamo), l’Associazione Italia Nostra di Bergamo e il Gruppo Guide Città di Bergamo.
E’ stato possibile dialogare con un assessore del Comune di Bergamo tramite intervista online e una referente del Gruppo Guide Città di Bergamo ha risposto via mail ad alcune domande che sono state poste. Un referente di Italia Nostra-Bergamo ha partecipato alla presentazione del report finale dando riscontri molto interessanti.
Domande principali
- Qual è la vostra opinione riguardo al trasferimento degli uffici giudiziari nell'ex convento della Maddalena? Aspetti positivi e criticità?
- Come pensate che migliorerà il lavoro del Tribunale dopo questo cambiamento?
Queste due domande, insieme ad altre, sono state rivolte alle organizzazioni giudiziarie (segreteria del Tribunale, ordine degli avvocati e gdp).
- Ritenete opportuna la nuova destinazione di questo bene di pregio storico-artistico?
- Cosa ne pensate sia come Associazione che come cittadini? Siete a conoscenza di associazioni a sfavore di tale progetto?
Queste due domande sono state rivolte alle associazioni culturali e artistiche (Ancsa, Italia Nostra, Bergamo guide).
- Quale ruolo ha avuto in passato il Comune di Bergamo rispetto all'ex Monastero della Maddalena? Come si colloca la scelta del Comune di Bergamo di cedere al Demanio il complesso, nell'ambito del suo piano urbanistico?
- Quale opinione circa il fatto che questa struttura diventi il perno della nuova Cittadella della Giustizia?
Queste sono le principali domande predisposte per il Comune di Bergamo.
Domanda per Italia Nostra: qual è il vostro giudizio complessivo su come Bergamo sta trattando il proprio patrimonio artistico e architettonico negli ultimi anni?
Risposte principali
Da Guide della Città di Bergamo emerge quanto segue: In passato abbiamo proposto alla cittadinanza la visita guidata alla ex chiesa della Maddalena, quasi sconosciuta ai più anche per la sua posizione quasi nascosta e defilata e certamente molto interessante dal punto di vista storico ed artistico, nonostante i danni subiti nel tempo. Chi di noi ha una certa età, la ricorda utilizzata come palestra della scuola "Amedeo di Savoia" che occupava gli spazi oggi parte della "Cittadella della giustizia", con i canestri e la rete da pallavolo agganciati agli affreschi.
Tutto il resto del complesso dei Disciplini era già stato riadattato a scuola ed aveva cancellato le tracce dell'antico ospedale; in un'ottica di razionalizzazione e di valorizzazione delle proprietà, il Comune di Bergamo ha ceduto al Demanio questa proprietà, ma ci risulta che i lavori finanziati dal PNRR non riguardino la ex chiesa, che dovrebbe restare disponibile come spazio culturale.
A nostro avviso, il Comune deve perseguire l'obiettivo di valorizzare i "contenitori storici", trovando però un equilibrio rispetto alla sostenibilità delle spese di riqualificazione e di mantenimento; in sostanza, ci pare che non possa accumulare proprietà che risulta poi oneroso e faticoso gestire. La scelta di cedere il complesso dell'ex ospedale della Maddalena, già utilizzato come scuola, per la realizzazione della "Cittadella della giustizia" va considerata all'interno del programma di riqualificazioni in corso o in programma (orti di San Tomaso, riqualificazione ex Principe di Napoli...).
Da parte nostra, speriamo di poter ancora accedere alla ex chiesa, l'unica parte del complesso che, nonostante i danni subiti, mantiene un notevole interesse artistico.
Risposta da Italia Nostra: Bergamo è una città che ha molto a cuore il proprio patrimonio artistico e architettonico. Per quanto riguarda il progetto dell’Ex convento della Maddalena, grazie ai finanziamenti si è riuscito a dare lo slancio per l’inizio dei lavori e sarebbe importante che la funzione giudiziaria fosse sentita veramente come “bene comune” a servizio dei cittadini e della cittadinanza e aprendosi verso la comunità.
L’assessore intervistato rispetto al Comune di Bergamo ha riferito, con riferimento al passato ruolo del Comune di Bergamo rispetto al complesso, che l’ex convento era proprietà del comune e fu sede di una scuola media che venne dismessa per molti anni. Successivamente si costruì il Tribunale ma la Maddalena fu l’unico tassello che rimase fuori dalla creazione della cittadella della Giustizia. Il Comune ha deciso di favorire il compimento del progetto (che iniziò nel 1990) su richiesta del Presidente del Tribunale e, data l’opportunità, anche per sfruttare i finanziamenti del fondo PNRR. Il ruolo che ha avuto il Comune di Bergamo è quello di favorire l’ampliamento del Tribunale attraverso la permuta al Demanio (l’ex Chiesa rimane di proprietà del Comune).
Con riferimento alla scelta di cessione al Demanio, innanzitutto, la scelta del progetto in sé è motivata dall’interesse pubblico: tutto ciò che migliora la cittadinanza e che si concilia con l’amministrazione pubblica ha un’elevata importanza. Si vuole che il cittadino possa fruire di un servizio solido per la comunità ma per ragioni di sicurezza le sale del Tribunale non possono essere aperta costantemente al pubblico. Invece, l’ex chiesa ancora di proprietà del Comune sarà uno spazio aperto e fruibile tanto che vi si tengono ancora oggi mostre ed esposizioni.