REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
COMPLETAMENTO DEL RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEL CASTELLO FEDERICIANO DI MELFI

Inviato il 21/02/2014 | Di Classe IV Multimedia del Liceo Artistico Statale “M. Festa Campanile” di Melfi

Descrizione

Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con APOF-IL e a sostegno della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019.
Il monitoraggio ha riguardato la verifica degli interventi previsti in progetto e la loro realizzazione.
Va detto che c’è stata una particolare difficoltà a recuperare i dati descrittivi degli interventi previsti a causa delle procedure di accesso agli atti che non consentono di acquisire in tempi brevi ed in via ufficiale le informazioni richieste e per la scarsa propensione a rilasciare informazioni da parte dei soggetti coinvolti a vario titolo nella procedura di appalto.
Per quanto è emerso dai colloqui informali con alcuni funzionari ci è stato possibile conoscere lo scopo dei lavori previsti che avrebbero dovuto riguardare i seguenti interventi (vedi dettaglio nel file “02 Planimetria”:
1. Recupero del “Salone Federiciano” (17)
2. Recupero “Torre del Marcangione” (7)
3. Recupero “Torre dell’Orologio” (1)
4. Recupero “Cucine e Cisterne” (15)
5. Realizzazione del nuovo deposito dei reperti archeologici in sostituzione di quello esistente.

Gli unici dati ufficiali raccolti ci sono stati forniti dall’arch. Antonio Bisceglia - coordinatore della sicurezza in progettazione ed esecuzione dei lavori.
L’arch. Bisceglia, oltre a confermare le informazioni presenti sul cartello di Cantiere (file “01 Cartello”) ci ha informato che sono state redatte due Perizie di Variante: la n. 77 del 06/11/2009 per un importo di € 2.300.000,00 e la n. 67 del 22/12/2010 per un un importo di € 2.300.000,00 e che sono stati emessi 8 Certificati di Pagamento per un totale di € 1.928.092,70 e che l’ultimo (l’ottavo per un imposto di € 63.945,00) non è stato ancora liquidato. Il certificato di collaudo si prevede sarà rilasciato nei prossimi mesi.


A titolo di arricchimento e di migliore contestualizzazione del monumento preso in esame si inserisco alcune notazioni di carattere storico e architettonico:
STORIA
Il castello di Melfi è tra i più importanti castelli medievali del sud Italia. Costruito in posizione strategica, tra Campania e Puglia, la sua fondazione risale alla fine XI secolo ad opera dei normanni. Ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo, soprattutto in epoca angioina e aragonese.
Tra il 1059 e il 1137 vi si tennero cinque concili ecumenici, organizzati da cinque diversi Pontefici.
Nell'estate del 1059 Papa Niccolò II vi soggiornò facendolo diventare centro di importanti avvenimenti: in giugno stipulò il Trattato di Melfi, dal 3 agosto al 25 agosto celebrò il Concilio di Melfi I ed infine con il Concordato di Melfi riconobbe i possedimenti conquistati dai Normanni.
Nel 1089, il papa Urbano II indisse la Prima crociata in Terra Santa.
Durante il periodo Svevo fu dimora di Federico II che nel 1231 vi promulgò le famose Costituzioni di Melfi, codice legislativo del Regno di Sicilia.
Nel 1232, Federico II ospitò al castello il marchese di Monferrato e la nipote Bianca Lancia, che divenne sua moglie e da cui ebbe il figlio Manfredi.
Con la decaduta degli svevi e l'arrivo dei nuovi dominatori angioini, il castello di Melfi subì massicci ampliamenti e restaurazioni, oltre ad essere eletto da Carlo II d'Angiò residenza ufficiale di sua moglie Maria d'Ungheria nel 1284. Fu ancora soggetto a modifiche nel cinquecento sotto il governo aragonese e divenne proprietà prima degli Acciaiuoli, poi dei Marzano, dei Caracciolo ed infine dei Doria fino al 1950.
Il castello subì due violenti terremoti nel 1851 e nel 1930 ma, a differenza di altri monumenti di Melfi che furono gravemente danneggiati, il castello ne uscì quasi incolume.
Al giorno d'oggi, l'edificio ospita il Museo archeologico nazionale del Melfese, inaugurato nel 1976.

Architettura
Il castello di Melfi ha subito numerosi rifacimenti dalla sua costruzione, per mano dei normanni (fine XI secolo), fino ad arrivare al 1590 come casato dei Doria. Sul nucleo più antico, risalente a Ruggero II d’Altavilla (1129), si inseriscono infatti i lavori voluti da Federico II di Svevia (1223-25), gli imponenti interventi angioini (1274-84), quelli di Giovanni II Caracciolo (1456-60) e dei Doria (1549-90). Da ciò deriva una mancanza di fisionomia unitaria e la difficoltà di individuare con sicurezza i corpi di fabbrica riferibili sia ai normanni sia a Federico II. Nonostante tutto, ancora oggi conserva il suo aspetto prettamente medievale
Il castello di Melfi è formato da quattro ingressi, di cui solo uno è tuttora agibile. Il primo, situato a nord est, era collegato direttamente con la campagna ed attualmente è murato; il secondo, anch'esso murato e collocato nei pressi della Torre della Chiesa (cappella gentilizia), si apre nello spalto; il terzo a sud ovest, presente vicino al Baluardo del Leone (torre ovest), era l'ingresso principale nell'epoca angioina e permetteva di raggiungere il fossato e la città. Il quarto, l'unico attivo, fu aperto dai Doria e funge da accesso al paese attraverso un ponte, in tempi remoti levatoio.
Superato il ponte d’ingresso (Vedi file “ 02 Planimentria” punto 19), si riconosce a destra la torre dell’orologio (1), dalla pianta pentagonale, che costituisce il punto più avanzato della cerchia difensiva angioina.
Percorrendo l’esterno dello spalto (18) in senso orario si riconoscono, tra le altre: la torre dei cipressi (2), anch’essa pentagonale e dotata di feritoie, la torre ovest (4), dalla sporgenza circolare sulla sommità che la tradizione interpreta come nido d’aquila di Federico II; la torre angioina (6), l’unica a presentare un ingresso dagli spalti esterni; la torre del Marcangione (7) di età federiciana e così detta per il brigante che vi fu imprigionato nel 1600.
Entrati ella cerchia di mura, si è nella corte principale (16), chiusa sul fondo dal palazzo baronale Doria (9-11) adattato sulla rocca normanno-sveva. A destra della facciata la cappella gentilizia (13; secolo XVI). Superato un’altro cortile si è nell’atrio (14) da cui una scala porta al “museo nazionale archeologico del Melfese” e un’altra scende al cortile della cisterna (15). Sulla destra invece, la sala del trono (17), angioina.


Hanno redatto la scheda gli alunni della classe IV Multimedia del Liceo Artistico Statale “M. Festa Campanile” di Melfi con i professori Vincenzo Camardelli ed Alfonso Ernesto Navazio coordinati da Aldo Marinetti e Giuseppe Megale dell’Apofil.

Cosa abbiamo scoperto

Avanzamento

Dalla verifica dei luoghi e dalle informazioni acquisite risultano realizzati, rispetto a quanto previsto, solo buona parte delle opere relative al recupero della “Torre del Marcangione” mentre una sostanziale cifra destinata alle opere è stata utilizzata per altri interventi resisi necessari ed urgenti in altri contesti del castello. Per le opere non realizzate sono stati richiesti ed ottenuti nuovi finanziamenti.

Risultati

Punti di debolezza

Aver distolto buona parte delle risorse economiche per destinarle ad altri interventi.
Non avere realizzato, ad oltre un anno dalla scadenza dei termini per l’esecuzione dei lavori, almeno uno degli interventi di recupero e, quindi, la possibilità di fruire quel monumento.

Punti di forza

Che prende a cuore il recupero di un contenitore culturale e di un manufatto architettonico di estremo pregio del territorio in cui è collocato.

Rischi

Soluzioni e Idee

Maggiore coerenza tra interventi previsti e lavori relaizzati

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con altre tipologie di persone
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)

Domande principali

Risposte principali