REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
MUSEO DEMOETNOANTROPOLOGICO - I° STRALCIO
Inviato il 16/03/2015 | Di MATERA FUTURE
Descrizione
Obiettivo del progetto è quello di tutelare e conservare il patrimonio culturale locale, offrendo ai turisti la possibilità di conoscere la civiltà rupestre e la storia della relazione tra l’uomo e l’ambiente, in un ecosistema singolare come quello dei Sassi. Attuatore è il Comune di Matera, il finanziamento previsto è di 2.200.000 euro. In una città come Matera, che basa la sua promozione sui Sassi, patrimonio Unesco e simbolo della stratificazione di civiltà, il museo demoetnoantropologico (DEA) rappresenta un momento di sviluppo e crescita collettiva, culturale, sociale ed economica.
A proporre la realizzazione di un museo fu il dottor Rocco Mazzarone, fulcro di tutti gli studi politico-sociali condotti in Basilicata dopo la seconda guerra mondiale che, nel lontano 1960, lo definì “etnologico”. È solo nel settembre del 2009, però, che il Comune di Matera, con la pubblicazione del bando di gara per la redazione dello studio di fattibilità, dà ufficialmente il via all’idea progettuale di un museo DEA. Termine per la presentazione delle candidature: 30 ottobre 2009. L’8 febbraio 2010 vengono aperte le buste e l’incarico viene assegnato ad un gruppo di società, due di Roma e uno di Milano. La Fondazione Carical, parte attiva del progetto al pari del Comune, si impegna ad esaminare la documentazione e ad affidare in via definitiva l’elaborazione del progetto di fattibilità. L’amministrazione comunale, nel frattempo, convoca il Comitato Tecnico-Scientifico ed effettua un’analisi del progetto aggiudicatario. Il 26 luglio 2010 viene illustrato il primo step dello studio di fattibilità del programma di realizzazione del museo e vengono identificati gli aspetti urbanistici, architettonici e di recupero, utili allo sviluppo della progettazione successiva che dovrà concretarsi entro la fine di ottobre 2010. Tutto tace, nulla più si sente fino a quando, il 7 novembre 2011, viene stipulato un Accordo di Programma Quadro “Rafforzato”, dal titolo “Piano di sviluppo e Coesione della città di Matera”, finanziato dal Fondo Sviluppo e Coesione che, attraverso l’attuazione di 18 interventi, intende riqualificare e valorizzare alcune zone di particolare interesse culturale e turistico della città per poter attrarre flussi crescenti di investimenti innovativi e di consumi di qualità. La realizzazione del DEA è uno dei 18 interventi previsti nel Piano ma, ancora, nulla è stato fatto e il museo DEA rimane un’idea chiusa nel cassetto.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
Il progetto non è stato avviato. Il sopralluogo effettuato conferma che nulla è stato ancora realizzato. Attualmente, infatti, nella location indicataci, non ci sono cantieri aperti.
Una complicazione ulteriore è data dalla scelta del Comune di Matera, secondo quanto dichiarato da alcuni residenti nei Sassi, di affidare a dei privati la gestione di alcuni locali ubicati nel luogo dove sarebbe sorto il museo DEA.
Risultati
Non è possibile valutare i risultati in quanto il progetto non è mai stato avviato.
Punti di debolezza
Notevoli le difficoltà rilevate:
• la debolezza del monitoraggio, sia da parte della Regione che da parte del Comune, che non ha consentito di acquisire informazioni esaustive sull’andamento del progetto;
• l’indisponibilità di alcuni personaggi pubblici, informati dei fatti, ad essere intervistati;
• l’indisponibilità di risorse finanziare sufficienti a coprire l’intero fabbisogno del progetto (circa 30.000.0000 di euro);
• il timore dell’amministrazione comunale di non riuscire a coprire un eventuale disavanzo di gestione, pari a circa 1 milione di euro l’anno, previsto nello studio di fattibilità.
Punti di forza
Molteplici i punti di forza del progetto:
• l’idea di valorizzare i beni culturali di cui è ricco il nostro territorio, per lasciare traccia alle generazioni future del nostro passato;
• l’opportunità per la città di Matera, anche attraverso la realizzazione del DEA, di diventare un riferimento internazionale per gli studi sull’evoluzione dell’uomo;
• la possibilità di riqualificare una zona dei Sassi abbandonata e impraticabile;
• la possibilità, attraverso l’apertura di un nuovo attrattore culturale, di incrementare il turismo culturale per favorire l’economia locale.
Rischi
Per la realizzazione del museo DEA occorrono ingenti finanziamenti che l’amministrazione pubblica deve sforzarsi di reperire attraverso una fondazione a modello partecipativo pubblico/privato. Solo in questo caso potrebbe prendere il via l’iter burocratico per la realizzazione del museo.
Attualmente però, potrebbe essere realizzato il primo stralcio dell’idea progettuale. L’amministrazione comunale, dovrebbe provvedere a realizzare i passi necessari (redazione del progetto, pubblicazione del bando di gara, affidamento ed esecuzione dei lavori).
Soluzioni e Idee
- Esercitare una maggiore pressione sociale sulla realizzazione del progetto, in modo da spingere l’amministrazione comunale ad assumere gli atti di competenza;
- Favorire sinergie tra i vari soggetti pubblico-privati del territorio;
- Creare alleanze culturali tra le regioni circostanti per favorire il flusso dei visitatori e scongiurare, così, il rischio di un disavanzo di gestione.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
- Intervista con altre tipologie di persone
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
- Intervista con i referenti politici
Il nostro Monithon ha previsto, come prima azione, l’intervista all’assessore ai lavori pubblici della città di Matera, Nicola Trombetta e all'ingegner Tataranni dell'ufficio tecnico. A questa è seguita quella fatta al sindaco Salvatore Adduce. I primi ci hanno riferito che il progetto è in attesa di approvazione da parte della Regione e che, l’intervento di messa in sicurezza e di urbanizzazione del sito, non è attualmente cantierabile. Il secondo, invece, ci ha detto che il museo sorgerà su una porzione dei Sassi che copre un’area di circa 10 ettari di terreno e che entro la fine del 2015 saranno aperti i cantieri per la realizzazione degli interventi previsti. Secondo il sindaco, il vero motivo per cui nulla è stato fatto finora è l’ingente investimento richiesto per la realizzazione del museo.
Successivamente siamo scese nel centro storico di Matera e abbiamo intervistato l’avvocato Raffaello De Ruggieri, socio fondatore del circolo La Scaletta e presidente dell’associazione Zetema (Centro per la Valorizzazione e Gestione delle Risorse Storico-Ambientali), un’associazione locale che si occupa di promuovere la “cultura” per favorire lo sviluppo locale e la crescita del reddito e dell’occupazione nel nostro territorio. Abbiamo intervistato anche il professor Nicola Frangione, residente nei Sassi, due giornalisti locali, Mario Rivelli e Carlo Abbatino, due cittadini materani, il signor Mario Staffieri e l’ingegnere Tommaso Ferrandina.
Avremmo voluto intervistare anche la dottoressa Marta Ragozzino, soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata ma, vista la sua indisponibilità, dopo aver atteso invano, ci abbiamo rinunciato.