REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
COMPLETAMENTO LAVORI DI RESTAURO ABBAZIA DI SANTA MARIA DI PULSANO
Inviato il 3/04/2016 | Di Underground
Descrizione
Il progetto relativo all'abbazia di Santa Maria di Pulsano, situata a circa 9 km dalla città di Monte Sant'Angelo (FG), è stato finanziato dall'Unione Europea, dal Fondo di Rotazione (Co-finanziamento nazionale) e dal Fondo di Rotazione (Piano d'Azione per la Coesione) per un totale di circa 770.000,00 euro, di cui 31.000,00 per la sicurezza, 468.000,00 per i lavori mentre il 10% è stato tolto per ribasso d'asta. Il progetto era finalizzato a valorizzare e recuperare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali per aumentare l'attrattività del territorio e sensibilizzare la popolazione. I lavori di restauro hanno riguardato la pavimentazione e l'illuminazione del viale di accesso alla chiesa, gli eremi ad esso adiacenti e il cosiddetto eremo di San Giorgio, una struttura a un centinaio di metri verso est dal resto del complesso abbaziale.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
Il progetto è iniziato il 16 ottobre 2014 e la consegna dei lavori era prevista per il 15 ottobre 2015. Tuttavia, essendoci recati sul posto per un sopralluogo preliminare un paio di mesi dopo la conclusione ufficiale dei lavori, ci siamo resi conto che essi non erano ancora stati effettivamente portati a termine e che lo sarebbero stati, con le ultime rifiniture, nelle settimane immediatamente successive.
Risultati
Il progetto risulta effettivamente concluso, nonostante le chiavi della struttura non siano state ancora consegnate. Sono stati ottenuti diversi risultati: il rifacimento della pavimentazione, utilizzando in buona parte i massi già esistenti, un nuovo sistema di illuminazione sul viale d'ingresso della chiesa, il restauro dell'eremo di San Giorgio, la costruzione di un edificio moderno accanto alla struttura antica (non sappiamo a quale epoca risalga esattamente), la pulizia delle grotte vicine al viale di ingresso (senza utilizzo di materiali chimici) e l'aggiunta di cancelli in ferro. Inoltre sono stati alloggiate, lungo il sentiero esterno che porta al cortile della chiesa, delle nuove luci ed è stato impiantato un sistema di videosorveglianza.
Punti di debolezza
Ci è sembrato che le difficoltà siano riconducibili a due grossi problemi:
(1) i tempi assai ristretti previsti dal bando comunale per la progettazione: sette giorni per la presentazione della domanda più un massimo di quindici per eventuali migliorie al progetto, con l'aggiunta però di un punteggio molto alto per la consegna anticipata.
(2) la presenza di numerosi vincoli materiali, dettati da lavori precedenti non sempre autorizzati dalla Soprintendenza: lo scarico delle acque dal tetto della chiesa su un'area molto piccola in cui, fra l'altro, è stata ritrovata una tomba forse del II secolo d. C.; una copertura in cemento per gli impianti elettrici in una parte del viale da restaurare; un sistema di raccolta di acqua piovana che insisteva proprio sull'eremo di San Giorgio; l'uso di fari rialzati nell'ampio passaggio antistante il viale, che ha obbligato, in un primo momento, a usare la stessa tipologia di fari con rischio di inciampo per i visitatori. La più grave di queste situazioni di fatto crediamo fosse una baracca in metallo, con pavimento però in cemento, adiacente all'eremo da restaurare: non è stato possibile rimuovere il basamento (le vibrazioni sarebbero state pericolose per la stabilità delle murature antiche) e si è scelto perciò di costruire un edificio moderno in continuità con quello antico.
Punti di forza
Pensiamo che sia stato molto utile il lavoro della Soprintendenza, che ha impedito alcune proposte "migliorative" assai discutibili (una pavimentazione con massetto in cemento e aggiunta di disegni assenti in quella originaria; la costruzione di piazzole-balcone sul lato sud che dà verso il mare; l'intonacatura e la pavimentazione in cemento delle grotte; una passerella sull'are interessata dagli scavi archeologici).
Rischi
Per quel che riguarda i rischi futuri, non ci è chiaro se il problema delle infiltrazioni d’acqua piovana sia stato davvero risolto. È possibile che, anche dopo la consegna definitiva dei lavori, il manufatto non possa essere pienamente utilizzato.
Inoltre, poiché in passato il complesso abbaziale ha subito interventi non autorizzati dalla Soprintendenza, non escludiamo che ciò possa verificarsi anche in futuro.
Infine, non essendoci al di sotto del viale restaurato un massetto in cemento che sostenga il pavimento in pietra (poiché la Soprintendenza ne ha vietato – crediamo giustamente – la realizzazione), possiamo forse attenderci una durata non lunghissima dell’attuale assetto pavimentario.
Soluzioni e Idee
Considerata l'importanza del complesso abbaziale da un punto di vista storico, archeologico, naturalistico e religioso, ci sembrerebbe opportuno introdurre politiche culturali che favoriscano l'affluenza dei visitatori. Il tutto potrebbe essere reso possibile dall'inclusione del sito negli itinerari turistici della città di Monte Sant'Angelo, la cui basilica, dedicata al culto di San Michele Arcangelo, è stata nominata parte del patrimonio UNESCO e registra visite di almeno due milioni l’anno.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
Abbiamo intervistato l’ing. Angelo Prencipe, che ci ha parlato dei primi lavori di consolidamento delle murature e della volta della chiesa, nel periodo 1998-2003; abbiamo incontrato gli architetti Antonio Ciccone e Marilina Azzarone, progettisti del restauro appena concluso; il Commissario straordinario Alberto Monno ci ha illustrato la politica culturale per l’Abbazia e gli eremi circostanti; i funzionari del Comune, Domenico Rignanese e Giampiero Bisceglia, ci hanno raccontato l’iter progettuale e l’intricata questione della proprietà del complesso abbaziale; lo studioso Alberto Cavallini ci ha regalato una prospettiva appassionata e competente sulla storia lontana e recente dell’Abbazia; i responsabili della Soprintendenza di Foggia per l’architettura e l’archeologia, dott.ssa Enza Zullo e dott. Italo Maria Muntoni, ci hanno confessato di aver dovuto intervenire in più di un’occasione per correggere le proposte di intervento dei diversi soggetti impegnati nei lavori (Comune, progettisti, impresa, comunità monastica) e che, tuttavia, i loro pareri sono stati rispettati e si è sempre lavorato in un clima collaborativo; l’archeologo Andrea Stuppiello ci ha guidati nella visita del luogo, mostrandoci gli ultimi lavori effettuati e i relativi errori, pur non avendo preso parte al progetto. Infine abbiamo avuto un colloquio con uno dei padri della comunità monastica, Efrem, il quale ha espresso la sua opinione riguardo il restauro.