REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Oltre le barriere sociali: un tesoro di umanità
Inviato il 15/04/2017 | Di I GOLIARDI
Descrizione
L'obiettivo del progetto è quello di migliorare la qualità e l'equità della partecipazione sociale e lavorativa, cercando di raggiungere maggiore integrazione e accessibilità dei servizi di protezione sociale, di cura e conciliazione e dei sistemi di formazione, apprendimento e lavoro, con particolare attenzione alle pari opportunità e alle azioni di antidiscriminazione. Tutto ciò attraverso una politica orientata a migliorare le infrastrutture interessate a questi problemi sociali.Il progetto è dedicato a tutti i cittadini locali, affinchè si interessino ad una realtà più che presente nel nostro paese e collaborino per un suo migliore rendimento.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
Il progetto AGAPE ( CUP:J54C08000060008) che prevedeva la ristrutturazione di alcuni edifici del Maria Cristina, destinati al servizio dei minori abusati o a rischio, cofinanziato dall'UE, dallo Stato e dalla Regione Puglia, ha seguito la scansione temporale prevista e si è concluso il 25 Marzo del 2012.
Risultati
Purtroppo non ha mai funzionato per la destinazione per cui era stato previsto, a quanto ci hanno riferito l'ex direttore della struttura Elia e il nuovo direttore Masciale. (http://www.opencoesione.gov.it/progetti/1pufe3200112/)
Punti di debolezza
Per citare solo alcuni punti deboli possiamo far riferimento: al giardino del chiostro interno e al campo posto di fronte a quella che sarà la Casa dalle Giovane, invasi da erbacce e rifiuti quindi completamente inagibili; ad alcuni ambienti del Centro socioeducativo, caratterizzati da porte e infissi usurati dal tempo e quasi prive di guarnizioni. Alcuni arredi (banchi, sedie, scaffali della libreria) sono stati logorati dal tempo e dall'uso; le pareti presentano tracce di umidità.Inoltre è stato discutibile il passaggio del Maria Cristina da IPAB ad ASP a quanto affermato dall'attuale presidente il professor Masciale perchè si sono adottati criteri di gestione tipici delle aziende private per risolvere problemi di una struttura fino allora gestita come una struttura di beneficenza pubblica. Si sarebbe potuto trasformare l'IPAB in una "fondazione" più flessibile con minori costi e controlli sia nell'assunzione del personale sia nella gestione.Altre criticità sono: la pianta organica, difficile da dimensionare; la esiguità degli utenti in rapporto agli elevati costi della struttura; la posizione periferica del Maria Cristina rispetto al centro cittadino.
Punti di forza
L'ASP si è presentata come un insieme di strutture e funzioni socioeducative: AGAPE (comunità educativa per minori abusati), DEMETRA (comunità a tempo pieno per minori dai 10 ai 16 anni), Casa per la giovane (comunità alloggio per gestanti e madri con figli a carico), Centro ludico per la prima infanzia. Le strutture in seguito ai lavori effettuati appaiono solide e complessivamente in buono stato. Il personale è affidabile, preciso e attento alle esigenze dei pochi ospiti. Le notizie e i servizi proposti sul sito internet dell'ASP risultano veritieri riguardo al Centro Philia, Centro diurno socio educativo; sottoutilizzato il nuovissimo Centro ludico per la prima infanzia e non ancora inaugurata la Casa della giovane.Alcuni progetti sono ancora in fase di elaborazione e i lavori procedono o sono conclusi, come ad esempio per la Casa della giovane. L'ASP offre un supporto educativo e scolastico efficiente, una buona mensa e la possibilità di incontri regolari tra genitori e figli di famiglie separate.Dalla visita di monitoraggio è emerso il clima sereno e solidale che si vive nella struttura. Gli educatori e gli altri operatori, pur non ricevendo mensilmente il loro stipendio, continuano a lavorare nell'azienda perchè legati affettivamente ai bambini, ai ragazzi e alle madri che assistono.
Rischi
Se le varie realtà del Maria Cristina continueranno ad essere poco utilizzate o poco operanti, questa istituzione rischia di chiudere con grave pregiudizio sia per i livelli occupazionali del personale sia per gli utenti della struttura.
Soluzioni e Idee
Si propongono alcune soluzioni:. chiedere ulteriori finanziamenti presentando progetti per il completamento dei restauri o per l'assunzione e la formazione di personale specializzato da impiegare nell'azienda;. rivolgersi alle associazioni di volontariato per completare la sistemazione della struttura e aprirla a nuovi servizi e attività, incrementare anche la partecipazione di giovani che fanno il servizio civile;. modificare la pianta organica in base alle reali esigenze;. attrarre investimenti privati pubblicizzando le attività dell'azienda.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con altre tipologie di persone
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
Sono stati intervistati: ex direttore e attuale direttore dell'ASP, assistenti sociali, educatrici, ragazzi e madri ospiti della struttura.
Domande principali
(Intervistati i minori del centro socio-educativo)1) Qual è l'attività più gratificanti che svolgi e quali sono i pregi del Maria Cristina?2) Vai a scuola e cosa vuoi fare da grande?3) Come impieghi il tuo tempo fuori della struttura?
Risposte principali
(Intervistati i minori del centro socio-educativo)1) I minori intervistati sembravano essere soddisfatti dei servizi offerti. Tutti hanno risposto che non ci sono problemi, sono molto legati alle figure professionali delle educatrici poiché rappresentano per loro un punto di riferimento. L'affettività è una componente importante per qualsiasi relazione: il forte legame tra madre e figlia permette a quest'ultima di crescere fiduciosa e in grado di stabilire dei legami affettivi sani. Ma quando la mamma non è in grado di manifestare amore e tenerezza è facile che la crescita sia caratterizzata da carenze emotive con serie conseguenze nel comportamento personale e sociale. Crescere senza amore significa crescere sentendosi abbandonati, incapaci di riconoscersi come persone. Ma non vi è colpa, ognuno ha la sua storia personale, è certo che qualsiasi relazione può essere recuperata cominciando a farsi seguire da un esperto. Spesso le educatrici fungono da vere e proprie madri per le ragazze più grandi: «All'inizio era difficile "raccontarsi" - afferma una delle ragazze - ma col passare del tempo ti accorgi che di loro ti puoi fidare, ti danno consigli utili su come bisogna comportarsi e quello che bisogna fare, si scherza e si ride tutti insieme».2) La condotta scolastica, per tutti le fasce di età, tende ad essere difficile, con problematiche di inserimento, voti bassi e forte rischio di abbandono scolastico. «Io non voglio fare niente da grande» dice una delle bambine intervistate, e alla domanda: «E come farai a crescere i tuoi figli?» tutte rispondono in coro: «Lavorerà mio marito», rivelando così scarsa autonomia personale. Le più grandi non vogliono prendere il diploma e alcune di loro vogliono fermarsi solo ai primi due anni di scuola superiore con il grande sogno nel cassetto di aprire un centro estetico. Tutti i ragazzi sono seguiti nel loro percorso scolastico.3) Quando tornano a casa non escono con i propri genitori, le ragazze più grandi si ritrovano la sera : il gruppo coeso esce in giro per la città, in estate organizzano incontri sulla spiaggia, giocano e soprattutto si divertono stando insieme e per un po' di tempo accantonando i problemi, i disagi e le loro sofferenze.