REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Realizzazione di servizi a bassa soglia per l'inclusione delle persone senza dimora - Dormitori, mense, unità di strada

Inviato il 3/02/2020 | Di Social Rangers | @RangersSocial

Descrizione

Il progetto prevede come obiettivo l’erogazione di servizi a bassa soglia per l’inclusione delle persone senza dimora o assimilate; la priorità è quella di intervenire sull’integrazione socio-economica delle comunità emarginate con l’obiettivo di ridurre la marginalità estrema con interventi di inclusione a favore delle persone senza dimora. Con l’intervento si intende:
• Migliorare l’offerta dei servizi dedicati ai soggetti in situazione di marginalità estrema, consentendo una presa in carico globale del soggetto per l’attivazione di un percorso di fuoriuscita dalla condizione di esclusione sociale, laddove possibile, perseguendo una politica di riduzione del danno per i cosiddetti “irriducibili”;
• Migliorare la rete dei servizi dedicati alla pronta accoglienza con la sperimentazione di modelli di intervento integrati che permettano ai soggetti in condizione di marginalità di implementare le proprie risorse personali per uscire dal circuito assistenziale;
• Migliorare il raccordo tra istituzioni ed Enti del terzo settore che operano nell’ambito di cui al presente intervento, per la ottimizzazione degli interventi; la messa in comune di risorse, anche immobiliari;
• Aumentare il numero di servizi a bassa soglia e di pronto intervento sociale.
Le ricadute attese del progetto sul territorio sono molteplici: l’Azione sostiene l’attivazione e il rafforzamento della rete di servizi a bassa soglia e di pronto intervento sociale per individuare soggetti della marginalità estrema senza dimora, non ancora intercettati dai Servizi Sociali in maniera da poterli condurre verso percorsi di sostegno a lungo termine. La governance degli interventi, per mandato istituzionale, rientra nelle competenze del Settore della Cittadinanza Solidale. Nello specifico, la presa in carico sarà attivata su segnalazione del Servizio Sociale Comunale che co-gestirà gli interventi con gli enti del terzo settore, secondo una metodologia e l’utilizzo di buone pratiche frutto dell’esperienza già maturata in questo settore.

Cosa abbiamo scoperto

Avanzamento

Sulla base delle informazioni raccolte e dalle interviste effettuate, emerge che il progetto è ancora in svolgimento; la sua conclusione è prevista per l’inizio del 2023, come si evidenzia dalla scheda progettuale del Comune di Palermo. Al 31/12/2019 il progetto risulta finanziato per il 60%, per un ammontare di € 393.085,16.

Risultati

Intervento molto utile ed efficace - Gli aspetti positivi prevalgono ed è giudicato complessivamente efficace dal punto di vista dell'utente finale

Attualmente il progetto non risulta ultimato.

Punti di debolezza

Nel monitoraggio del progetto, molte, forse troppe, sono le domande senza risposta; l’emergenza sanitaria ha sconvolto i nostri progetti; infatti gli eventi e le interviste programmate non hanno potuto avere luogo. Abbiamo comunque riscontrato dall’intervista effettuata nel mese di gennaio 2020 con la responsabile del progetto, la Dott.ssa Provenzano, che l’intero impianto previsto è stato di fatto snaturato. Tenendo presente che il nome è “Dormitori, mense – unità di strada”, ci siamo accorti che in realtà solo il dormitorio è realmente funzionante. La mensa non è prevista, se non la prima colazione e le unità di strada non agiscono in sinergia con la struttura stessa. Mancano anche le risposte da parte dell’ente di gestione, l’Opera Don Calabria; avremmo voluto sapere il perché di questa scelta, le differenze con la progettazione e anche le prospettive per il futuro.

Punti di forza

La scelta di monitorare questo progetto nasce dalla esigenza ma anche dalla curiosità di guardare intorno a noi, intorno alle nostre case, in luoghi della nostra città di fatto sconosciuti. Ci sono migliaia di persone che cercano di rimanere “in piedi”, al limite della dignità umana, in baracche, anfratti, sottopassaggi, sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi pubblici. Allora ci siamo posti delle domande su chi vive vicino a noi: Chi sono le persone senza dimora? Come si arriva a trascorrere la gran parte del proprio tempo in strada, ai margini del sistema di diritti e doveri, risorse e relazioni? È noto come le crisi economiche degli ultimi anni abbiano avuto ripercussioni importanti su fasce di popolazione che fino a poco prima erano considerate e si percepivano del tutto estranee al rischio di impoverimento; e allora il guardarsi attorno ha determinato il desiderio di comprendere una realtà che sembra non riguardarci in prima persona. Il progetto monitorato riguarda il dormitorio a bassa soglia “A casa di Aldo”, sito in una zona degradata della città di Palermo; abbiamo incontrato un mondo nuovo che ci ha stupito, aperto ad una nuova visione dell’”Altro” e non a sfuggirlo. Una grande ricchezza umana che si è concretizzata in quell’edificio che non abbiamo potuto direttamente monitorare a causa dell’attuale emergenza sanitaria. Ma ci è piaciuta l’idea di sapere che esistono interventi importanti a favore dei più deboli, che nessuno è lasciato realmente da solo e che soprattutto oggi, in piena pandemia, questa struttura è aperta e accoglie ancora più di prima chi una casa dove rifugiarsi non ce l’ha.

Rischi

La conclusione del progetto è prevista per il 2023; il futuro, così come dichiarato dalla Dott.ssa Provenzano, responsabile del progetto, è assolutamente incerto. La struttura dove sorge il dormitorio è di proprietà del Comune di Palermo, così come gli arredi; ma perché il dormitorio possa continuare la sua preziosa opera sarà necessario un ulteriore finanziamento da parte degli organi preposti. In mancanza di una tale iniziativa, la prospettiva futura potrebbe essere quella di una chiusura nel 2023 e quindi di fatto un fallimento delle politiche sociali nel nostro territorio.

Soluzioni e Idee

Indubbiamente tutte le politiche sociali degli ultimi decenni hanno proposto modelli di intervento di tipo residuale o emergenziale; questo approccio attuale è caratterizzato da:
• Assenza di pianificazione strategica; gli interventi sono frammentati, si concentrano in alcuni momenti senza una pianificazione sul lungo periodo che punti alla risoluzione del problema;
• Azioni prevalentemente focalizzate sulla risposta a bisogni primari; l’ottica emergenziale si focalizza sui problemi più urgenti senza considerare l’intervento su dimensioni che, all’apparenza secondarie, possono in realtà sostenere in modo più efficace i percorsi di reinserimento sociale;
• Finanziamenti temporanei e non strutturali; si tratta di una modalità di stanziamento di risorse subordinata ad alcuni momenti specifici senza garanzia di continuità per i servizi e che si esaurisce quando vengono meno le condizioni esterne ritenute “emergenziali”;
• Difficoltà nel realizzare governance territoriali; ogni servizio, ogni iniziativa, ogni azione sociale viene pensata nel breve periodo e sotto la spinta impellente dell’urgenza per cui non vi è la possibilità di creare efficaci e duraturi partenariati tra gli stakeholder coinvolti o potenzialmente coinvolgibili.
L’approccio emergenziale confina l’utente nella posizione di soggetto passivo, bisognoso di aiuto, incapace di riprendere in mano la spinta al miglioramento più o meno radicale della propria condizione di vita, del rilancio della responsabilità verso sé e gli altri. Qual è la possibile proposta per il futuro? Bisogna ripensare e approcciarsi in modo molto diverso ad una tale problematica che non dovrà agire sempre in emergenza ma sistematizzarsi nel territorio con la proposta di un sistema di accoglienza e accompagnamento articolato in una pluralità di servizi e ambiti di intervento, capace di farsi carico della persona in stato di povertà estrema tenendo conto delle necessità e delle risorse presenti a seconda delle specifiche situazioni, senza innescare quell’effetto di cronicizzazione del disagio che, viceversa, le politiche emergenziali e assistenzialistiche rischiano di produrre. È un sistema articolato intorno a tre pilastri di intervento: l’animazione del territorio, la casa, l’inserimento lavorativo. È necessario riscrivere completamente il sistema di welfare in atto in questi ultimi anni nel contesto italiano.

Risultati e impatto del monitoraggio

Diffusione dei risultati

  • Twitter
  • Instagram
  • Blog/Sito web del Team

Connessioni

Contatti con i media

  • Giornali Nazionali

Contatti con le Pubbliche Amministrazioni per discutere i risultati del Monitoraggio

  • Risposte generiche
  • Risposta parziale

Descrizione del caso

L'evento più significativo sono state le email scambiate con la responsabile del progetto che ci tenuto costantemente informati sulla gesyione del dormitorio durante l'emergenza sanitaria.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
  • Intervista con i referenti politici

Il 17 gennaio 2020 è stata realizzata l’intervista alla responsabile del progetto, la Dott.ssa Provenzano, presso l’“Ufficio per il contrasto alla marginalità adulta”; successivamente, il 26 febbraio 2020, sono state rivolte alcune domande al referente del dormitorio, Marco Guttilla.

Domande principali

1) il progetto monitorato “Dormitori, mense – unità di strada” rientra nella misura 3.2.2.b che di fatto non risulta realizzata secondo le iniziali finalità. Come lo spiega? (domanda rivolta alla Dott.ssa Provenzano)
2) ci descrive l’organizzazione del dormitorio sia dal punto di vista organizzativo che delle risorse? (domanda rivolta a Marco Guttilla, referente del dormitorio “A casa di Aldo”).

Risposte principali

1) la misura 3.2.2.b è stata di fatto inglobata nella misura 3.2.2.a, di fatto di più ampio respiro, con fondi nettamente superiori (si parla di € 2.460.000,50) e con attività di supporto, di collegamento e di sinergia con altre azioni del PON Metro, in particolare la misura 1 e la misura 4. Il progetto “Dormitori, mense – unità di strada”, di fatto rimane un progetto “spogliato”, che consta di un solo dormitorio di 1° livello, a bassa soglia, che accoglie chiunque si trovi in condizioni di esclusione sociale, garantendo un colloquio con gli operatori prima dell’ingresso nella struttura, un letto per la notte e la prima colazione. Sono ovviamente presenti servizi per l’igiene personale, lavanderia, fornitura di abbigliamento e la presenza costante di un referente e di educatori. Dal progetto viene quindi esclusa la presenza della mensa e delle unità di strada che troviamo in modo presente nella misura 3.2.2.a. Il progetto quindi prevede l’utilizzo di un solo dormitorio, “Casa di Aldo”, sito in via Messina Marine che consente solo l’accoglienza notturna di uomini e donne, privi del tutto o quasi di reddito, privi di un valido sostegno familiare, non in grado di provvedere autonomamente al soddisfacimento dei bisogni primari.
2) Il locale è di proprietà del Comune di Palermo, per il quale non è ovviamente previsto alcun canone di locazione; il dormitorio prevede 23 posti letto, più 1 in emergenza di cui 6 destinati alle donne e 18 agli uomini, con sei bagni e 4 docce. L’ingresso, dalle 19 alle 8 del mattino successivo, è previsto esclusivamente a seguito di registrazione e di valutazione da parte degli operatori, 3 in tutto oltre al responsabile. Non vengono erogati pasti, non esiste in realtà una mensa; ma “Cot Ristorazione” si preoccupa di fornire gratuitamente 24 pasti ogni sera. La colazione è invece compresa nell’accoglienza dei senza tetto. La struttura si articola su 2 piani; al piano terra, dove si trova una grande stanza per la prima accoglienza e una successiva, anche questa molto ampia dove viene offerta la prima colazione. Il primo piano è quello adibito al reale dormitorio; è diviso in stanze, dove in ognuna ci sono non meno di 6/7 letti, poi lo spazio per i bagni e le docce e per la lavanderia. Per l’organizzazione amministrativa, l’Opera Don Calabria, gestore del dormitorio, ha ricevuto l’accreditamento nel 2019; sia il responsabile che i 3 operatori presenti in modo permanente nella struttura fanno capo sempre all’Opera Don Calabria e non al Comune di Palermo. La procedura di rendicontazione parte dagli uffici del dormitorio, si rivolge agli organi competenti del Comune di Palermo, da qui si passa ad una gestione nazionale e solo dopo all’Unione Europea. Per quanto riguarda le cifre spese e i finanziamenti, bisogna chiedere al responsabile della rendicontazione delle somme, il Dott. Maurizio Sacco del Comune di Palermo.