REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
“PARCO ARCHEOLOGICO URBANO DI HIPPONION-VALENTIA”
Inviato il 15/04/2017 | Di I CASTELLANI DI HIPPONION
Descrizione
Il “PARCO ARCHEOLOGICO URBANO DI HIPPONION-VALENTIA”’ è un ambizioso progetto di fusione continua tra passato e presente, tra antico e moderno, fra tradizione e tecnologia, il tutto ben integrato e ben armonizzato.
Il Progetto è venuto fuori dall’intesa siglata tra il Comune di Vibo Valentia e la Soprintendenza ai Beni archeologici della Calabria. Da località “Trappeto vecchio” e dalla sua cinta muraria al tempio dorico di “Belvedere Telegrafo”, dai reperti “Scrimbia” e “Cofino”, ai mosaici del municipium romano di “Stanislao Aloe”, compreso il castello di Bivona, sarà solo recupero e valorizzazione, sì da permettere, un giorno, ai vibonesi ed ai turisti di aggirarsi tra i tesori della città intervallati da tipicità medievali e moderne. Come si è detto i lavori di allestimento del Parco Archeologico urbano, avviati nell’agosto 2015 grazie al finanziamento di circa tre milioni di euro, interessano tra l’altro anche i 500 metri di cinta muraria fino al Trappeto Vecchio.
L’allestimento del parco ha come obbiettivo primario quello di ricostituire la leggibilità dell’insieme delle diverse aree archeologiche anche e soprattutto attraverso un sistema di percorsi viari pensati per collegare e valorizzare le potenzialità archeologico-paesaggistiche dei siti. La località Cofino è l’area sacra greca, indagata nel 1921 da Paolo Orsi, noto archeologo trentino che nei primi del ‘900 ebbe l'incarico di organizzare la Soprintendenza della Calabria con sede a Reggio Calabria, e contribuì alla nascita del grande Museo Nazionale della Magna Grecia. “Il sistema difensivo Trappeto Vecchio, con la sua estensione e le sue sei fasi costruttive, rappresenta il più importante monumento della costa tirrenica calabrese.
Il finanziamento totale è di €. 3.000.000,00 di cui il 90,65% è finanziato dal fondo di rotazione (2.719.413 euro) e per il 9,35% dalle risorse libere (280.586 euro).
I pagamenti effettuati finora sono del 42% ossia 1.249.327,31 euro:
• Aprile 2015: 0,00% - pagamento: 0,00 euro
• Giugno 2015: 0,40% - pagamento: 11.926,72 euro
• Agosto 2015: 2,93% - pagamento: 87.790,68 euro
• Ottobre 2015: 2,94% - pagamento: 88.154,68 euro
• Da Dicembre 2015 ad Aprile 2016 i pagamenti sono stati gli stessi: 27,37% - pagamento: 821.034,35 euro
• Giugno 2016: 41,64% - pagamento: 1.249.327,31 euro.
L’inizio del progetto risale al 06 Agosto 2015 , la fine era prevista per il 21 Dicembre 2016 ma i lavori si sono bloccati nel giugno 2015 a causa dell’interdittiva antimafia alla Ditta che si era aggiudicato l’appalto.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
I lavori sono stati appaltati nel giugno 2015 alla “Lande Srl”. Ditta sollevata dall’incarico nel giugno del 2016 in quanto oggetto di un’interdittiva antimafia.
Dalla visita di monitoraggio civico, abbiamo potuto constatare che la maggior parte del sito oggetto dei lavori risulta in stato di abbandono, al Castello di Bivona sono ricresciute le erbacce sulla parte di scavi effettuati durante i pochi mesi di lavoro della Ditta Lande.
Risultati
Finora i lavori effettuati sono stati soprattutto di recupero del patrimonio archeologico, avrebbero dovuto seguire quelli di restauro e di valorizzazione, ma lo stop ai lavori ha bloccato tutto mettendo a rischio quanto già rinvenuto.
Punti di debolezza
Sicuramente il problema maggiore è rappresentato dallo stop ai lavori, proprio nel momento in cui si doveva procedere al restauro, alla conservazione e valorizzazione di quanto rinvenuto. Un altro problema riscontrato e che ha portato questo progetto alla ribalta della cronaca nazionale, (vedi il Fatto Quotidiano e l’interpellanza Parlamentare di una Deputata del territorio), è stata la vicenda dei lavori di scavo della condotta, la realizzazione dei pozzetti in cemento e la posa del grande tubo in PVC, sopra il tracciato delle Mura greche. I Quotidiano Nazionale titolava così: “Vibo Valentia, patrimonio all’italiana: per realizzare il Parco archeologico si interrano le mura greche”. Alla fine di aprile 2016 la protesta dei cittadini, l’inchiesta giornalistica, tre interpellanze parlamentari alla Camera e al Senato e un esposto alla Procura della Repubblica di Vibo, hanno determinato un fermo lavori temporaneo per consentire l’ispezione del “Soprintendente Avocante” della Calabria pro tempore dottor Gino Famiglietti. L’esito del sopralluogo, rilevando la presenza dei tre lunghi tratti di cinta muraria in blocchi di arenaria (35 metri circa) lungo la carreggiata, ha imposto la realizzazione di saggi archeologici tesi a trovare un percorso alternativo per collegare i diversi tratti di condotta già posata.
Punti di forza
Se completato il progetto dovrebbe garantire ad appassionati di archeologia, turisti e semplici cittadini la fruizione di un bene inestimabile per il nostro territorio: La prestigiosa storia della città oggi conosciuta come Vibo Valentia. Dall’antica Hipponion, città greca di grande rilievo; alla Monteleone medievale del Castello di Bivona, città portuale ed insediamento produttivo; passando dalla Vibo romana, importante città termale e colonia, che grazie alla sua importanza strategica e politica, ebbe l'onore di ospitare Giulio Cesare, Ottaviano e Cicerone, che la ricorda nelle sue lettere.
Rischi
I pagamenti finora effettuati, fino al giugno 2016, sono pari a 1 milione e 249 mila euro su un totale di euro 1.914.762, somma con la quale la ditta si è aggiudicato l’appalto.La ditta ATI Emmecci Srl/ Damiga Srl, che dovrà subentrare in quanto seconda in ordine di offerta, dovrebbe completare il tutto con la somma residuata di euro 665.435.
Soluzioni e Idee
Sarebbe necessario, in tempi brevissimi, procedere alla riassegnazione dei lavori alla nuova ditta. Quando i lavori saranno completati si potrebbe realizzare una App che simuli una visita virtuale dell’intero parco e guidi i visitatori al suo interno. Il successo dell’intero progetto, poi, dipenderà dalla gestione del Parco. Noi suggeriamo che questa venga affidata ad una cooperativa di giovani disoccupati del territorio che, previa adeguata formazione, possano davvero valorizzare questo bene e garantirne la sua conservazione.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
Ing. Lorena Callisti, RUP del progetto; Dott.ssa Anna Rotella, archeologa e profonda conoscitrice della storia della vecchia Hipponion; la dott.ssa Mariangela Preta, archeologa e responsabile degli scavi all’interno del Castello di Bivona; Dott.ssa Adriana Teti, Presidente della Commissione Giudicatrice dell’appalto.
Domande principali
All’ing. Lorena Callisti, RUP del progetto abbiamo chiesto:
1- “A che punto sono i lavori riguardanti il progetto con i due finanziamenti?”
2- “Questi due progetti si integrano tra di loro?”
Alla dott.ssa Mariangela Preta, archeologa responsabile degli scavi al Castello di Bivona abbiamo chiesto:
3- “Il progetto con un ribasso così consistente, poco più di 1 milione di euro, riuscirà ad essere realizzato interamente?”
Risposte principali
1- “Il progetto con finanziamento di 1 milione di euro è stato completato al 70%, mentre quello con finanziamento da 3 milioni di euro è stato completato al 42%”. (’ing. Lorena Callisti, RUP del progetto)
2- “Sì, l'idea è quella di un parco archeologico urbano diffuso in base ai finanziamenti e abbiamo suddiviso le aeree per motivi organizzativi ma hanno entrambi la stessa finalità. Quando saranno entrambi completati consegneranno alla città un unico Parco Archeologico Urbano che collegherà la Vibo greca a quella romana ed a quella medievale.” (’ing. Lorena Callisti, RUP del progetto)
3- “Sì, si riesce. Lo scavo era quasi ultimato. Purtroppo ci siamo arenati nel momento della conservazione, del restauro perché quello che mancava era il restauro, e una volta completato, si potrà consegnarlo a chi dovrà gestirlo e mantenerlo efficiente” (Dott.ssa Mariangela Preta, archeologa responsabile degli scavi al Castello di Bivona)