REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
MANFREDONIA - RESTAURO ABBAZIA SAN LEONARDO ABATE IN LAMA VOLARA
Inviato il 19/03/2018 | Di teamGuilielmus
Descrizione
Il progetto relativo all'abbazia di San Leonardo Abate in Lama Volara, situata a 10 Km da Manfredonia (Fg),è stato finanziato dall'Unione Europea, dal Fondo di Rotazione (Co-finanziamento nazionale) e dal Fondo di Rotazione (Piano d'Azione per la Coesione) per un totale di 6.155.765,69 euro. Da Open Coesione il nostro progetto è inglobato al parco archeologico di Santa Maria (totale 11 milioni di euro). L'ente attuatore è la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia che ne ha curato la gara d'appalto il 18.09.2013, aggiudicata il 7.04.2014 alla ditta Cobar di Altamura.Ilfinanziamento a "San Leonardo" è destinato a valorizzare e recuperare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali per aumentarel'attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile.I lavori di restauro e ristrutturazione hanno riguardato la chiesa di San Leonardo con annesso convento, la riqualificazione paesaggistica, la recinzione e la realizzazione di un parcheggio.
Cosa abbiamo scoperto
Avanzamento
Il periodo di esecuzione dei lavori è dal 22.01.2015 al 12.08.2016. Dunque il cantiere è chiuso e l'intero complesso abbaziale è fruibile. Dal nostro monitoraggio in loco abbiamo osservato la delicatezza dell'intervento nel rispetto della storia architettonica. Il merito va al lavoro di ricerca dei progettisti, alla Soprintendenza, alla ditta che ne ha ben curato il restauro e a diverse altre figure. Resta da completare il polo museale di cui è stato trovato un altro finanziamento POIn di 400 mila euro
Risultati
Il progetto risulta effettivamente concluso. Il raffronto tra il prima ed il dopo i lavori fa emergere l'alta qualità dell'intervento. In particolare il tetto dell'intero complesso abbaziale è stato recuperato mediante tecniche "antiche"; degno di nota anche la ristrutturazione adeguata dell'antico foro gnomonico e delle intere facciate.
Punti di debolezza
Anostro parere andrebbero meglio sistemate: la strada SS89 ad alto scorrimento veloce, che costeggia l'ingresso all'abbazia; la segnaletica per una maggiore "rete" per la promozione turistica tra i vari centri culturali territoriali; il ritorno nell'antica chiesa di opere precedentemente spostate per motivi di sicurezza.
Punti di forza
Riteniamo ben riuscito l'intervento di restauro che ne promuove e ne stimola l'attrattiva turistica. Utile la presenza dei religiosi nell'abbazia che ne custodiscono l'opera e, soprattutto, l'antica spiritualità.
Rischi
I vari reperti emersi durante il restauro saranno musealizzati nei locali conventuali mediante un altro finanziamento. Ci piacerebbe che gli amministratori pubblici e gli enti di riferimento trovino i finanziamenti (e la volontà) per creare il sottopassaggio alla strada SS89.
Soluzioni e Idee
Considerata l'importanza del complesso abbaziale da un punto di vista storico, archeologico, naturalistico e religioso, ci sembrerebbe opportuno rafforzare le politiche culturali che favoriscano l'affluenza dei visitatori. Il tutto potrebbe essere reso possibile dall'inclusione del sito negli itinerari turistici del territorio, creando contenitori culturali riferiti, ad esempio, all'evento del foro Gnomonico (del XII secolo) durante il solstizio d'estate, oppure promuovendo il turismo lento (pellegrinaggio) ed il turismo religioso mediane l'accoglienza nell'Hospicium dell'abbazia.
Metodo di indagine
Come sono state raccolte le informazioni?
- Raccolta di informazioni via web
- Visita diretta documentata da foto e video
- Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
- Intervista con altre tipologie di persone
Abbiamo intervistato nel plesso abbaziale ristrutturato mediante i finanziamenti pubblici: l'architetto Antonello d'Ardes, esperto del progetto, che ci ha permesso di avere ulteriori informazioni sui lavori realizzati; il sig. Matteo Borgia, già custode volontario, che ci ha aiutato a capire meglio lo stato di abbandono dell'abbazia e di come il finanziamento ne ha di fatto promosso la sua dignità culturale e religiosa; il dott. Biagio De Nittis, dell'associazione "via francigena del sud", che ha approfondito l'utilità tradizionale ed economica del turismo lento; il dott. Saverio Mazzone, amministratore unico dell'agenzia di promozione turistica del territorio di Manfredonia; don Fabrizio, religioso dell'abbazia, che ha messo l'accento sull'importanza di custodire quanto ristrutturato mediante la promozione di iniziative religiose.
Domande principali
1. (architetto
D’Ardes, referente del progetto) Abbiamo notato nella recinzione dell’abbazia
un parcheggio piccolo, quali sono le soluzioni e se ci sono altri
finanziamenti?2. (sig.
Borgia, già custode del complesso abbaziale) Lei conosce il prima ed il dopo i
lavori realizzati con il finanziamento pubblico. Cosa andrebbe meglio curato?3. (don
Fabrizio, religioso della comunità monastica, e dott. De Nittis, promotore
turistico) I fondi pubblici investiti di fatto stanno portando un aumento del
turismo culturale e religioso nel territorio?
Risposte principali
1.(architetto D’Ardes, referente del progetto) Il
parcheggio realizzato tiene conto delle superfici disponibili. Si sta pensando
con il comune di Manfredonia di acquisire nuove aree e candidarsi ad un finanziamento
pubblico per realizzare un posteggio adeguato alla struttura.2. (sig. Matteo Borgia, già custode volontario dell'abbazia) I lavori
hanno migliorato il complesso architettonico dell’abbazia. Restno però ancora
diverse cose da fare, come mettere in sicurezza la strada SS89 ad alto
scorrimento veloce che costeggia l’ingresso della chiesa. Ci sono stati tanti
incidenti, anche mortali.3. (don
Fabrizio) Certamente. Già abbiamo notato un aumento di persone che visita il
complesso abbaziale, alcuni arrivano mediante il turismo lento (pellegrini)
recuperando l’antica tradizione dell’accoglienza presso l’ospedaletto/hospicium che nei
secoli scorsi era a disposizione dei pellegrini della via “francigena” diretti
al San Michele del Gargano. (De
Nittis) Andrebbe però curata meglio la segnaletica e promosso il polo museale,
da realizzare in rete con gli altri centri culturali del territorio.