REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
MONTE SANT'ANGELO - RESTAURO CHIESA SANTO STEFANO, RECUPERO CRIPTA DELLA CHIESA SAN FRANCESCO.

Inviato il 22/03/2018 | Di Katàbasis

Descrizione

Il progetto rappresenta l’ultima
parte (V stralcio) di un più grande progetto, Francesco Pellegrino dell’Arcangelo. I finanziamenti sono stati
richiesti a seguito di scoperte archeologiche, che hanno portato alla
sospensione dei lavori in corso, alla modificazione del progetto iniziale e
alla ridefinizione di alcuni obiettivi programmati. Il progetto generale (2001)
prevedeva “il recupero, la rifunzionalizzazione, la valorizzazione e la
fruizione del complesso monastico di S. Francesco”, a cui sono stati destinati
i lavori del I e II stralcio; il III era finalizzato innanzitutto a rendere la
chiesa di S. Antonio una struttura di accoglienza per pellegrini e turisti.
Dopo i rinvenimenti archeologici si è puntato al recupero degli ambienti e alla
loro valorizzazione, per rendere anch’essi polo di attrazione culturale
all’interno del centro storico.

Obiettivo “Potenziare
l’attrattività dei territori regionali attraverso il miglioramento delle
condizioni di conservazione e fruizione delle risorse culturali e naturali
localizzate nelle Aree di attrazione e nei Poli (Asse I Valorizzazione e
integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale e naturale) (programma poin conv fesr attrattori culturali,
naturali e turismo)

Cosa abbiamo scoperto

Avanzamento

Il progetto è stato
completato nei tempi previsti (ottobre 2015), con un’economia di spesa di 139.381€
su un finanziamento iniziale di 724.218 €.

Risultati

Il progetto ha portato alla luce un complesso di cripte sotto la
chiesa di S. Antonio (ex chiesa di S. Stefano), il passaggio fra quest’ultima e
la cripta di S. Francesco e un ulteriore ambiente ipogeo di funzione incerta.
Vari i reperti (frammenti lapidei e ceramici, anche di elementi architettonici
degli arredi della chiesa, utensili, gli inumati delle cripte che sono state
svuotate), che però al momento non è possibile visionare. Sono state
consolidate tutte le strutture murarie dei locali, all’inizio del progetto in
totale stato di abbandono; installate passerelle sopraelevate, per rendere
visibile la stratificazione delle strutture riportate alla luce, e un impianto
di ventilazione. Tutti i locali sono ora provvisti di illuminazione. Sistemati
anche gli ambienti esterni adiacenti al sito.Dal monitoraggio effettuato risultano però assenti opere di musealizzazione, catalogazione di reperti e pubblicizzazione. Quasi nulle l'integrazione nei percorsi turistici cittadini (il sito è sconosciuto ai più), e la riqualificazione del centro storico, che ne dovrebbe conseguire.

Punti di debolezza

Dal racconto dei soggetti intervistati e dall’analisi
di dati e informazioni sono emerse varie difficoltà nella realizzazione del progetto,
sia di carattere tecnico che organizzativo: riportare a nuova vita ambienti
completamente sepolti da materiali accumulati nell’arco di secoli, anche per le
diverse destinazioni d’uso dei locali; consolidare strutture ormai fatiscenti e
scegliere soluzioni che rendessero fruibili gli ambienti, ma nel modo meno
invasivo possibile; lasciare a vista le tracce di strutture modificate di
continuo nel tempo.

E poi coordinare le due ditte che hanno lavorato nel
III e V stralcio dei lavori, e curare contemporaneamente gli aspetti tecnici,
storici e archeologici, mettendo insieme tutti i soggetti coinvolti, ciascuno
con le sue competenze specifiche.

Punti di forza

Il monitoraggio del
progetto ci ha dato la possibilità di scoprire un altro pezzo della nostra
storia, ormai quasi dimenticato: chiese e cripte che con le loro
stratificazioni e sovrapposizioni sono testimoni di una storia lunga quasi otto
secoli, meno conosciuta, ma non meno importante per il paese.

Gli ambienti recuperati
ci parlano di antichi insediamenti rupestri, forse i primi della città di Monte
Sant’Angelo; dell’insediamento dei frati francescani, nel XII sec.; delle
costruzioni volute dalla regina Giovanna I d’Angiò nel XIV sec.; della visita
del cardinale Orsini nel 1675 e delle dispute tra canonici e conventuali; di
cripte e aree cimiteriali gestite da confraternite, e altro ancora.

Scoprire tutto questo
vuol dire anche capire che la storia e l’arte rappresentano per il nostro
territorio una carta vincente, che bisogna sapersi ben giocare.Tante potenzialità che aspettano ancora di essere capite e colte, per diventare opportunità di crescita.

Rischi

Non si può certo dire “Tutto è compiuto”!

Se non si provvede alla
realizzazione di tutti gli obiettivi previsti dal progetto, la chiesa e le
cripte resteranno lì, dietro una porta chiusa, sconosciute a tutti e inutili. Non
ci saranno frequentazione e manutenzione (anche ordinaria), che sono garanzia
di conservazione.

Se non si provvede alla catalogazione dei
reperti(su di essa abbiamo ricevuto risposte discordanti)e ad una loro opportuna
collocazione (anche negli ambienti di provenienza), potrebbero non essere più
recuperabili.

Se non si provvede alla musealizzazione,
non si darà al visitatore la possibilità di conoscere e apprezzare la storia di
cui il sito dà testimonianza.

Se non si intraprendono ulteriori attività
di studio e approfondimento su strutture e reperti (per es. sulla cripta C
della famiglia Mazza, ancora chiusa con una stratificazione di inumati e
reperti databili tra il XIII e il XVII sec.) - anche grazie ad altri finanziamenti!-
il beneficio del progetto resterà parziale.

I fondi spesi e i lavori
effettuati rischiano di vanificarsi, se non si intraprendono tutte quelle
azioni che rendono vivo un sito recuperato.

Soluzioni e Idee

È prioritario che si proceda alla catalogazione e sistemazione
dei reperti, alla musealizzazione degli ambienti, ad attività di studio e
approfondimento: l’Amministrazione comunale è chiamata a prendere in
considerazione tali priorità, anche interagendo con la Soprintendenza, che ha
il compito specifico di tutelare i beni artistici e culturali. Il secondo passo
è rappresentato dalla pubblicizzazione e dall’integrazione nei percorsi turistici, che vanno ulteriormente
incentivate, anche con la collaborazione dell’ente gestore che sta già
lavorando in questa direzione. Si potrebbe pensare al coinvolgimento della
scuola superiore (e perché no, del nostro Team) con i percorsi di Alternanza
Scuola Lavoro. Laboratori di archeologia, attività di studio che portino
all’elaborazione di materiale informativo… avrebbero il vantaggio di
avvicinare noi giovani al patrimonio storico-artistico della città e a
riconoscervi una potenzialità per il proprio futuro.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con altre tipologie di persone
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)

È stato
intervistato l’architetto dr. Giovanni A. Bisceglia, del team dei progettisti
del Restauro chiesa santo Stefano,
recupero cripta chiesa san Francesco.

Domande anche per l’architetto dr.
Giampiero Bisceglia, del comune di Monte Sant' Angelo, in qualità di
Responsabile Unico del Procedimento (RUP).

Per l’aspetto storico –
archeologico ci siamo avvalsi della collaborazione dell’archeologo dr. A.
Stuppiello, impegnato nella prima fase dei lavori, e del dr. G. Rignanese,
consulente archeologico del progetto, che ci ha fornito notizie preliminari di
carattere storico-archeologico.

È stata contattata anche la Soprintendenza
archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e
Foggia, soggetto programmatore: si attende una sua risposta alle domande
inviate.Informazione sulla gestione sono state fornite dai referenti della Pro Loco, che gestisce il sito dal dicembre 2016, in particolare la dott.ssa Lea Basta.

Domande principali

1) Nel progetto si parla di
”musealizzazione degli ambienti e dei rinvenimenti archeologici“ all’interno
della cripta di S. Francesco. Che ci può dire a riguardo? (Architetto dr. Giampiero Bisceglia, comune di Monte Sant' Angelo, RUP)2) Sempre nel vostro progetto si fa riferimento ad
“apparecchiature multimediali destinate al centro di accoglienza anche per
permettere ai disabili di accedere virtualmente alle cripte”. Ma anche di
questo non abbiamo trovato traccia. Cosa potete dirci in merito?(Architetto dr. Giovanni A. Bisceglia, progettista)3) Che cosa sta facendo la Pro Loco per far conoscere il sito? E che cosa pensa di fare per pubblicizzarlo?(Dott.ssa Lea Basta, referente Pro Loco, gestore del sito)

Risposte principali

1) “Nel quinto stralcio del
progetto era in effetti prevista la musealizzazione, con arredi per i reperti.
Non lo abbiamo fatto non per mancanza di volontà. I reperti sono stati
catalogati e in concerto con la Soprintendenza, dovevano essere schedati e
sistemati in teche da acquistare. Ma per
tutto questo è mancato il tempo: allestire un museo è qualcosa di complesso e
richiede tempi lunghi. Nel tempo stabilito dal MIBACT per la conclusione dei
lavori tutto questo non si è potuto fare e ci siamo riservati con la
Soprintendenza di non procedere con la musealizzazione, di mettere a deposito
tutti i reperti e di rinviarla in un secondo tempo, con altri finanziamenti. Se
si fosse deciso di procedere con la musealizzazione, si rischiava di non
chiudere i lavori e di dover restituire l’intero finanziamento di 724.000€ con
gli interessi. Si sono solo restituiti i soldi della musealizzazione, ma sono
state completate le opere strutturali e archeologiche. Con i responsabili della
Soprintendenza ci siamo dati appuntamento a breve per completare il progetto
dal punto di vista della musealizzazione”.2) “Posso limitarmi ad affermare che
nelle cripte sono state già installate telecamere ed è stata fatta la
canalizzazione per il collegamento alle apparecchiature elettroniche e ai
monitor, già acquistati, che dovevano essere collocati nella chiesa di S.
Antonio”. 3) “Da Giugno 2017, quando è
stata aperta al pubblico la Chiesa di Sant’Antonio, abbiamo messo in atto una
serie di azioni di promozione come la realizzazione di un “Virtual tour”
pubblicato sulle pagine Facebook della Pro Loco e del Meta, gratuitamente a disposizione dei visitatori, e di una
brochure informativa che sfrutta la tecnologia QR. Molto importante è anche la
visibilità che un sito deve avere per poter essere individuato facilmente dal
visitatore: per questo abbiamo presentato all’amministrazione un progetto di
segnaletica che prevede la realizzazione di banner espositivi e di segnaletica che
con poche immagini “raccontano” il sito e conducano al sito. La Chiesa di Sant’Antonio,
inoltre, è stata e sarà sempre più scenario di concerti, mostre, eventi
culturali e laboratori didattici: in poche parole puntiamo a far divenire il
sito un “contenitore culturale” mettendolo a disposizione di chiunque voglia
promuoverlo facendo cultura”. (Dott.ssa Lea Basta, referente Pro Loco, gestore del sito)