REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
SULLA VIA DI ALTANUM-PERCORSO STORICO DI RACCORDO TRA 4 CENTRI- POLISTENA -CINQUEFRONDI -MELICUCCO -SAN GIORGIO MORGETO.

Inviato il 9/03/2019 | Di orgogliosudIP

Descrizione

“Sulla via di Altanum” è un progetto basato sulla realizzazione di opere e infrastrutture che mettano in comunicazione 4 comuni: Polistena, Cinquefrondi, San Giorgio Morgeto e Melicucco. Non è solo una questione di malta, cemento e acciaio, ma si tratta di costruire – o meglio ricostruire – un tratto di identità comune tra enti limitrofi. Tra le altre cose, il punto di partenza è la storia medievale che unisce le vicende di centri urbani nell’orbita di re Morgete e di Altanum. Grazie ai fondi europei è quindi possibile valorizzare il territorio, costruire un senso di comunità. I fondi, stanziati dall’UE nella programmazione 2007-2013, hanno finanziato opere di riqualificazione dei centri storici e di arterie di comunicazione tra i 4 comuni coinvolti, per un importo pari a 379.298,59 euro, di cui 80.000 di cofinanziamento della Regione Calabria.

Cosa abbiamo scoperto

Avanzamento

Il progetto “Sulla Via di Altanum – percorso storico di raccordo tra 4 centri: Polistena, Cinquefrondi, Melicucco e San Giorgio Morgeto” è formalmente concluso, sebbene manchino ancora alcune somme da rendicontare. Come è possibile desumere dal dettaglio che si trova sul sito OpenCoesione, si noterà che manca circa il 26% delle somme da rendicontare (sono stati pagati 282.000 euro su poco più di 379.000). La discrepanza è dovuta alla registrazione di alcune fatture emesse con ritardo dalla ditta esecutrice dei lavori. In pratica il progetto risulta essere concluso sebbene non totalmente rendicontato.

Risultati

Sui risultati si può tranquillamente discutere da diverse prospettive. Sul piano delle opere realizzate vi è un report soddisfacente. Specie nei comuni di Polistena (capofila) che in quello di Melicucco, vi è stata un efficace impiego di risorse per la riqualificazione dei centri urbani. Nel primo comune vi è il restauro della antica fontana di villa Italia, con un salto di qualità negli arredi della zona. Nel secondo comune è stata completamente riqualificata “scesa fontana vecchia”, luogo in cui decenni fa le donne andavano a lavare i panni nei corsi d’acqua e che, oggi, appare come una piazza riqualificata con vasche restaurate e un percorso pedonale suggestivo. I quartieri in cui si è deciso di intervenire, peraltro, non sono casuali, ma ricadenti su una direttrice che metteva in comunicazione 4 comuni che anticamente erano un solo grande centro classico-medievale (Altanum), ma che oggi sono enti comunali distinti. Le risorse investite a San Giorgio hanno permesso di recuperare parte di una via del centro abitato, mentre sarebbe servito ampliare l’intervento per coprire porzioni più consistenti del centro storico. A Cinquefrondi vi era un progetto assai ambizioso, centrato solo in parte. Si sarebbe dovuta recuperare quanto più possibile la zona che interessa l’antico convento di San Filippo d’Argirò, così come le zone prospicenti al fiume Sciarapotamo, tutte vie importanti di collegamento ad Altanum. In concreto si è appena intervenuti per rendere migliore la zona del centro polifunzionale e sottrarla al degrado.
Sicuramente il progetto ha dimostrato che quattro enti distinti possono lavorare insieme per dare vita ad interventi di riqualificazione, così come è stato possibile notare che esiste qualcosa che unisce questi comuni, oggi autonomi, ed ha a che fare con il passato, le tradizioni e la cultura. Questo progetto potrebbe essere considerato l’apripista per qualcosa in più, magari un ragionamento più ampio su una conurbazione.

Punti di debolezza

Le difficoltà, com’è ovvio, ci sono state, in un territorio in cui la burocrazia domina e spesso rallenta tutto. La Regione Calabria aveva già tagliato alcuni fondi inizialmente destinati a questo progetto, che pertanto è stato rimodulato ed ha dovuto abbandonare alcune suggestive opere pensate. Altra debolezza è stata di natura politica: il progetto ha visto alternarsi amministrazioni diverse nei 4 comuni, non tutte sensibili allo stesso modo al lavoro per costruire qualcosa di unitario. Nonostante le difficoltà, però, il progetto ha preso forma e, specie a Polistena e Melicucco, ha saputo incidere sul volto dei centri storici.

Punti di forza

La sinergia tra enti comunali coinvolti è stata apprezzabile. I comuni non hanno avuto difficoltà a lavorare insieme per costruire una serie di opere. Ma a parte le fasi burocratiche ed attuative, la cosa forse più interessante del progetto è la sua filosofia. C’è un disegno sottile, ma prezioso, che fa da sfondo alla “Via di Altanum”. I soggetti coinvolti sono inseriti in un rapporto stretto di prossimità geografica: Polistena, Cinquefrondi, Melicucco e San Giorgio, insistono su un territorio che contempla la distanza tra di essi di massimo 5 km. Quello che li accomuna non è solo l’essere vicini di casa, ma condividere la stessa storia, lo stesso sviluppo. Tutti e quattro sono figli di quell’insediamento di origini tardo antiche o medievali che si chiamava Altanum. Una roccaforte che dominava la parte montana, a cavallo tra la Limina, e divideva la zona tirrenica e quella ionica di Reggio Calabria. Una posizione strategica che permise di proteggere anche il re Morgete, così come di ospitare grandi sovrani italici di passaggio. Da quella storia si sono sviluppate le ramificazioni di questi comuni che cadono in un territorio delimitato dai due fiumi: Sciarapotamo e Vacale. Questo progetto è come se sussurrasse la necessità di un ritorno al passato per lo sviluppo futuro: tornare ad Altanum per contare di più.

Rischi

Esiste un rischio enorme: abbandonare qualsivoglia percorso di unità. Il progetto può rappresentare un’occasione sprecata se i 4 comuni non sapranno trovare le chiavi necessarie per superare diffidenze e campanilismi. Esiste una necessità, che è quella di rivolgere lo sguardo ad un passato fatto di tradizioni e storia comune da cui ripartire per costruire un futuro fatto di scelte condivise per una popolazione che potrebbe crescere sotto un unico gonfalone. Se ciò non avvenisse, “Sulla via di Altanum” sarà stato un buon progetto senza spinta propulsiva.

Soluzioni e Idee

Qui si arriva alla parte interessante. Il team OrgoglioSud, che ha curato il monitoraggio nell’ambito di “A Scuola di OpenCoesione 2018/2019”, non si è limitato a mettere insieme dati, foto, analisi di opere e bandi di gara, ma ha voluto disegnare una prospettiva. Gli studenti hanno dato fondo al loro essere cittadini responsabili e propositivi. Un progetto, infatti, non è solo malta, mattoni e catrame, ma deve avere un’anima e una prospettiva. Qui esiste la possibilità concreta che 4 enti confinanti, che hanno lavorato per un progetto comune, e che hanno stessa matrice storica, possano trovare i motivi dell’unità, costruendo una conurbazione, o addirittura una fusione. I benefici sarebbero tantissimi: economie di scala, una popolazione tra le più numerose in tutta la Calabria, la possibilità di intercettare nuovi fondi, interloquire con più forza con governo Nazionale ed Europeo, offrire servizi migliori ai cittadini. A chiederlo, per la prima volta, non sarebbero alti burocrati, ma un gruppo di studenti che non si considerano banalmente il futuro, ma il presente di questa società e del territorio in cui vivono e che non vorrebbero abbandonare. Che cosa sarà Altanum? Una semplice suggestione da storici, o soltanto un progetto di centinaia di migliaia di euro? Oppure la sterile ambizione di un gruppo di studenti che prova a costruire intorno alla storia il motivo per unire quattro comunità? Grazie al progetto di ASOC, OrgoglioSud vuole risvegliare la coscienza sociale dei nostri comuni, incalzare gli amministratori e dimostrare a tutti che per andare più veloce basta correre da soli, ma per andare più lontano bisogna correre insieme.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
  • Intervista con altre tipologie di persone
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
  • Intervista con i referenti politici

Sono stati intervistati, tra gli altri, Michele Tripodi (attuale sindaco di Polistena, ente capofila del progetto), Francesco Nicolaci (sindaco pro tempore di Melicucco all’epoca dell’approvazione del progetto), Salvatore Valerioti (attuale Sindaco di San Giorgio Morgeto, comune in cui vi sono le rovine dell’antica Altanum).

Domande principali

1) (Michele Tripodi, attuale sindaco di Polistena) Come considera globalmente il progetto “Sulla via di Altanum”, può essere un momento di rilancio per l’unione dei comuni che lo hanno portato a termine?
2) (Francesco Nicolaci, attuale assessore di Melicucco e sindaco dell'ente all'epoca dell'approvazione del progetto) Si può smentire il luogo comune secondo il quale la Piana di Gioia Tauro è sotto scacco dei campanilismi. Cosa rappresenta Altanum?
3) (Salvatore Valerioti, attuale sindaco di San Giorgio Morgeto) Questo progetto ha portato benefici alla sua comunità, in cosa sarebbe dovuto essere diverso per avere un impatto migliore?

Risposte principali

1) (Michele Tripodi, attuale sindaco di Polistena) Il progetto può e deve essere considerato come una sfida vinta dalle amministrazioni comunali che vi hanno preso parte. Non nascondiamo che difficoltà ce ne sono state, così come accade quando vengono coinvolti enti diversi e vi è una supervisione di un soggetto sovracomunale. I lavori sono stati portati a termine, c’è ancora qualche somma da rendicontare, ma dipende da fatture arrivate in ritardo. Credo che questa collaborazione possa rappresentare qualcosa che vada oltre una semplice squadra a tempo per raggiungere un traguardo isolato. Questo non vuol dire che domani mattina ci ritroveremo 4 comuni sotto uno stesso tetto, ma è indicativo che quando le cose si vogliono fare bene, farle insieme è un’ottima alternativa. Immagino che con le amministrazioni degli altri comuni dovranno esserci nuovi tavoli di confronto, sui servizi, anche sull’economia, e sull’identità territoriale.
2) (Francesco Nicolaci, attuale assessore di Melicucco e sindaco dell'ente all'epoca dell'approvazione del progetto). La Piana di Gioia Tauro non soffre di un virus che la tiene distinta, parcellizzata. Non nego che in passato spinte personalistiche possano aver allontanato i comuni dal perseguire compatti obiettivi comuni. Stare insieme è garanzia di successo, su questo non c’è dubbio. Penso ad alcune cose di grande praticità: la mobilità su tutte. Non sarebbe peregrino pensare che i quattro comuni creino le condizioni per una serie di trasporti urbani tra i centri. A beneficiarne sarebbero i cittadini, l’ambiente e l’economia stessa. Immagino anche politiche per il commercio, le risorse idriche e servizio di raccolta dei rifiuti. Questo creerebbe un abbattimento dei costi e un miglioramento dei servizi. Ma è necessario rispettare alcune tappe fondamentali, trovare il terreno comune di confronto, coinvolgere i cittadini, perché solo se avvertite dal basso le esigenze di unità possono avere successo. È prematuro pensare alla rinascita di Altanum, ma per me è una suggestione, è lì dove questa terra è nata, dove il percorso dei fiumi ha creato le condizioni per consolidare quelli che oggi sono i nostri comuni.
3) (Salvatore Valerioti, attuale sindaco di San Giorgio Morgeto). La nostra comunità ha ricevuto dei benefici, sì questo è indubbio. Mi piace ricordare, tuttavia, che è proprio San Giorgio il borgo erede delle rovine di Altanum, che qui da noi riecheggia quella storia eccezionale. Io avrei auspicato anche qualcosa in più, magari che accanto ai fondi per riqualificare una zona del centro storico, ci fossero state risorse per recuperare parte dell’area archeologica di Altanum, dove oggi il suolo ha inghiottito mura e insediamenti. Lavorare ad un nuovo progetto del genere sarebbe molto interessante, così come riavvicinare i 4 centri nell’ottica di una futura conurbazione. Il futuro per i comuni calabresi non sembra roseo, specie per quelli montani che sono a rischio spopolamento. La risposta che dobbiamo dare è lavorare per obiettivi comuni tra più enti. Ho già dato più volte la mia disponibilità a sederci attorno ad un tavolo e trovare tempi e modi per costruire qualcosa che possa rappresentare un approdo futuro per le nostre comunità e che dia loro servizi nuovi, ridia slancio all’economia puntando anche e soprattutto sul turismo, sull’agroalimentare. La certezza è che soli, o peggio, uno contro l’altro, non andremo molto lontano.