REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
Nuove Centralità Urbane in zone periferiche, valutazione dell'impatto sociale e ambientale

Inviato il 25/05/2022 | Di Monitoring for Europe - Demostene | @Demostene14

Descrizione

Tra i progetti di trasformazione urbana promossi in seguito al “Patto per Milano” – finalizzato a finanziare interventi per lo sviluppo economico, la coesione sociale e territoriale – rientra anche quello sulle nuove “Centralità”. Si tratta di un piano operativo che prevede la realizzazione partecipata di 5 spazi pubblici di alta qualità ambientale e sociale, nell’ottica di creare nuove “centralità” urbane in zone periferiche, tramite lo stanziamento di fondi pubblici.
Il Comune di Milano ha individuato come ambiti su cui effettuare una riqualificazione territoriale:
-via P. L. Monti – via De Angelis, nei tratti prossimi alla Chiesa di San Carlo;
-piazza Dergano con le aree circostanti;
-via Padova, nel tratto tra via Giacosa e via Cambini;
-piazza Angilberto II e i suoi dintorni;
-largo Balestra e le zone limitrofe.
Tali interventi si inseriscono in un’impostazione programmatica di ampio respiro legata al miglioramento della qualità dello spazio pubblico e della vivibilità dei quartieri, per una città accessibile, vivibile e sempre più attrattiva. La progettazione e la realizzazione dei lavori di questi cinque interventi è stata affidata dal Comune di Milano alla MM Spa.

Cosa abbiamo scoperto

Avanzamento

Il progetto interessa cinque aree differenti che sono a diversi livelli di avanzamento, come rilevato tramite interviste e visite di monitoraggio in loco.
Due siti (piazzale Dergano e piazzale Angilberto II) sono conclusi.
Un sito (largo Balestra) è nella fase di progettazione compartecipata dal basso: l'attuale urbanistica tattica pensata dalle associazioni di quartiere dovrà essere sostituita dai lavori definitivi non ancora partiti. In via Padova sono da poco iniziati i lavori mentre nell'ultimo (piazzale Monti) le attività di riqualificazione sono bloccate.

Risultati

Intervento utile ma presenta problemi - Ha avuto alcuni risultati positivi ed è tutto sommato utile, anche se presenta anche aspetti negativi

Il progetto è pressoché alla sua conclusione ed è dunque possibile offrire alcune valutazioni sul suo impatto.
Le aspettative sollevate dalla presentazione degli interventi urbani che si sarebbero svolti sono state soddisfatte in parte, come si evince dalla documentazione allegata.
Non si è riusciti a ottenere per tutti i siti lo stesso livello di partecipazione della cittadinanza: per alcuni siti la cittadinanza si è sentita più coinvolta, in altri ha vissuto i lavori in modo più passivo e/o sentendosi esclusa.
Ancora, si sarebbe potuta porre più attenzione nella scelta del verde, studiando meglio gli effetti delle piante sulla qualità dell'aria o pensando possibili percorsi di educazione ambientale (anche attraverso pannelli informativi, orti urbani ecc.).
Al contrario, certamente raggiunto è l'obiettivo di riqualificazione sociale, in quanto i lavori svolti hanno riconsegnato agli abitanti spazi prima abbandonati o degradati, creando nuovi luoghi di incontro per vivere al meglio il quartiere.

Punti di debolezza

Il progetto nel titolo sottolinea il carattere di "realizzazione partecipata di spazi pubblici di alta qualità ambientale e sociale". Questa promessa è stata mantenuta solo in parte, come si evince dalle interviste e dalla documentazione allegata.
Per tutti i cantieri si è notato un intervento che ha trattato il verde più come elemento di decoro urbanistico che nel suo valore ecologico. Non sono stati fatti studi specifici riguardanti la qualità degli alberi da piantumare e il loro effetto sulla qualità dell'aria, ecc.
Inoltre, si sono riscontrati problemi specifici per i diversi siti. In piazzale Dergano l'aspetto negativo riguarda la diminuzione delle aree di parcheggio e la pavimentazione irregolare che rende più difficile la deambulazione delle persone anziane o con handicap, ma anche il trasporto di merci pesanti per gli esercenti presenti sulla piazza. Sulla base delle rimostranze degli abitanti sono stati fatti studi successivi nel tentativo di trovare una soluzione.
In piazzale Angilberto II i negozianti segnalano una riduzione dell'afflusso nei loro esercizi commerciali a causa della nuova viabilità e la scarsità delle aree verdi realizzate rispetto a quelle previste in progetto.
In largo Balestra la percezione degli abitanti è che il Comune abbia abdicato al suo ruolo, lasciando alle associazioni del quartiere la responsabilità della manutenzione del decoro e funzionalità dello spazio comune. I lavori definitivi sarebbero già dovuti iniziare a novembre 2021 ma ad oggi non si ha nessun riscontro o informazioni su una nuova tempistica.

Punti di forza

Come rilevato dal monitoraggio in loco, uno degli obiettivi originari della rigenerazione urbana in oggetto è stato la messa in sicurezza dei pedoni; obiettivo senz'altro raggiunto.
Sono state ovunque inserite nuove piantumazioni, panchine, tavoli da ping pong e altri giochi che hanno migliorato il decoro urbano.
La creazione di nuovi spazi di socializzazione è particolarmente ben riuscita nei siti di piazzale Dergano e Largo Balestra.
La viabilità intorno a piazza Angilberto II è stata modificata per ridurre il traffico delle aree residenziali circostanti.

Rischi

Dato l'innalzamento dei costi dei materiali e il rallentamento della produzione a causa della pandemia di Covid-19 è possibile che il cantiere di piazzale Monti (non ancora partito) venga sacrificato per permettere il completamento delle opere degli altri quattro siti.

Soluzioni e Idee

Una valutazione ambientale più scientifica con l'utilizzo di agronomi e altre figure professionali capaci di valutare l'impatto ecologico degli spazi pubblici progettati e delle piante da introdurre.
Per la corretta fruizione degli spazi anche per le persone più fragili è inoltre opportuna una più attenta valutazione dell'impatto dei materiali e degli arredi urbani sulla mobilità delle persone anziane o con handicap motorio.

Risultati e impatto del monitoraggio

Diffusione dei risultati

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Connessioni

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  • Promesse concrete
  • Progetto più efficace

Descrizione del caso

I dati sul sito OpenCoesione sono stati aggiornati dopo la nostra sollecitazione.
L'ente MMspa ha convenuto con noi circa la necessità di valutare meglio il tipo di verde da piantumare con riferimento agli effetti sulla qualità dell'aria che possono avere le differenti piante.
Nell'incontro con i responsabili della Città Metropolitana abbiamo evidenziato la difficoltà nel reperire informazioni dal sito comunale di opendata non tanto sui soldi investiti, ma sul loro specifico utilizzo. Il responsabile della pubblicazione dei dati ha affermato che il problema posto era reale e ha promesso di individuare una soluzione creando una pagina dove le spese sarebbero state distinte e visionabili per progetto e scopo.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
  • Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
  • Intervista con i referenti politici

-dottoressa Spazia D'Onofrio, responsabile di progetto per MM spa;
-assessora Gaia Romano (Servizi Civici e Generali);
-direttore Dario Moneta (Direzione Specialistica Autorità di Gestione e Monitoraggio Piani);
-funzionario Matteo Massenzio (Direzione Sistemi Informativi e Agenda Digitale - Area Gestione e Integrazione Dati - Unità Open Data);
-vari stakeholder (abitanti dei siti interessati, esercenti, fruitori degli spazi pubblici, rappresentanti delle associazioni di quartiere).

Domande principali

1) Sono stati fatti studi (come ad esempio gli effetti sulla qualità dell'aria) nel decidere quali alberi e verde piantare nelle aree da riqualificare?

2) In che modo è stata coinvolta la cittadinanza nella progettazione e realizzazione della riqualificazione?

Risposte principali

Prima risposta alla domanda 1)
Spazia D'Onofrio (MM spa), citazione letterale dall'intervista: “A seconda dello spazio necessario che abbiamo a disposizione si scelgono alberi di diversa grandezza e in questo caso [piazza Angilberto] abbiamo messo piante di quarta grandezza che, nel loro maggior sviluppo, avranno una chioma di ampiezza massima di 6 metri. La scelta è condizionata dalle radici delle piante, dai sottoservizi e dalla possibilità di irrigazione. Nello specifico di piazza Angilberto, per esempio, non è stata usata una strumentazione tecnica, ma ci si è basati su delle ipotesi legate all’esperienza e ai desiderata degli abitanti”.
L'ingegnere D'Onofrio ha poi precisato che MM spa non ha al momento agronomi nel suo staff, ma che hanno seguito in questi anni alcuni corsi di aggiornamento sul tema alberature differenti / effetti sull'inquinamento e che le nostre domande sul tema li stimolano a riflettere sull'importanza di integrare questo aspetto nei progetti futuri.

Seconda risposta alla domanda 1)
Tra i componenti della città metropolitana incontrati, la risposta alla prima domanda è stata data principalmente dal dott. Dario Moneta (Autorità di Gestione e Monitoraggio Piani), che ha sottolineato come il progetto al suo sorgere abbia mirato soprattutto alla creazione di nuove aree pedonali non avendo previsto studi specifici riguardo alla tipologia di alberi. Gli obiettivi che si volevano raggiungere con piante ed aiuole erano soprattutto la riduzione della temperatura al terreno, in alcune delle piazze più calde della città, e il decoro urbano, offrendo isole di verde agli abitanti.

Risposta alla domanda 2)
L'assessora Gaia Romano e il dott. Dario Moneta ci hanno spiegato come la collaborazione attiva dei cittadini è stata sollecitata in fase di progettazione attraverso assemblee pubbliche nei municipi per definire il progetto finale prima della pandemia. Purtroppo la pausa dovuta a Covid-19 ha in parte raffreddato le relazioni tra abitanti e amministrazione. Riguardo a una ventilata possibilità di partecipazione dei cittadini alla cura del verde, essa è stata esclusa sulla base di precedenti esperienze che hanno mostrato come possa essere difficile il coordinamento e l'impegno continuativo al riguardo.