REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
VALE LA PENA - DALLA RECLUSIONE ALL'INCLUSIONE

Inviato il 14/03/2023 | Di Rinascita 4B SIA

Cosa abbiamo scoperto

Obiettivi del progetto

Il progetto VALE LA PENA - DALLA RECLUSIONE ALL'INCLUSIONE si pone come primo obiettivo l’incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili favorendo l’inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Inoltre il progetto offre un’alternativa valida alla detenzione in carcere per mezzo dell'accoglienza abitativa temporanea o housing sociale in modo tale da garantire ai carcerati una vera inclusione sociale.
In conclusione, questa iniziativa ha lo scopo di interrompere il circolo vizioso legato all’alto rischio di recidiva per i detenuti al fine di farli uscire dalla vita criminale anche attraverso lo strumento della giustizia riparativa, che è considerata la punta più avanzata dell’intero percorso di reinserimento sociale.

Attività previste

Interventi propedeutici all’inserimento lavorativo: Si sono attivate azioni di orientamento al lavoro sia presso i due Istituti Penitenziari di Brescia, Nerio Fischione e Verziano, sia presso l’Ufficio di Esecuzione Penale esterna. Inoltre, in base alle caratteristiche, alle competenze e alle disponibilità lavorative, si sono attivati tirocini di orientamento al lavoro.
Housing Sociale per misure esterne: Il coordinamento dell’azione Housing è stato affidato ad un Agente di Rete; questo ha permesso un maggiore efficienza nella gestione delle richieste diminuendo i tempi di attesa dovuti alla valutazione post colloquio dei detenuti.
Una prassi per la segnalazione e per l’approfondimento dei casi è stata condivisa con l’area trattamentale dei due Istituti, con le Assistenti Sociali dell’UEPE (Uffici di esecuzione penale esterna) e gli enti coinvolti in questa azione.
Ogni persona accolta ha usufruito, oltre dell'ospitalità (posto letto in appartamento condiviso), anche di un supporto educativo sulla base delle necessità individuali e degli obiettivi specificati nel progetto. L’iniziativa prevede tre gradi di accoglienza in relazione alle caratteristiche e alle necessità delle persone: Bassa autonomia, Media autonomia, Alta autonomia in base alle quali viene scelto l’alloggio e il grado di intervento educativo.
Governance: In fase di avvio del progetto e in itinere si sono mantenuti regolari incontri con i partners e con le due direzioni penitenziarie e UEPE al fine di affrontare le diverse criticità che durante il percorso sono emerse.
Infine si sono definite procedure di segnalazione sia per l’area lavoro sia per la richiesta di accoglienza abitativa temporanea. Considerando il finanziamento sulla base di fondi europei particolare attenzione è stata posta all’area della rendicontazione.

Origine del progetto

I fondi che contribuiscono allo sviluppo del progetto sono il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Programma Operativo Regionale (POR FSE LOMBARDIA).
Per sostenere un’articolazione tanto complessa di interventi come quelli messi in campo da Vale la Pena è imprescindibile che si possa contare su un finanziamento pubblico permanente.
La messa in rete del capitale esperienziale di soggetti significativi e di forte e consolidata esperienza nella gestione di progetti e servizi nel settore dell’esecuzione penale, ad esempio la società cooperativa di solidarietà sociale Alborea, ha consentito e potrà consentire una maggior efficacia nell’integrazione con altre progettualità, altri canali di finanziamento e l’attività di fund-raising.


Soggetti Beneficiari

I soggetti che possono trarre un vantaggio dagli esiti del progetto sono tutti i detenuti (esclusi dal 41 bis e 4 bis) e tutta la cittadinanza in generale sul territorio di Brescia e dintorni.

Contesto

Il progetto opera al fine di garantire l'inclusione sociale sul territorio di Brescia cercando di offrire una detenzione alternativa con lo scopo di far rinascere il detenuto, a maggior ragione in un contesto nel quale le carceri sono attualmente in stato di sovraffollamento e il tasso di recidiva in regime ordinario è elevato.

Avanzamento

Il progetto “VALE LA PENA - DALLA RECLUSIONE ALL'INCLUSIONE” ha concluso la sua terza edizione ed è in procinto di iniziare la quarta, i nostri dati e il nostro report si riferiscono alla terza edizione che ha riportato ottimi risultati, ogni edizione viene finanziata dai fondi che contribuiscono allo sviluppo del progetto e che sono il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Programma Operativo Regionale (POR FSE LOMBARDIA).

Risultati

Come dedotto dall’intervista con l’Agente di Rete Marco Dotti, dopo aver concluso i progetti designati da “Vale la Pena” i detenuti vengono reintrodotti nella società attraverso il progetto di Housing Sociale e l’inserimento lavorativo che permettono loro nel corso del tempo di sviluppare una vera e propria autonomia e indipendenza economica: un esempio è la possibilità di accantonare la somma necessaria per poter stipulare un contratto di locazione d’affitto proprio e non più condiviso con altri utenti, se pur molto spesso lo stipendio corrisposto sia inferiore alla media nazionale. Infatti queste iniziative sono in grado di sviluppare le abilità e le competenze relazionali e lavorative.
Un altro risultato dell’iniziativa è l’abbattimento del tasso di recidiva che crolla dal 60% al 6% poiché i detenuti coinvolti sono in grado di reinserirsi, con il sostegno del progetto, nella società e non devono ricorrere ad ulteriori reati.



Punti di debolezza

Come in tutti i progetti ci sono anche alcuni punti di debolezza rispetto ai quali la Cooperativa Comunità di Bessimo si impegna al fine di migliorarsi ad ogni bando.
Dal punto di vista organizzativo, l’aspetto più critico è certamente la progettazione attraverso bandi annuali, ciò implica infatti che la pianificazione non possa essere pluriennale, vi sia il rischio di non dare continuità al progetto o addirittura di interromperlo e molte risorse umane debbano essere impegnate per la stesura dei bandi e perciò sottratte alla realizzazione delle iniziative.
Dal punto di vista umano, Vale la pena si fonda e ha la necessità di creare buone relazioni umane; queste devono instaurarsi sia tra i detenuti che prendono parte al progetto (ad esempio, l'housing prevede che i detenuti compiano un’esperienza di convivenza con coinquilini che non hanno potuto scegliere) sia tra detenuto e operatore: spesso può esserci una disparità di aspettative tra il detenuto e chi si occupa di offrire l’inserimento. Ad esempio, Alessandro, un ex detenuto, quando è stato inserito nella Cooperativa Alborea (Associazione che si occupa di offrire un posto di lavoro a detenuti che scontano una pena alternativa) si aspettava di poter diventare cuoco; al contrario Angelo, il presidente, ha scelto per lui la collocazione in sala che non rispecchiava le sue aspettative. Questi fattori sono soggetti ad un elevato grado di imponderabilità ma sono anche fonte di grande ricchezza umana.
Aggiungiamo il fatto che le retribuzioni, sia per i detenuti coinvolti nel progetto che per gli operatori, non sono sempre appropriate rispetto alle mansioni e alle responsabilità.
Per finire un’altra difficoltà riscontrata si trova nel momento in cui il detenuto è costretto a scontare tutta la condanna all’interno dell’istituto penitenziario poiché il tasso di recidiva aumenta significativamente; infatti è stato riscontrato che una volta liberi i detenuti non hanno possibilità di reinserirsi nelle società e questo li porta a commettere nuovamente dei reati, talvolta più gravi di quelli per i quali erano stati condannati.
Le informazioni sono state dedotte dalle interviste con Marco Dotti e la Dott.ssa Feraboli e dalla visita di monitoraggio.

Punti di forza

Dopo le interviste con l’ex responsabile del progetto Dott.ssa Feraboli e con l’attuale responsabile del progetto Dott. Marco Dotti abbiamo capito che i punti di forza del progetto Vale la pena - dalla reclusione all’inclusione sono numerosi e significativi. In primo luogo coloro che partecipano all’iniziativa vedono diminuire il rischio di recidiva che passa dal 60% al 6%. Questo dato è particolarmente significativo se si considera che coloro che non aderiscono a forme di detenzione alternativa corrono il rischio di commettere un reato generalmente più grave rispetto a quello per il quale erano stati condannati.
Inoltre un evidente punto di forza del progetto è la capacità di generare il cosiddetto bene relazionale ossia “un intreccio di relazioni a quattro mani” tra i soggetti beneficiari del progetto, la cittadinanza, il terzo settore e le istituzioni.
A ciò si aggiunge la ricaduta positiva per l’intera comunità e il contributo al bene comune non solo grazie alla riduzione del tasso di criminalità ma anche e soprattutto per il contributo nel superamento dei pregiudizi che spesso etichettano le persone che si trovano in regime di detenzione.
Un altro punto di forza è la realizzazione di esternalità economiche positive: ciò significa che il costo di un detenuto che aderisce al progetto è inferiore alla spesa media che sostiene lo stato per l’amministrazione penitenziaria. Infatti in carcere il rapporto tra i detenuti e il personale penitenziario è di un operatore per ogni detenuto mentre nelle modalità di detenzione alternativa il rapporto è di un educatore per quindici detenuti.
Infine il progetto ha l’obiettivo di formare professionalmente i detenuti aumentando il livello di istruzione, le competenze e l’occupabilità per reinserirli nel mondo del lavoro.


Rischi

Il rischio principale del progetto “VALE LA PENA DALLA RECLUSIONE ALL’INCLUSIONE” consiste nel lavoro per bandi che costituisce un rischio per detenuti, dipendenti e cooperativa stessa; senza la vittoria del bando infatti non sarebbe possibile svolgere le attività e collaborare in rete con gli altri enti per promuovere le iniziative.
Un altro rischio deriva dal fatto che le iniziative si basano sulla reciproca fiducia tra operatore e detenuto che, in caso non fosse presente, renderebbe impossibile il percorso di reinserimento nella società.
Infine è sempre presente il rischio che il progetto possa vedere tagliati i finanziamenti a causa di una visione politica e amministrativa che non crede nell’efficacia dei percorsi alternativi al carcere come strumento per il reale reinserimento sociale del detenuto.

Soluzioni e Idee

Una delle soluzioni per aumentare l’efficacia del progetto potrebbe essere l’aumento delle unità abitative. Questa soluzione sarebbe possibile con un contributo alle spese d’affitto da parte dei detenuti, derivante da una percentuale calcolata in base alla retribuzione corrisposta, e attraverso l’ampliamento degli inserimenti lavorativi che contribuiscono all’autosufficienza economica dell’aderente all’iniziativa.
Trattenere questi fondi permetterebbe alle cooperative e agli enti coinvolti di aver maggior liquidità con un conseguente aumento della possibilità di ingaggiare nuovi operatori, aumentare le retribuzioni dei dipendenti già presenti e rendere partecipi nuovi enti.
Grazie a queste riforme la qualità del servizio crescerebbe e sarebbero coinvolti molti più detenuti.

Risultati e impatto del monitoraggio

Diffusione dei risultati

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  • Facebook
  • Instagram
  • Blog/Sito web del Team
  • Richiesta di audizioni o incontri a porte chiuse

Connessioni

  • Agente di rete e referente attuale del progetto, Cooperativa di Bessimo
  • Responsabile del progetto fino al 31/01/2023, Cooperativa di Bessimo
  • Presidente della Cooperativa Alborea, Cooperativa Alborea
  • Responsabile degli Appartamenti in Housing, Cooperativa di Bessimo
  • Lavoratore presso la Cooperativa Alborea(ex detenuto che ha beneficiato del progetto), Cooperativa Alborea
  • Educatore professionale, Cooperativa di Bessimo

Contatti con i media

Contatti con le Pubbliche Amministrazioni per discutere i risultati del Monitoraggio

Non le abbiamo contattate

Descrizione del caso

Descriveteci il vostro caso. Quali fatti o episodi concreti vi portano a pensare che il vostro monitoraggio civico abbia avuto (o non abbia avuto) impatto tra i soggetti che gestiscono o attuano il progetto che avete monitorato?
Crediamo che il nostro monitoraggio civico abbia avuto un impatto positivo sui soggetti che gestiscono e attuano il progetto.
In primo luogo, la Cooperativa di Bessimo ha chiesto di poter avere accesso a tutto il materiale che abbiamo prodotto, ad esempio la Presentazione Power Point e il sito web (https://rabiamaqsood.wixsite.com/rinascitaeinaudi), per promuovere i percorsi e le iniziative durante gli eventi organizzati dalla cooperativa stessa.
Inoltre il nostro articolo di data journalism e le infografiche, che abbiamo condiviso con la cooperativa, hanno reso più evidenti e facilmente reperibili i dati e le informazioni sugli effetti e le ricadute del progetto sugli utenti.
Infine la progettazione in corso relativa all’evento finale ha suscitato molto interesse da parte dell’Area Comunicazione&Fundrainsing della Cooperativa che ha visto nell’evento la possibilità di dare maggiore visibilità al progetto VALE LA PENA - Dalla reclusione all’inclusione e di condividere e far conoscere l territorio le ricadute positive dell’iniziativa stessa.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
  • Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)

Abbiamo intervistato, l'agente di rete, nonché referente del progetto, il referente della cooperativa Alborea e un detenuto che ha preso parte al progetto.

Domande principali

Le domande sono state rivolte al Referente del progetto e Agente di Rete Marco Dotti
1) Quali sono gli obiettivi principali del progetto?

2) Di cosa si occupa la sua figura, ossia quella dell’agente di rete?


Risposte principali

1)Il progetto VALE LA PENA - DALLA RECLUSIONE ALL'INCLUSIONE si pone come primo obiettivo l’incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili favorendo l’inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Inoltre il progetto offre un’alternativa valida alla detenzione in carcere per mezzo dell'accoglienza abitativa temporanea o housing sociale in modo tale da garantire ai carcerati una vera inclusione sociale.
In conclusione questa iniziativa ha lo scopo di interrompere il circolo vizioso legato all’alto rischio di recidiva per i detenuti al fine di farli uscire dalla vita criminale anche attraverso lo strumento della giustizia riparativa, che è considerata la punta più avanzata dell’intero percorso di reinserimento sociale.

2) Compito dell’Agente di Rete è attivare percorsi di reinserimento sociale coinvolgendo le realtà presenti sul territorio e potenziare la rete dei servizi in un’ottica di inclusione sociale.
L’Agente di rete collabora con l’area educativa del carcere mantenendo uno stretto rapporto anche con le associazioni/enti del territorio che operano nell’ambito della giustizia.
Vedi anche: https://bessimo.it/progetti/agente-di-rete/