REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
CARATTERIZZAZIONE INTEGRATIVA E BONIFICA DEL SITO INDUSTRIALE EX ISOCHIMICA DI AVELLINO

Inviato il 6/02/2025 | Di Classe 5B Istituto Tecnico Francesco De Sanctis di Avellino - TEAM REMEDIL

Cosa abbiamo scoperto

Obiettivi del progetto

L’ex stabilimento Isochimica, entrato in funzione nei primi anni '80, è restato in attività per quasi un decennio attuando il ciclo lavorativo di scoibentazione dell’amianto presente nei rotabili ferroviari (motrici e carrozze). Tra i numerosi atti sedimentatisi nel corso della lunga vicenda che ha riguardato l’ex stabilimento emerge un rapporto, effettuato il 31 ottobre 1988 dal Nucleo di Polizia tributaria, dal quale si rileva un’ipotesi sul numero di vagoni scoibentati presso lo stabilimento Isochimica, pari a 2.239 rotabili per un peso di amianto rimosso stimato in 2.276.000kg. Una parte rilevante dell’amianto rimosso è stato inglobato in cubi di cemento, stimati in quasi 600, inizialmente depositati sul piazzale dello stabilimento Isochimica. Altri, stimati tra gli 80 ed i 200, cubi sono stati, invece, rinvenuti nello stabilimento “Idaff” di Fisciano, originariamente di proprietà dello stesso imprenditore titolare dell’ex Isochimica.
Un’altra parte dell’amianto rimosso dai rotabili è stato, invece, sotterrato direttamente in diverse aree dello stabilimento individuate dai Piani di Caratterizzazione effettuati nel corso degli anni. Ad oltre trent’anni dalla chiusura dello stabilimento, i cubi di cemento contenenti amianto realizzati nello stabilimento, seppur oggetto nel corso degli anni di alcuni interventi di parziale smaltimento e di messa in sicurezza, risultavano essere una delle potenziali cause di contaminazione e, pertanto, necessitavano di un urgente intervento di bonifica. Più recentemente, a cavallo degli anni 2013 – 2017, nel sito sono stati effettuati, con continuità, alcuni interventi finalizzati alla messa in sicurezza di emergenza a carattere temporaneo ed all’avvio di una prima “bonifica” dell’area superficiale. Risultava pertanto indispensabile procedere ad un più radicale intervento di bonifica della principale fonte di inquinamento: l’amianto; nonché all’eliminazione di una cospicua quantità di altre fonti (varie tipologie di rifiuti sparsi potenzialmente contaminati da amianto ed alcune strutture presenti sul sito, anch'esse contaminate).

Attività previste

Dopo decenni di inerzia burocratica e controversie sulla proprietà dell’area, la bonifica è iniziata durante l’amministrazione del sindaco Paolo Foti (2013-2018), con il contributo dell’allora assessore all’Ambiente Augusto Penna. Nel tempo, sono stati stanziati circa 16 milioni di euro grazie alla collaborazione tra Comune, Regione Campania e Governo.
Come già previsto dal livello progettuale “definitivo”, approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 170 del 09/06/2017, l’intervento, sia per l’eterogeneo complesso di attività da porre in essere, sia per i notevoli costi stimati per la rimozione e/o la definitiva messa in sicurezza dell’area, è stato predisposto in maniera tale da poter essere suddiviso in almeno tre lotti funzionali che potevano essere eseguiti anche in tempi diversi tenendo conto delle situazioni ambientali maggiormente critiche correlate alle più significative presenze dell'inquinante. Una volta bonificata la parte superficiale dell’area diventava necessario, anche alla luce delle risultanze ormai acquisite delle indagini condotte con il piano di caratterizzazione integrativo, validate dal Dipartimento Arpac di Avellino ed approvate in Conferenza di Servizi, procedere all’Analisi di Rischio Sito Specifica al fine di determinare i parametri per l’intervento di bonifica e/o messa in sicurezza permanente delle matrici ambientali sottosuolo ed acque profonde.
Nel primo lotto di progetto era prevista la messa in sicurezza e la eliminazione dei cubi di cemento contenenti l'amianto.
Nel secondo lotto, invece, la rimozione di vari rifiuti presenti nell'area, comprensivi di materiali e rifiuti abbandonati, dei tubi di aereazioni nel capannone adiacente gli uffici, degli scarrabili in ferro sui piazzali, di una vasca sigillata collocata nei pressi del capannone A, dei silos abbandonati in plastica o vetroresina, delle tubazioni di connessione tra il capannone B ed il sistema di aspirazione, della vasca A occultata nei pressi del capannone B, delle vasche dell'impianto di depurazione, dei veicoli e dei materiali abbandonati all'interno del capannone A, della struttura con telo posizionata nei pressi della linea ferroviaria, dei teli posizionati lungo tutto il perimetro dello stabilimento, di una piattaforma su cui erano ancorati due silos e gli impianti.
Nel terzo lotto, infine, erano previste la bonifica e la demolizione di strutture e fabbricati.

Origine del progetto

Per un riepilogo dell'iter amministrativo si fa riferimento all'istanza prodotta nel dicembre 2017 e protocollata a gennaio 2018 con numero di protocollo 2082 dell'allora sindaco del Comune di Avellino Paolo Foti, dove in adempimento da quanto previsto dal decreto numero 10 del 30 maggio 2017 “ FSC 2014/2020 - Patto per lo sviluppo della Regione Campania del 24 aprile 2016 - Intervento strategico denominato “ Piano regionale di bonifica” - del DGR numero 731 del 13 dicembre 2016 e del DGR numero 471 del 15 ottobre 2014 - Operazione denominata “Caratterizzazione integrativa e Bonifica del sito Industriale ex ISOCHIMICA” con soggetto attuatore il comune di Avellino - Approvazione criteri ed indirizzi regolanti i rapporti tra il Rua e il soggetto attuatore, dove il sindaco protempore del Comune di Avellino chiede il finanziamento di complessivi euro 16 milioni che trovano copertura sia sulle risorse FSC 2014-2020 di cui alla DGR numero 731 del 2016, sia sulle risorse che verranno trasferite successivamente dallo Stato con la legge di stabilità 2016, al fine di proseguire con le attività di bonifica dell'ex stabilimento ISOCHIMICA sito alla via Pianodardine di Avellino. Con tale richiesta il sindaco si impegnava ad eseguire gli interventi, come soggetto attuatore, nel rispetto di quanto stabilito con l'accordo sottoscritto congiuntamente, di cui alla DGR numero 471 del 2014, integrato con quanto disposto dal successivo decreto dirigenziale della giunta regionale Campania numero 10 del 30 maggio 2017. Vedi documenti allegati.

Soggetti Beneficiari

A trarre vantaggio da questo progetto sono ovviamente i cittadini e l'area su cui sorgeva l'impianto.Inoltre, il progetto potrebbe potenzialmente contribuire alla rigenerazione di un'area la cui destinazione a servizi quali la creazione di un polo fieristico e di un'area mercatale potrebbe rilanciare l'economia cittadina e quella dell'intero territorio irpino, inserendosi in una più ampia attività amministrativa relativa a borgo Ferrovia. Il sito si candida, pertanto a mettere in relazione la stazione ferroviaria con quello che potrebbe diventare l’hub di interscambio intermodale della porta est di Avellino.

Contesto

L’ex stabilimento industriale denominato "Isochimica" è ubicato nell’area industriale, sita in zona Pianodardine, della Città di Avellino. La località, collocata nella zona est, è posizionata ad un'altezza di circa 300 m s.l.m. ai confini con il Comune di Atripalda, nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria e nei pressi di due delle principali arterie stradali di accesso al centro abitato (via Pianodardine e via Don Giovanni Festa denominata anche “Bonatti”). L’ex opificio pur inserito all’interno di un’area industriale, infatti confina a nord con altri opifici industriali, risulta anche abbastanza vicino ad una serie di abitazioni a carattere residenziale e a due scuole a servizio del quartiere denominato “Borgo Ferrovia”.
Tale area rappresenta pertanto la porta di accesso alla città per chi proviene dalle aree interne dell'alta Irpinia ed è servita da importanti arterie di comunicazione compresa la linea ferroviaria ad alta velocità di prossima realizzazione. Inoltre, il comune di Avellino ritiene strategica tale area nell'ambito della mobilità sostenibile, avendo progettato la realizzazione di una metropolitana leggera con capolinea nell' area industriale di Pianodardine. Nel primo decennio del XXI secolo si è progettata ed iniziata a costruire, infatti, una nuova filovia, giornalisticamente e impropriamente denominata metropolitana leggera, pensata per snellire il traffico cittadino e per ridurre le emissioni di gas di scarico delle auto private. I lavori, iniziati nel 2009, prevedevano il completamento dell'opera per il 2010. A causa di numerose interruzioni, tuttavia, l'opera è stata più volte rimandata, aprendo al pre-esercizio nel luglio 2022 ed entrando completamente in funzione ad aprile 2023. Il mezzo percorre un giro di 11 km e 15 fermate,con 23 corse giornaliere dal lunedì al sabato.

Avanzamento

Il progetto si avvia alla sua conclusione in base alle informazioni raccolte e alle inteviste effettuate sia durante la visita di monitoraggio che presso la sede comunale. In pratica, la gran parte delle attività di bonifica e della messa in sicurezza previste si sono concluse (vedi STEP 1 e confronta documento allegato: Tempi costi e indicatori realizzazione OOPP_2023.xlsx). Rispetto al progetto iniziale (vedi interviste) il progetto non prevede più l'abbattimento dei due capannoni dove avveniva lo scoibentamento e la rimessa a nuovo del materiale rotabile, ma tali strutture sono in attesa di essere recuperate dal punto di vista statico e della realizzazione della nuova copertura in sostituzione di quella preesitente che è stata eliminata e smaltita perchè contaminata.

Risultati

In pratica, le attività attualmente concluse sono le seguenti: messa in sicurezza e eliminazione dei cubi di cemento contenenti l'amianto; la rimozione di vari rifiuti presenti nell'area, comprensivi di materiali e rifiuti abbandonati, dei tubi di aereazioni nel capannone adiacente gli uffici, degli scarrabili in ferro sui piazzali, di una vasca sigillata collocata nei pressi del capannone A, dei silos abbandonati in plastica o vetroresina, delle tubazioni di connessione tra il capannone B ed il sistema di aspirazione, della vasca A occultata nei pressi del capannone B, delle vasche dell'impianto di depurazione, dei veicoli e dei materiali abbandonati all'interno del capannone A, della struttura con telo posizionata nei pressi della linea ferroviaria, dei teli posizionati lungo tutto il perimetro dello stabilimento, di una piattaforma su cui erano ancorati due silos e gli impianti. Restano da completare le attività relative al recupero dei due capannoni che nel progetto originale si sarebbero dovuti abbattare (vedi interviste con assessori e GUP).

Punti di debolezza

Il punto di debolezza del progetto è stato il tempo che si è reso necessario per il reperimento delle ingenti risorse economiche per completare la bonifica del sito anche perchè l'iter burocratico è risultato appesantito dai diversi interventi di natura giudiziaria e dal fatto che il soggetto attuatore (il Comune di Avellino) non era proprietario dell'area da bonificare.

Punti di forza

L'area su cui sorgeva l'ex Isochimica è attualmente completamente bonificata. Va sottolineata la capacità del Comune di Avellino nel valorizzare al meglio le risorse professionali disponibili al suo interno per la progettazione e la realizzazione degli interventi tecnici di bonifica previsti dal progetto. In particolare si segnala la bonifica, lo smantellamento e l'abbattimento di un silos di grandi dimensioni (vedi intervista al RUP).
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Rischi

Visto che i lavori di bonifica del sito sono stati fatti in danno del proprietario, l'utilizzazione dell'area bonificata non può prescindere dalla necessità per il Comune di Avellino di poterne disporre. Saranno, pertanto, necessari ulteriori passaggi amministrativi nei quali dovranno essere certamente coinvolti, oltre al Comune stesso, la Regione Campania e l'ASI.

Soluzioni e Idee

Rendere disponibili le informazioni per la popolazione e far sapere che l'area dopo la bonifica è sicura e che non vi sono rischi per la salute; un 'altra proposta potrebe essere quella di realizzare un concorso di idee progettuali per individuare quella che meglio si presti al recupero e alla valorizzazione dell'area bonificata.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Visita diretta documentata da foto e video
  • Intervista con l'Autorità di Gestione del Programma
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
  • Intervista con i referenti politici

Le persone contattate sono state: Antonio GENOVESE attuale assessore ai Lavori Pubblici - Urbanistica - Pianificazione e Governo del Territorio - Sicurezza; Giuseppe NEGRONE attuale assessore alle Politiche Ambientali ed Energetiche - Decoro Urbano e Cura del Verde - Tutela, salute e protezione degli animali; il RUP Architetto Sullo (dal 2016 al 2020) e il RUP Ingegnere Gabriella Del Paradiso (dal 2020 ad oggi). Non è stato possibile contattare l'ex assessore all'Ambiente Augusto Penna che è stato colui che ha seguito dall'inizio l'iter burocratico amministrativo per l'ottenimento dei finanziamenti necessari. E' diponibile comunque un video con un'intervista a Penna tra i materiali raccolti.

Domande principali

Dove sono state riscontrate le concentrazioni più elevate di amianto e quanto è stato complesso rimuoverlo? (ARC. MICHELANGELO SULLO del Comune di Avellino RUP dal 2016 al 2020).
Cosa occorre per superare l'ostacolo amministrativo relativo al terzo lotto? (ARC. MICHELANGELO SULLO del Comune di Avellino RUP dal 2016 al 2020). Vedi anche sintesi della sbobinatura dell'intervista nella sezione "Link, Video, Allegati"

Risposte principali

Le maggiori concentrazioni di amianto erano presenti in dei cubi prefabbricati, utilizzati per la pavimentazione di strade. Questi cubi sono stati trattati tramite un incapsulamento con vernici specifiche, in grado di stabilizzare l’amianto, e successivamente sono stati coperti con teli protettivi per evitare dispersioni. Si è trattato di un intervento lungo e tecnicamente complesso.
Per completare il terzo lotto, è necessario raggiungere un accordo sulla proprietà dell'area. Purtroppo, la questione è complessa, poiché tutte le spese graverebbero sul nuovo proprietario. Tuttavia, l’amministrazione sta trattando con la Regione Campania e il Comune di Avellino, e si sta cercando di trovare una soluzione, con un accordo tripartito tra Regione, Comune e ASI.