REPORT DI MONITORAGGIO CIVICO
ANTICA DOGANA: CENTRO SERVIZI PER I GIOVANI

Inviato il 10/02/2025 | Di TASKFORCE GEODOGANA ITG AVELLINO

Cosa abbiamo scoperto

Obiettivi del progetto

Il progetto prevede il recupero e il riuso funzionale dell’Antica Dogana di Avellino, monumento dal forte valore identitario per la comunità locale e preziosa testimonianza del florido passato commerciale ed economico della città. Risalente probabilmente al Medioevo , utilizzata anche come deposito di scorte alimentari in caso di carestie e calamità, riqualificata e monumentalizzata da Cosimo Fanzago nel XVII secolo, questa struttura era tappa cruciale per il traffico delle merci e per la riscossione delle imposte fungendo da porta d'ingresso per i beni, soprattutto grani e farine , che dalla Puglia affluivano nella capitale del Regno, Napoli. Sopravvissuta a terremoti e assalti, la Dogana fu sventrata da un incendio nel 1992; variamente rammendata e puntellata, attende da oltre 30 anni di essere restituita alla cittadinanza. Le risorse di coesione, per un ammontare di 3.109.099,50 , permetteranno finalmente al monumento-simbolo di Avellino di tornare in vita nella veste di centro servizi per i giovani.

Attività previste

Ristrutturazione interna: in aggiunta al rinforzo strutturale, gli interni sono immaginati dal progetto come spazi di aggregazione e di fruizione pubblica per ospitare mostre, eventi culturali e attività per i giovani. È prevista la creazione di una galleria urbana su più livelli, con una terrazza praticabile che offrirà una vista panoramica sulla città. Il richiamo a Fanzago sarà presente anche nella decorazione pavimentale della terrazza, che comprenderà motivi ornamentali tipici dello stile dell'artista
Restauro della facciata monumentale: Il progetto prevede il ripristino della facciata secentesca ma non comprende al momento il recupero delle statue che la decoravano e che sono attualmente custodite presso il museo della Dogana dei grani di Atripalda. La sorte delle statue è tuttavia oggetto di accese discussioni , soprattutto grazie alla vivacità di associazioni civiche sorte in passato a tutela del monumento e oggi impegnate nell'osservazione vigile delle procedure di recupero . Il direttore artistico e il RUP hanno assicurato che le statue , recuperate dopo l'incendio del 1992, saranno restaurate e reintrodotte nell'edificio; una delle statue è già stata restaurata, mentre altre presentano ancora i segni dell'incendio. Si sta valutando se ripristinare i modelli originali o realizzare copie autentiche, in accordo con la Soprintendenza, collocando gli originali all'interno della Dogana stessa
A causa di vari problemi di natura amministrativa e tecnica, il cantiere di lavoro è proceduto a rilento e il ritardo sulle consegne previste( 30/11/2022) è di quasi 3 anni . Ad oggi i lavori sono in stato di avanzamento con fine comunicata ufficiosamente per l'estate 2025 e apertura al pubblico entro il termine del 2025.



Origine del progetto

La decisione di intervenire sul recupero del monumento è partita dal comune di Avellino il quale, tramite una delibera di giunta e un atto di orientamento strategico, ha attivato l'iter che ha portato alla richiesta di finanziamento inoltrata alla Regione Campania e all'erogazione dei fondi per la ristrutturazione della Dogana. Il RUP ha dichiarato che nella definizione del progetto è stato importante e necessario da parte del comune acquisire le idee dei cittadini e delle associazioni sorte spontaneamente per promuovere il recupero della dogana, senza escludere nessun soggetto.

Soggetti Beneficiari

I beneficiari finali del progetto monitorato saranno
-cittadinanza in generale: il restauro dell'Antica Dogana e il suo trasformarsi in un centro polifunzionale potrebbero contribuire significativamente alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Avellino. Questo porterebbe benefici tangibili in termini di turismo e attrattività della città.
Gli spazi culturali e sociali potrebbero fungere da luoghi di aggregazione e di promozione culturale per tutta la comunità, con attività varie per adulti e bambini.
-giovani: l’ obiettivo del progetto è anzitutto quello di offrire spazi dedicati alla cultura e all’aggregazione giovanile, promuovendo eventi, mostre , attività artistiche e musicali che potrebbero favorire la socialità e la crescita culturale dei giovani. L' antica Dogana ha il potenziale per diventare un punto di riferimento per le nuove generazioni
-migranti e minoranze: anche se la presenza di minoranze etniche è marginale , dal momento che Avellino rappresenta solitamente un luogo di transito o di stallo temporaneo per i migranti, la Dogana potrebbe diventare teatro di incontro tra culture diverse attraverso progetti mirati. La programmazione di eventi e attività ad alta inclusività sociale e di celebrazione della diversità in generale consentirebbe di rendere effettiva la destinazione "pubblica" degli spazi della Dogana

Contesto

Il recupero della Dogana, custode simbolica della storia della città, è fondamentale per la comunità ,considerate l’esiguità del patrimonio monumentale del capoluogo dopo il sisma dell’80 e l’importanza di preservare memoria e identità. La valorizzazione dell’edificio e la sua trasformazione in un “centro per i giovani” potrebbero rilanciare il turismo locale e regionale, creare opportunità economiche e contribuire a contrastare l’emigrazione giovanile, offrendo inoltre alle nuove generazioni spazi di aggregazione e laboratori culturali. Con i fondi Regionali PICS 2018-2023, è stato ottenuto il primo finanziamento che però è scaduto il 31 dicembre 2023. In seguito sono stati messi a disposizione i fondi di coesione con i quali oggi si sta realizzando l'opera.

Avanzamento

I lavori in corso e le normative sulla sicurezza non ci hanno permesso l'accesso al cantiere, che abbiamo potuto visionare solo dall'esterno. Abbiamo tuttavia potuto visitare "virtualmente" l'area di lavoro grazie alle foto e ai video mostratici dal progettista e direttore artistico Giovanni Multari. Dalle interviste all'architetto Multari, all'arch. Luigi Urciuolo e al RUP Michelangelo Sullo abbiamo appreso lo stato di avanzamento dei lavori, stimato come il 50% del totale progettato. Ci sono stati vari problemi di natura amministrativa che hanno rallentato l'esecuzione dei lavori ritardando la consegna dell'opera. Un'attenta consultazione di numerose testate giornalistiche web ci ha permesso di ricostruire le travagliate vicende della Dogana nell'ultimo decennio. Il monumento, che in passato era in mano a privati ed ha rischiato addirittura di finire all'asta, è stato espropriato non senza difficoltà dal Comune nel 2017 ma ha dovuto attendere altri 6 anni prima di essere sottoposto alle giuste cure, nonostante l'approvazione dei finanziamenti pubblici. Nel frattempo ci sono stati il sequestro e poi il dissequestro dell'area, l'affidamento (fallito) del progetto di restauro a 2 architetti in successione, uno dei quali archistar di fama internazionale, e finalmente l'incarico ai progettisti dello studio Corvino&Multari nel 2022. L' odissea della Dogana è tuttavia proseguita con l'avvicendamento delle ditte esecutrici dei lavori, tra bandi aggiudicati, successive risoluzioni di contratti per inadempienze varie e un discreto traffico di carta bollata fino a quando con l'apertura di un nuovo bando l'impresa Mar.Sal. Restauri Srl non si è aggiudicata il contratto definitivo con un ribasso significativo e, a detta dei tecnici intervistati, sta lavorando alacremente e con grande professionalità al completamento dei lavori di recupero.

Risultati

Secondo quanto riferito dal RUP Sullo e dagli arch. Multari e Urciuolo da noi intervistati, i lavori stanno procedendo senza intoppi e hanno visto concludersi la fase più delicata dell'intervento, ovvero il consolidamento strutturale per rafforzare le fondamenta e stabilizzare i muri. I cittadini lo scorso gennaio hanno potuto apprezzare l'arrivo sul posto con trasporto eccezionale di due giganteschi pilastri lignei che costituiscono elementi caratterizzanti della struttura portante dell'edificio, come si evince dai numerosi video disseminati in rete. Si procederà a stretto giro al recupero architettonico della facciata e degli spazi interni, preservando le parti originali. Un aspetto interessante riguarda l’uso di tecniche edilizie basate su materiali essiccati che garantisce una maggiore durabilità dei materiali e permette di rispettare le caratteristiche originarie dell’edificio.
Il progetto, che presenta caratteristiche infrastrutturali con alto grado di accessibilità e di inclusività, è definito dai progettisti non solo un intervento di restauro ma un’operazione di rinascita urbana. Il progetto ha indubbiamente un alto potenziale, poiché preserva la memoria storica della città, crea spazi pubblici funzionali e stimola l'economia locale. Sebbene non sia ancora completato, i risultati finora ottenuti dimostrano il successo parziale dell'intervento. Il successo pieno del progetto dipenderà soprattutto dalla gestione futura dell'edificio.

Punti di debolezza

Dal nostro punto di vista, ci sono alcune cose che non ci hanno completamente convinto. Una criticità importante è il ritardo presumibile dei tempi di riconsegna ai cittadini poiché, conclusi i lavori, bisognerà rendere effettivamente fruibili gli spazi dell’edificio e, al momento, non c'è ancora traccia di un bando per affidare l'allestimento degli arredi interni. Un ulteriore punto di debolezza è la poca chiarezza sul destino delle statue originariamente poste sulla facciata della Dogana, alcune delle quali sono di età romana; di una si è ipotizzata addirittura una manifattura greca del IV secolo a.C. Secondo la ricostruzione di alcuni storici locali, il committente principe Caracciolo e il grande architetto Fanzago non collocarono le statue a caso, in ossequio al gusto del collezionismo antiquario dell'epoca, ma vollero raccontare una storia potente e celebrativa che parlava della peste appena sconfitta, del glorioso casato dei Caracciolo e dell' amata Avellino, simboleggiata dalla statua di Venere. La Dogana, in quanto "edificio narrante", deve pertanto completarsi di tutti gli elementi che l’hanno resa in passato il monumento identitario per eccellenza. Le statue vanno quindi restaurate e riposizionate o, quantomeno, recuperate alla città di Avellino visto che ora sono collocate altrove.

Punti di forza

Alcuni aspetti del progetto ci hanno favorevolmente colpito. In primis, abbiamo apprezzato l’attenzione che c’è stata nel preservare il corpo storico dell’edificio, mantenendo le caratteristiche originali e utilizzando materiali compatibili per il restauro. Inoltre, l’idea di trasformare la Dogana in uno spazio culturale e sociale ci sembra molto positiva, perché diventa un punto di riferimento per la comunità, soprattutto giovane, e risulta accessibile a tutti, anche alle persone con ridotta mobilità o con altra disabilità. Possiamo dire che c’è una svolta per la riqualificazione del centro storico avellinese.
Anche se il progetto non è ancora finito, notiamo già risultati concreti nei lavori visibili dall'esterno del cantiere, come il consolidamento e il miglioramento delle facciate, grazie agli interventi di cuci e scuci. Infine, ci piace che il progetto abbia un focus sulla sostenibilità e l’efficienza energetica, un aspetto che garantirà una gestione più economica e duratura dell’edificio nel tempo.

Rischi

L'efficacia del progetto potrebbe essere messa in pericolo dalla gestione post -restauro, in quanto la mancanza di un piano di gestione efficace potrebbe ridurre l’utilità dell’edificio a lungo termine. Dal nostro incontro con il sindaco è emersa la volontà di definire l'aspetto gestionale in esito al confronto con la cittadinanza, in un'ottica di "Urbanistica partecipata".

Soluzioni e Idee

Per aumentare l’efficacia del progetto, occorrerebbe anzitutto completare il processo di restituzione del bene alla città con il restauro e la ricollocazione dell’apparto decorativo e delle statue e con la risistemazione della piazza su cui insiste l’edificio. Sarebbe inoltre importante creare per tempo un piano di gestione a lungo termine per l’edificio, incluso un team dedicato che si occupi anche di sviluppare opportune strategie di marketing per aumentare la visibilità del monumento; andrebbero soprattutto individuate con precisione fonti di finanziamento per la manutenzione e le attività che si andranno a programmare.
L’amministrazione dovrebbe poi rendere permanente (e non solo estiva) la pedonalizzazione dell’intera area del centro storico, attualmente percorsa dai soli residenti o dalle auto di passaggio; dovrebbe pensare a un piano organico di integrazione urbana e di valorizzazione per restituire, a quella che è diventata oramai un’appendice periferica della città, la sua vocazione originaria di cuore pulsante di Avellino. È quello che chiedono anche i commercianti e i cittadini avellinesi, che lamentano il ruolo solo marginale che la collina della Terra, che ospita la città medievale e la stessa Dogana, detiene dal sisma dell’80. Nuove funzioni che attraggano i giovani, come caffè letterari o spazi per mostre temporanee, eventi artistici e musicali diffusi in tutta l’area storica e resi strutturali, potrebbero favorire l’incontro tra cittadini, rendendo il centro antico accogliente, vivace e interessante anche per visitatori non locali.
Infine, ma non per ordine di importanza, andrebbe previsto un sistema di monitoraggio per valutare i progressi e l’impatto del progetto, facendo aggiustamenti se necessari.

Metodo di indagine

Come sono state raccolte le informazioni?

  • Raccolta di informazioni via web
  • Intervista con i soggetti che hanno programmato l'intervento (soggetto programmatore)
  • Intervista con gli utenti/beneficiari dell'intervento
  • Intervista con altre tipologie di persone
  • Intervista con i soggetti che hanno o stanno attuando l'intervento (attuatore o realizzatore)
  • Intervista con i referenti politici

Siamo riusciti ad intervistare vari protagonisti del progetto, e non solo:
-la sindaca Laura Nargi
-il progettista arch. Giovanni Multari
-il RUP Michelangelo Sullo
-vari proprietari di attività commerciali nei pressi della dogana
-cittadini avellinesi
Le varie interviste hanno avuto esiti positivi, le persone intervistate hanno risposto a pieno alle nostre domande e hanno chiarito tutti i dubbi che avevamo.

Domande principali

Le principali domande poste sono le seguenti:
- Quale bando pubblico hanno dato origine al progetto? (alla Sindaca Laura Nargi e al RUP Michelangelo Sullo)
- Quali problemi di ardine amministrativo avete riscontrato e se e come li avete superati? (alla Sindaca Laura Nargi e al RUP Michelangelo Sullo)

Risposte principali

Le risposte sono state le seguenti:
- Come sempre c’è un indirizzo dell’amministrazione, che avviene con una delibera di giunta che manifesta la volontà di attivare il procedimento di recupero e riqualificazione della dogana che dà indirizzo ai settori, agli uffici e ai tecnici di attivarsi al fine di porre in essere tutti gli atti concreti per arrivare poi alla riqualificazione. In questo caso specifico ci sono stati più atti che sono stati uniti in un documento di orientamento tecnico, ci sono quindi due documenti di base, uno dell’amministrazione e uno di orientamento strategico approvato dall’amministrazione e la richiesta di finanziamento fatta alla regione Campania che ha erogato materialmente le somme per il recupero della dogana.
- In tutti gli appalti, soprattutto quelli così importanti ci sono sempre, purtroppo delle problematiche; sembra facile all’esterno ma è molto difficile l’iter amministrativo. Purtroppo su quest’appalto abbiamo avuto una risoluzione contrattuale per gravi inadempimenti sulla sicurezza della prima impresa appaltante, cosa che poi la seconda impresa aggiudicataria ha risolta e ora sta lavorando molto bene e inoltre è stata anche premiata per l’attenzione che pone sulle opere a cui lavora, infatti come potete notare i lavori stanno viaggiando molto spediti, non ci siamo fermati nemmeno durante le feste, infatti sono molto orgogliosa di questa ditta. Poi abbiamo avuto altre problematiche sul restauro, ma in tutti gli appalti di restauro si hanno delle problematiche insorte dopo che appunto non erano riscontrabili prima ma sorte dopo le indagini quindi abbiamo dovuto aumentare la cifra dell’appalto e siamo riusciti comunque a superare e completare l’opera quindi adesso dobbiamo solamente viverla.